Mio nonno era un agricoltore. La domenica era una giornata importante e lui ci teneva. Borsalino, gessato grigio, spesso un fiore all’occhiello ed io al suo braccio. Come gli piaceva, come piaceva a me. Prima dell’aperitivo in piazza, avendo schivato a botte di frottole la Messa, passavamo in edicola e compravamo Topolino, Il Piccolo, Il Sole 24 Ore. Poco prima di pranzo mia nonna tagliava teglie di agnolotti, mentre io guardavo le osservazioni a penna che mio nonno annotava sulle pagine salmone del Sole. Era Alessandria, erano gli anni ’70.
Oggi, a Milano, dopo i miei nonni, IL, mensile maschile lifestyle del Sole 24 Ore, esce con una copertina sul modern parenting. Genitori moderni. Un padre molto barbuto e rilassato, in maglietta, di schiena, con un bimbo che ammicca al fotografo. Una copertina che sarà parte della storia del costume. I sogni e gli incubi della borghesia, negli ultimi due secoli, si sono puntualmente realizzati e da 150 anni il Sole li ha raccontati. Ora siamo qui.
I genitori che raccontano sono i figli del dottor Spock, che non è il vulcaniano di Star Trek, ma un pedagogo che ha segnato molta parte dell’educazione dei nati fra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Nel bene e del male.
La domanda è, chi siamo noi? Genitori persi fra il permissivismo e la severità, educatori per la gentilezza o la competizione, per l’Inglese o per il pianoforte. Siamo noi la questione, giovani pavidi o vecchi irresponsabili, tramortiti dalla velocità dell’ascensore sociale, ignoranti sentimentali, infelici sperimentatori di nuovi assetti famigliari.
La storia di copertina di IL racconta tutto questo, con ampi riferimenti a questo e quello, che, a farla breve e ignorante, è la polarità di sempre, fra protezione dei figli ed educazione all’indipendenza. Genitori normativi oppure permissivi, disinvolti o devoti, conservatori o progressisti, ci sono sempre ottimi motivi per l’una cosa o l’altra, qualificata letteratura. Tutto fantastico. Eppure siamo figli di un’era che ha denigrato i modelli precedenti, senza avere avuto la capacità di costruirne di altri, altrettanto forti. Siamo in bilico, da sempre, fra passato e futuro. Generazione alluvionale, compresa fra il mangiadischi e l’iPod.
Forse è tempo di fare pace con il nostro presente e con il presente in assoluto. Qui e ora, con i nostri figli che vogliono essere bambini e con noi che vogliamo ricordare con affetto il passato e guardare con fiducia al futuro. Niente di più, niente di meno.