#VedoRosa: il sorriso di nonna Peppina

Oggi inizia una nuova rubrica, #VedoRosa, una serie di storie vere, di fatti di cronaca che ci dovrebbero permettere di finire la settimana con un sorriso o una risata.


nonnapeppina

Fiastra è un comune del maceratese, cinquecento anime e una strada tra i boschi che rifulgono dei colori dell’autunno. E solo case sventrate. Giuseppina Fattori, per tutti “Nonna Peppina”, non ci è nata, ma l’ha scelto. Se possibile, il legame è ancora più forte, quindi. Ci vive da 73 dei suoi 95 anni, ma le case sono sventrate solo da uno, da quando il terremoto ha tirato giù tutto.

Eppure, Nonna Peppina non ha mai pensato di andare via. Ha passato lì l’inverno, poi la primavera, l’estate, e ora l’autunno. La montagna non è solo un luogo, è uno stato d’animo, è un modo di essere.  Poi, a quell’età, anche se crolla il mondo, ma non crolla proprio tutto tutto, non ci si sposta. Ci si arrangia, piuttosto, si fa come si può, senza chiedere niente.

Infatti, nonna Peppina all’inizio si è sistemata alla bell’e meglio dentro a un container, memoria di un altro sisma, anno domini 1997. Poi qualche familiare ha pensato di costruirle una casetta di legno. Su un terreno edificabile. Su un terreno di proprietà.

Chissà come deve essersi sentita, nonna Peppina, quando ci è entrata. Chissà come deve essersi sentita quando è stata costretta a lasciarla. Le hanno detto che lì non ci può stare, deve andare via, ma dove? Dai figli, al mare? Nemmeno a parlarne.

«Io sto bene solo a Fiastra» continuava a dire, mentre scendeva le scale della sua casetta quando ha dovuto andarsene. «Io sto bene solo a Fiastra» ripeteva quando, dopo una sola notte, le hanno permesso di rientrare. Sfratto sospeso, non annullato, quindi c’è ancora da aspettare per capire se vincerà il buon senso o il mostro burocratico.

Però, intanto, nonna Peppina è a in casa. Riposa. E, secondo me, sorride. Per vedere rosa basta davvero poco. Basta dormire nel proprio letto, essere nella propria casa. Stare nel luogo dove si è scelto di vivere.

  • Gabr |

    Sono la figlia minore, grazie per queste parole, purtroppo il rosa nelle visioni di mamma è diventato grigio fumo preludio di un nero come lo sfratto esecutivo e i sigilli alla casetta. Nelle sue notti quasi interamente insonni solo lo spirito di mio padre, compagno per 63 anni, a farle compagnia, a sostenerla in quest’impari lotta contro la cecità bieca e vessatoria di chi dovrebbe proteggere il suo ultimo tempo.

  • Antonello Zenobio |

    Domani mattina tutti a casa di nonna Peppino per cordone umano

  Post Precedente
Post Successivo