“Mi sono innamorata della tecnologia a 12 anni quando, in ufficio di mio padre, vidi per la prima volta la tastiera del computer e la sedia girevole. Ricordo che mi ci sedetti sopra e mentre schiacciavo i tasti di quello strumento magico e misterioso, decisi che da grande avrei voluto fare proprio quello: sprofondare su una grande sedia girevole e giocare con i numeri scritti su quei quadratini neri”. Di quel desiderio di bambina Benedetta Arese Lucini ne ha fatto un lavoro. A soli 33 anni è infatti una delle donne più note del panorama tech italiano e una delle prime ad aver capito che le startup sarebbero state il futuro. “Dopo alcuni anni nel settore dell’investment banking, nel 2008 mi sono trasferita prima a New York e poi a San Francisco dove, per la prima volta sono entrata in contatto con un mondo che qui in Italia praticamente non esisteva ancora: quello delle startup”. Affascinata da quell’universo fatto di giovani ribelli che lavoravano giorno e notte per creare imprese che aspiravano – riuscendoci – a cambiare il mercato, Benedetta Arese Lucini decise che il suo futuro doveva essere lì, tra quei visionari. Da allora vive con la valigia di fianco al letto visto che quella decisione l’ha portata a cambiare 8 Paesi, a vivere in 10 città e a conoscere 3 continenti nel giro di pochi anni. Nel suo curriculum figurano alcune delle imprese più innovative degli ultimi anni, come Rocket Internet e Uber di cui è stata country manager per l’Italia. Da febbraio 2016 si è invece unita a Claudio Bedino, Edoardo Benedetto e Simone Marzola per dare vita a Oval Money, startup fintech di cui è co-founder e ceo. Si tratta di una app attiva a livello europeo che consente alle persone di capire meglio come spendono i propri soldi e di aiutarle, attraverso la tecnologia del machine learning, a mettere da parte ogni giorno piccole quantità di denaro. Un micro risparmio che Oval Money consente di devolvere in beneficenza, investire in alcuni fondi partner o semplicemente accantonare. Obiettivo primario della startup – al di là del profitto – è infatti quello di fare educazione finanziaria e sensibilizzare al risparmio soprattutto quelle generazioni che molto probabilmente non potranno contare su una pensione e che quindi dovrebbero imparare fin da ora a gestire al meglio i propri risparmi. Un intento questo che, più di ogni altra cosa, ha convinto Benedetta Arese Lucini ad aderire al progetto. “Da anni volevo fare qualcosa nel settore fintech perché c’ero entrata in contatto sia quando lavoravo in Malesia che in Uber e ne ero rimasta affascinata. Ho sempre saputo però che avrei potuto sposare solo un progetto con una missione forte e una ricaduta sociale. E così è stato con Oval Money”. Avere una missione dietro al proprio progetto di business è infatti secondo la ceo una delle caratteristiche che accomunano le startup di successo. “Il dipendente numero 1000 deve avere la stessa fame di vedere quel progetto crescere e avere successo che ha il suo ceo. Non basta avere un’idea monetizzabile, serve condividere dei valori e una visione. Solo così si riesce a far sentire tutte le persone parte di un piano comune”. L’intervista integrale verrà pubblicata nell’ebook “Capitani oltraggiosi, storie ribelli di startupper italiani”, disponibile gratuitamente sul sito de Il Sole 24 Ore dal 26 giugno.
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