Giuliano Pasini

Classe di ferro 1974, nato a Zocca (sì, il paese di Vasco), abito a Treviso ma vivo sull’A4 tra Venezia e Milano. Mi considero, mio malgrado, il pigro più attivo del mondo: prima dell’alba scrivo romanzi (“Venti corpi nella neve” per i tipi di Fanucci, “Io sono lo Straniero” e “Il fiume ti porta via” per Mondadori), dall’alba al tramonto mi occupo di comunicazione, quando posso corro maratone. E la mia vera passione è stare con mia moglie Sara e i miei tre figli, arrivati in due anni… Da buon emiliano, penso che le cose importanti si discutano con le gambe sotto la tavola e un bicchiere di vino davanti. Scrivo (raramente) qualcosa di me sul mio blog www.giulianopasini.it
02 Marzo 2022

Casa è rifugio, da noi come in Ucraina

    Casa è rifugio. L’ho sempre pensato. Volare è meraviglioso, volare è quasi un dovere per conoscere e crescere. Ma ci deve sempre essere un nido a cui tornare. Casa per me è il nido. E casa è dove si trova la mia famiglia. Quella in cui viviamo. Ma anche quella in cui stiamo quando siamo via. Casa della nonna, casa di Zocca, qualsiasi albergo, pensione o appartamento in montagna o al mare. Una tenda in campeggio. Un agriturismo. Un camper. Casa è dove siamo tutti e cinque. Casa può essere anche un rifugio per proteggersi dalle bombe perché quella che tu consideravi casa non esiste più? Ci pensavo stanotte, all’una e...

31 Dicembre 2020

Un secondo prima del 2021

      Buonasera a tutti, Mi presento, anche se ormai mi conoscete: sono il 2020. Ehi, non è carino accogliere qualcuno facendo gli scongiuri! Piantatela di toccare ferro o legno, basta corna e togliete quelle mani da… là sotto! Le cose tra di noi non sono andate come speravate, lo so. Ma state tranquilli: un secondo e me ne andrò. Cosa mai può succedere in un secondo? Non penserete che possa apparire Godzilla all’orizzonte? Ci avevo anche pensato, poi il 2021 ha detto di no, che già così è in ansia da prestazione per il fardello enorme di speranze che gli avete messo addosso. Lo avevate preparato anche per...

11 Settembre 2018

Un secondo prima della campanella. Lettera di un vecchio insegnante

Tra un secondo suonerà la campanella. Entrerete alla spicciolata, i piccoli gruppi di chi già si conosce, i visi spaesati dei nuovi, qualcuno tenendosi per mano per farsi coraggio. A me la mano non la tiene più nessuno, da tanto. Per questo ho voluto essere qui per primo, nell'aula ancora vuota, a chiedermi quanto saprò darvi nel corso dei lunghi mesi che ci vedranno condividere questi pochi metri quadrati. L’aula ha un odore inconfondibile. Lo stesso che sento da quando ho iniziato, molti anni fa. Lo stesso sin da quando mi avevano spedito così lontano, in quel paesino di collina di cui non avevo mai sentito nemmeno il nome,...

10 Dicembre 2017

#VedoRosa anche davanti al nero

        Sono tredici, numero che indica iattura. Sono tredici, numero che evoca ultime cene. Ma di Gesù con lunghi capelli che attende il bacio dell’Iscariota non ce ne sono. Al limite, tra i tredici, si può solo immaginare che ci sia qualche povero cristo, e tutti e tredici interpretano un Giuda che tradisce la storia e l’intelligenza. Tredici. Tredici teste rasate che entrano (irrompono non è corretto, sono lenti di testa e di movimenti) in una riunione di “Como Senza Frontiere”, leggono (sanno leggere!) un volantino che sostiene di necessità di fermare l’invasione. Salutano e se ne vanno, secondo Lercio vanno a...

19 Novembre 2017

Eppure io #VedoRosa per il calcio azzurro!

  Non in quello di casa nostra, intendiamoci. Però, mentre da noi si consuma lo psicodramma nazional-popolare di un Mondiale senza Italia, con il corollario di anziani presidenti di Federazione abbarbicati alla loro sedia, in altre latitudini qualcuno esulta e potrebbe insegnarci qualcosa. Fino a una decina di anni fa, Islanda e calcio, nella stessa frase, non ci potevano stare. Oggi, mentre noi rosichiamo, la Nazionale della minuscola isola del Nord Atlantico si è qualificata per Russia 2018, senza nemmeno dover ricorrere agli spareggi, come sarebbe toccato a noi. E’ la prima nazione di meno di un milione di abitanti (un bel po’...

08 Ottobre 2017

#VedoRosa: il sorriso di nonna Peppina

  Oggi inizia una nuova rubrica, #VedoRosa, una serie di storie vere, di fatti di cronaca che ci dovrebbero permettere di finire la settimana con un sorriso o una risata.     Fiastra è un comune del maceratese, cinquecento anime e una strada tra i boschi che rifulgono dei colori dell’autunno. E solo case sventrate. Giuseppina Fattori, per tutti "Nonna Peppina", non ci è nata, ma l'ha scelto. Se possibile, il legame è ancora più forte, quindi. Ci vive da 73 dei suoi 95 anni, ma le case sono sventrate solo da uno, da quando il terremoto ha tirato giù tutto. Eppure, Nonna Peppina non ha mai pensato di andare via. Ha passato...

04 Giugno 2017

A noi juventini non resta che l'autoironia. E spegnere la tv un secondo prima

Quando entra Lemina per Dybala a pochi minuti dalla fischio finale di Juventus – Real Madrid capisco, non mi resta che l’ironia. Leggero. “Ma dove la metteranno la dodicesima coppa, che non gli sta neanche in bacheca”. Professionale. “Che discorso ha fatto Allegri alla squadra durante l’intervallo? Spero che qualcuno l’abbia registrato, così lo userò nei corsi di public speaking come esempio negativo. Un po’ come la stategia di Schettino nei corsi di gestione delle crisi.” Dubbioso. “Ma perché ha giocato il fratello di Dybala? Quello che a freccette è bravissimo, ma col pallone, ecco…” Affarista....

21 Maggio 2017

Un secondo. Io vi odio: la mia parola contro la vostra violenza

Se sei nato nello stato di Sinaloa, o sei un narcotrafficante, o non lo sei. Se non lo sei, allora sì che hai una scelta: puoi stare dalla parte dei narcotrafficanti, oppure contro. E se non sei un narcotrafficante e sei contro i narcotrafficanti, hai un’ulteriore scelta: puoi fare come se nulla fosse, in modo che quelli non si accorgano della tua esistenza, oppure puoi adoperare tutte le armi che hai per combatterli. Il nemico non lo scegli, è lui che sceglie te. Io vi odio, narcotrafficanti, gente bastarda, mercanti di morte. E uso l’unica arma che ho: la parola. Sono un giornalista, credo in quello che faccio, so che la mia...

16 Aprile 2017

Un secondo prima, un compagno brillante, un presidente eterno e una guerra totale

È un gesto così banale, premere un pulsante. Facile come schiacciare una zanzara o togliersi una caccola col naso. Tutte cose che si fanno con un dito. Anzi, schiacciare una zanzara è più difficile, visto che non spingerò io il pulsante, darò l’ordine di farlo. Questo è quello che faccio: do ordini. E gli altri eseguono, senza fiatare, e così farà anche chi dovrà compiere materialmente il gesto di far partire i missili nucleari. Meglio per lui che lo faccia. Una bella fatica essere il più giovane capo di Stato al mondo. E non un capo qualsiasi: il leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Segretario del...

09 Aprile 2017

Un secondo. Io sono buono, loro sono morti

Io sono buono, sono un padre, ho dei figli, mia moglie mi aspetta a casa, mia figlia mi aspetta a casa, manco da tanto, e loro mancano a me. Io sono buono, credo nel mio dio, lo prego, gli chiedo di proteggere la mia famiglia, mia figlia, di darmi la forza di fare la cosa giusta. Io sono buono, faccio quello che il mio Paese mi chiede, che il mio generale mi chiede, io sono un soldato, guido gli aerei. Mia figlia, il mio dio, il mio paese sono tutti con me mentre chiudo gli occhi e spingo il pulsante sorvolando un villaggio di cui a mala pena so il nome. Io sono buono, le bombe cadono. Io sono buono. E loro sono morti. Anche io sono...