Adolescenti, la bellezza di inseguire i sogni con l’arte di Miyazaki

«L’avete sentita?
Ma sì, che l’avete sentita.
È la voce del vento.
A Valvento è una costante.
Il vento qui non soffia.
Il vento qui sussurra, ti suggerisce cose incomprensibili, ti scombina i pensieri, te li riordina e poi te li scombina di nuovo»

Il vento trasporta le storie. E se anche è una presenza immateriale, svolge un ruolo importante nella storia scritta da Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua. A partire da come trasporta il lettore attraverso le stradine e i muri antichi della città dove vive “La ragazza che amava Miyazaki”. Ecco, nel titolo del volume, un’altra grande presenza: il maestro giapponese e le sue visioni fantastiche di mondi eterei. Un po’ come il vento appena accennato, l’artista e la sua arte sono personaggi ricorrenti, presenze importanti seppure effimere.

Il romanzo edito da Einaudi Ragazzi viene raccontato a mo’ di diario della diciottenne Sofia Saleno, studentessa con una passione per i manga smodata al punto che a Valvento tutti la conoscono come «la “tipa in fissa con Miyazaki”, ovvero il dio-onnipotente-creatore-del-cielo-e-della-terra-a-cartoni-animati». Un amore solido per tutta l’opera del maestro e, per estensione, tutto quanto ha a che fare con la creatività della produzione fumettistica del Sol Levante. Forte al punto da pervadere quasi tutti i passaggi del libro, messo nero su bianco nei vocaboli giapponesi dei titoli dei capitoli, ribadito grazie alle citazioni dirette di nomi e riferimenti diretti alle storie miyazakiane. Il maestro e le sue storie sono prese a modello per le situazioni che la protagonista-scrittrice vive.

Sofia non ne fa mistero: il mondo dell’artista giapponese è una via d’uscita dalla provincia che le sta stretta. Ammette infatti in una pagina del suo racconto, come «gli unici viaggi che mi sono mai potuta permettere sono quelli che ho fatto grazie ai film di Miyazaki, ma sempre stando qui, inchiodata davanti a uno schermo in una mansarda nel cuore di Valvento». Ma, attenzione, non serve essere grandi appassionati del genere per gustarsi il libro – per quanto i cultori potranno trovare riferimenti impeccabili e rimandi chiarissimi. La storia di Casini, Fenoglio e Pasqua è terrena, vivace, veritiera oltre che un’evidente celebrazione delle fonti da cui prende ispirazione. Attraversa momenti di crescita importanti che Sofia racconta a caldo, vivendoli e consegnandoli al suo personalissimo diario-romanzo.

Il percorso dei pochi mesi in cui si svolge il racconto è, infatti, un intercalare di domande, di piani che non vanno per forza o sempre come li si era pianificati, di progetti e tentativi. E di risoluzioni importanti guidate dal bisogno interiore di seguire i propri sogni a prescindere da quello che succede intorno (l’ultimo capitolo si intitola significativamente “shin, o della fiducia”). Insomma, il libro evolve come fanno i personaggi, per la maggior parte appena poco più che adolescenti. Sognatori, appassionati, spaventati alle volte, curiosi e coi pensieri confusi, trasportati quasi, appunto, del vento.

Figli e genitori, “trovarsi smarrendosi per strada”

A far venire voglia di girare le pagine e scoprire come la storia procede e va a finire contribuisce la riconoscibilità delle emozioni e delle esperienze giovanili. Come, per esempio, la sensazione, tipica dell’adolescenza, di non riconoscersi nei coetanei. «Volevo che il mio manga diventasse un po’ la risposta alla vita noiosa di Valvento, che regalasse qualcosa di più eccitante e immaginifico rispetto alla solita routine casa-scuola-casa-shopping-casa in cui siamo immersi noi adolescenti e invece… bè, mi è bastato fare due chiacchiere con le mie compagne di classe per rendermi conto che… le adolescenti valventiane non solo non leggono manga, ma non si ritengono affatto annoiate. Anzi a me pare che qua l’unica ad annoiarsi sia io!».

Certo siamo di fronte a una storia per ragazzi, ma capace di parlare molto anche agli adulti che possono ritrovare un pezzo del loro passato. O provare a capire i propri figli: grazie alle osservazioni della protagonista, possono sbirciare i punti di vista dei più giovani. Lungo tutto il libro, si legge di paure e dubbi, emozioni e domande tipiche di questa età di passaggio. Ci si confronta, anche, con spaccati delle incomprensioni del rapporto genitori-figli. “kodawari, o del dettaglio del non detto”, titola il capitolo 19; troppe volte mantenere una prospettiva singola rende difficile interpretare quella degli altri e il dialogo diventa, quindi, complesso da impostare.

Potrà mai una generazione capire l’altra? «Vaglielo a spiegare ai tuoi genitori che stai passando un periodo di merda, per di più in un posto che non senti più tuo. Sai che ti rispondono? Che sono cose passeggere, che tutti a questa età hanno avuto delle crisi e bla bla bla». 

“Del dettaglio che ci racconta”

Il volume firmato da Casini, Fenoglio e Pasqua con un linguaggio scorrevole, una prosa veloce e situazioni credibili, offre un momento di leggerezza pur parlando del valore e delle difficoltà del seguire le proprie passioni. Certo, contro il parere degli altri ma anche dovendo affrontando la goffaggine e i tormenti di chi sta crescendo e prova a realizzare i suoi sogni. E farlo nei confini del paese di origine dove c’è quell’unico ristorante di sushi della città. O passando ore a pensare e disegnare nella soffitta-camera da letto. O ancora attraverso i discorsi “importanti” con gli amici più cari, provando a razionalizzare gli amori – passeggeri o duraturi, complicati o lineari che siano. Si tratta però di “limiti” che in realtà costituiscono la base di partenza da cui partire per trasformare quei sogni in realtà.

Crescere è un percorso fatto anche di esperienze difficili, per quanto necessarie. Di scontri, di rifiuti, di lotte per affermare i propri desideri magari lontani dalle aspettative degli altri. Ma in fondo, alla passione vera è difficile resistere, a prescindere (o forse proprio grazie) dal punto di partenza, dalla realtà circostante, o dalle condizioni in cui si cresce.

Scrive a un certo punto Sofia:
«Mio nonno faceva il meccanico. Ma una cosa è fare, un’altra cosa è essere. E mio nonno in cuor suo è sempre stato un pittore.
Non è colpa sua se amo disegnare. È grazie a lui.
Non è colpa sua se amo il Giappone. È grazie a lui.
Non è colpa sua se amo Myiazaki. È grazie a lui»

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Titolo: La ragazza che amava Miyazaki
Autori: Silvia Casini, Raffaella Fenoglio, Francesco Pasqua
Illustratrice: Giulia Tomai
Editore: Einaudi Ragazzi
Prezzo: 15,50 euro

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