Donna e startupper è un connubio davvero raro. In Italia, infatti, la percentuale resta inchiodata al 13%, nonostante il settore continui a registrare importanti tassi di crescita e gli investitori si stiano interessando sempre più alle opportunità che offre. Come donna e cofondatrice della startup Neuron Guard, sono stata invitata al Convegno sulle Pari Opportunità “Le donne nella quarta rivoluzione industriale – Occupazione, tecnologie e welfare” che si è tenuto lunedì scorso a Roma, presso il Senato della Repubblica. Ho accettato l’invito non solo per raccontare la mia storia ma anche per dare una risposta ad un quesito, condiviso con altre mie colleghe e colleghi, che mi accompagna da un pò di tempo: “Come possono intervenire le donne nella rivoluzione industriale 4.0? Qual potrebbe essere il loro ruolo ideale?”
“Vedo in Italia una ripresa di attività e di protagonismo al femminile che negli anni scorsi vedevo meno” ha dichiarato Emma Bonino, presidente onoraria di Pari o Dispare all’apertura dei lavori. Le donne, infatti, si stanno facendo avanti e i numeri confermano un trend in crescita. Seppur lentamente, secondo i dati ISTAT, nell’ultimo anno rispetto al II trimestre del 2015, l’occupazione femminile ha registrato un incremento di +180.000 unità, recuperando i livelli che aveva prima del 2008. Un effetto indiretto della decontribuzione dei contratti a tempo indeterminato che spinge ad insistere su nuove dinamiche, sulle regole del lavoro autonomo, rafforzando i diritti e allargando le tutele.
Tuttavia questo dato da solo non basta. Secondo il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, il mondo del lavoro ha bisogno di figure talentuose perché è il talento il più delicato e prezioso dei fattori produttivi, e quando lo si perde non ci si può limitare alla sua sostituzione. Da questa riflessione, emerge la necessità di cogliere l’opportunità offerta dalla tecnologia, mediante una maggiore alfabetizzazione digitale e un piano di studi con forte risalto alle materie STEM, già a partire dalle scuole elementari.
A chiudere il convegno, il panel “Donne imprenditrici e tecnologie. Chi fa da sé e chi dirige”, moderato da Francesca Maria Montemagno, vice presidente Pari o Dispare. La voce delle dirigenti è stata rappresentata da Paola Bonomo (Piquadro, Axa, già manager Facebook); Benedetta Arese Lucini (founder di Oval Money); Veronica Diquattro (managing director, Southern and Eastern Europe di Spotify); Filomena Pucci (autrice di Appassionate). Le startup coinvolte, invece, sono state, oltre a Neuron Guard, anche Just Knock, Le Cicogne, Interior Be.
A prescindere dal ruolo ricoperto da ciascuna di noi, l’elemento che ha accomunato tutte è stato sicuramente la passione. Le aziende oggi non devono puntare solo sul profitto ma anche sulle persone, consentendo loro di far emergere la propria anima. Non è un caso che negli occhi di ciascuna di noi abbia letto gioia, determinazione e grande coraggio, sentimenti puri che dovrebbero avere tutte quelle donne che faticano a mostrare la propria vera natura nel contesto lavorativo. Donne, tutte, in grado di trasmettere e coinvolgere, e di dimostrare di essere all’altezza del ruolo che ricoprono. Ciascuna di noi ha avuto alti e bassi, siamo tutte consapevoli dei nostri limiti, ma nessuna si è fermata di fronte alle difficoltà, affrontando il momento “buio” con la giusta carica di resilienza. Perché, che se ne dica, le donne servono all’economia del nostro Paese, e questo atteggiamento ne è una conferma.
C’è stato infine un elemento che mi ha fortemente emozionata: scoprire che è esattamente quest’anima che ci rende pronte, insieme ai nostri colleghi uomini, per far emergere il nostro potere in questa nuova era.
Che la rivoluzione abbia inizio!