Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale, ha commentato il calcio di inizio del Forum di Davos, ieri, con un gioco di parole. «Finally a real panel, not a manel»: finalmente un panel rappresentativo della realtà, non uno fatto di soli uomini. Man-el, appunto. La direttrice del FMI si riferiva al fatto che per la prima volta in 48 anni di storia del meeting, l’edizione 2018 del World Economic Forum di Davos ha scelto solo donne (nella foto) per il proprio comitato di indirizzo.
La gender parità ha effettivamente un posto di rilievo nel programma di quest’anno del meeting. E sempre ieri, il primo ministro canadese Justin Trudeau – vero protagonista di questa prima giornata del Forum, insieme al suo omologo indiano Narendra Modi – ha dedicato una discreta fetta del suo speech all’importanza della parità fra uomini e donne. Mr Trudeau non è nuovo al tema, ma ieri non si può certo dire che si sia risparmiato.
Possiamo dunque sottoscrivere che a Davos il tetto di cristallo è stato finalmente sfondato con un calcione? No, non lo possiamo dire. E il motivo è semplice: tra i Ceo, i leader politici e le celebrità che in questi giorni stanno partecipando al Forum, le donne sono solo il 21%. Un quinto del totale di delegati. Pare chi parlamenti nazionali, anche tra quelli dove non si applica nessuna legge sulle quote rosa, oggi sanno fare di meglio. Le sette signore del comitato scientifico hanno alzato la media di poco: l’anno scorso a Davos le donne erano il 20%, quest’anno un misero 1% in più.
Non basta cambiare la vetrina, per rinnovare il negozio. Quello di Davos resta un club per uomini. Che dibattono, è vero, sulla necessità di promuovere la parità. Ma tenendosi ancora ben strette le leve del comando. Del resto, come potrebbe essere diversamente? La realtà, Madame Lagarde, non è quella rispecchiata dal “panel”, ma quella rispecchiata dal pubblico in platea: nelle posizioni che contano dell’economia, dell’impresa, della politica, della società civile, le donne restano una minoranza.
Secondo gli ultimi studi, per raggiungere l’effettiva parità fra uomini e donne ci vorranno 100 anni. Dopo il brillante risultato messo a segno quest’anno con il comitato scientifico, riusciranno gli organizzatori del Forum ad essere più veloci e varare le quote rosa per i delegati, magari già dalla prossima convention?