Quando la disabilità dei bambini diventa occasione per aprire le porte

76f3ce55-aefe-4bc6-836a-889b5296f4e9

Un centro di riabilitazione, nato sul solco di un’esperienza più che ventennale con i bambini disabili. Un centro di riabilitazione, certo, che però realizza un sogno: creare uno spazio aperto alle famiglie, disabili e non. Il progetto è della Fondazione Paideia, a cogliere l’aspetto più attento al tema dell’inclusione e ai bisogni delle famiglie è Andrea Tron, il papà di Samuele, un bambino disabile quasi dalla nascita. “Pensare di poter fare una nuotata mentre Samuele fa la sua fisioterapia mi sembra un sogno, ma anche prendere il caffè e incrociare altre famiglie, magari quelle di un bambino che sta festeggiando il suo compleanno, lo è”. La chiave sta qui: la disabilità dei bambini è una questione di famiglia e le “famiglie disabili” come le chiama Andrea, hanno bisogno di aprirsi, di vivere il tempo e le esigenze di tutti i membri, di avere luoghi dove accoglienza e partecipazione sono esperienze quotidiane.

13858fc4-f836-4842-957a-b2edd158a51fIl nuovo centro Paideia di Torino nasce da questa visione e rappresenta un progetto ambizioso, a cominciare dall’investimento, 13 milioni per trasformare una villa d’epoca in un centro – 3mila metri quadri – per il recupero e il trattamento delle disabilità dei bambini. Con annessa piscina, palestra, caffetteria e parco giochi. Tutti rigorosamente aperto al pubblico e alla città. “Abbiamo cambiato la nostra struttura e introdotto una serie di novità che implementano esperienze maturate in questi anni” racconta Fabrizio Serra, segretario generale della Fondazione nata dall’iniziativa filantropica delle famiglie Giubergia e Argentero. Paideia ha scommesso sulla creazione di uno spazio proprio, dove gestirà direttamente i servizi di riabilitazione attraverso una rete di professionisti nata sul “campo”, a partire dalle segnalazioni delle famiglie, i laboratori e le attività di consulenza e sostegno per le famiglie. Tutto questo accanto alle attività aperte al pubblico, dalla caffetteria alla piscina, alla palestra, ai laboratori. Aperti a tutti.

755e5a31-254a-401a-a755-1234038e15e0Quello che resta ben saldo è il lavoro di Paideia accanto alle famiglie dei bambini disabili, la presa in carico, le attività di consulenza e indirizzo, le attività per il tempo libero, la riabilitazione. Ma con una differenza: “Prima – spiega Serra  – contribuivamo a servizi erogati da terzi, oggi ne siamo protagonisti, evitiamo la parcellizzazione delle prestazioni e l’intervento diventa progettuale, complessivo, mette il bambino e la sua famiglia al centro di un progetto elaborato su misura, a cui contribuiscono assistente sociale, logopedista, psicologo, medico e tutte le figure coinvolte”. Le attività destinate alle famiglie su counseling, accompagnamento, siblings – gli interventi per i fratelli e le sorelle dei bambini disabili – le attività ricreative e educative saranno offerte gratuitamente, altri servizi come i percorsi terapeutici e riabilitativi, avranno prezzi calmierati, “con un supporto per le famiglie in difficoltà – aggiunge Serra – grazie al nostro fondo alimentato da anni di raccolta fondi dal basso a favore dei progetti riabilitativi”.

2fb32ad9-2192-429a-88b4-d5ddfa6feb86Il nuovo Centro Paideia ha cambiato un po’ la pelle della Fondazione stessa – un bilancio di circa 2,5 milioni all’anno con risorse che arrivano da donazioni e fundraicing, un patrimonio di 24 milioni, con una rendita in grado di coprire le spese di gestione e i costi di struttura – che si è dotata di una articolazione più complessa, ha costruito uno spazio tutto suo e ha scommesso su qualcosa che è più di uno slogan: “La normalità è la parte più straordinaria della vita”.

cb9894bb-e359-4c4e-93e9-1fc6e3cb53ebUna delle esperienze guida, racconta Mariangela Battisti, direttore generale del Centro, “è quella delle nostre vacanze Paideia, che offriamo alle famiglie dei bambini disabili, periodi trascorsi accanto ai volontari, in grado si ristorare e incoraggiare famiglie che spesso, a causa della disabilità dei bambini, restano isolate. Vivere con chi ha preso le sue ferie per trascorrere del tempo con questi bambini dà coraggio e sicurezza”. Bene, la scommessa è far sì che nel nuovo Centro questa esperienza diventi quotidianità. Una specie di “nuova normalità”, al di là del politicamente corretto. “La disabilità condiziona, noi abbiamo l’ambizione di costruire una nuova normalità, che sappia andare oltre e costruire esperienza di inclusione”.