L’artigianato è sempre più al femminile e sempre più giovani donne hanno riscoperto il fatto a mano e hanno deciso di aprire la propria attività artigianale, contribuendo così alla rinascita del settore, il quale si stima possa crescere del 3,3% entro il 2028 (Grandview Research).
In particolare, l’Italia è il Paese in Europa dove si registra il numero maggiore di donne imprenditrici e lavoratrici autonome (1.469.000 secondo Confartigianato). Promuovere, sostenere e supportare attivamente la nuova generazione di artigiani e quindi l’artigianato contemporaneo, è l’obiettivo di ta-daan.com, il primo content e-commerce di artigianato contemporaneo, il cui network è costituito per l’80% da artigiane.
Fondata nel 2020 da Roberta Ligossi, Sara Pianori, Costanza Tomba e Valeria Zanirato, è un content e-commerce che lavora anche sulla creazione di contenuti editoriali e digitali declinati sulle diverse piattaforme social, ed eventi esperienziali offline e online.
Oro, cuoio, impresa e maternità
«Essere madre, artigiana ed imprenditrice, non è per nulla facile. Se prima della maternità potevo dedicare tutto il mio tempo al lavoro manuale, ora devo dividerlo con le attività da mamma. All’inizio è difficile, ma poi piano piano riesci ad accettare la maggiore “lentezza” nella produzione e diventi più organizzata e più efficiente», ha spiegato Lodovica Fusco, orafa di gioiello contemporaneo di Trieste. I suoi gioielli raccontano piccole storie, ricordi ed esperienze personali. «Durante la gravidanza sono riaffiorate in me delle emozioni e dei ricordi che avevo completamente rimosso e che mi hanno permesso di dare vita alla collezione Memorie. I due gemelli che sentivo crescere dentro di me mi hanno fatta tornare indietro alle lunghe estati passate al mare da bambina con il mio gemello Teo e al pensiero che i miei figli avrebbero provato la mia stessa fortuna di non essere mai soli», ha aggiunto.
Un’altra testimonianza è quella fornita da Sara Bevilacqua, designer e artigiana del cuoio,. Nata in Italia ma cresciuta in Argentina e attualmente residente a Barcellona da 13 anni, ha lavorato per più di 10 anni nel settore della moda, per poi fondare Azar, un marchio artigianale slow fashion di accessori in pelle accuratamente intrecciati a mano. «Essere donna, mamma e artista sembrerebbe un’utopia e invece non lo è, a patto che si lasci da parte la mentalità arrivista del “tutto subito” e si adotti una tempistica più al femminile, che non risponde ai calendari esterni ma innanzitutto al proprio ritmo interno, in sincronia con quello dei propri figli. Da quando sono diventata madre, poco più di un anno fa, ho dovuto ridefinire me stessa e il mio ambito creativo una e mille volte, perché la priorità numero uno è diventata la mia bambina. Alla fine si capisce che seguendo l’intuito, e dedicandosi con amore ad ogni cosa – la maternità e l’arte – è possibile conciliare tutto», ha spiegato.
Nella maggior parte dei casi la maternità stravolge i ritmi e molti aspetti della donna; cosa che rende ancora più difficile riuscire a rimanere ancorati alla propria dimensione di lavoratrice. «Sono diventata mamma a 40 anni con una filosofia di vita indipendente e viaggiatrice. Non mi piace la narrativa secondo cui i figli rovinano la vita dei genitori. Non posso però negare che i primi mesi dopo il parto mi sono sentita sopraffatta dalla mia nuova quotidianità», racconta Chiara Bello, designer e fondatrice di Chic Pig, un brand di gioielli a tema animale. «Sentivo di aver perso tutto di me stessa, ma il lavoro artigianale mi ha aiutata a ritrovare quella parte di me che non era cambiata con la maternità, ossia la passione per il fatto a mano e la vena artistica».
Un modello vincente anche per i numeri: ricavi +200%
Il modello di business scelto da ta-daan.com ha garantito alla startup nel 2023 un fatturato in crescita del 200% rispetto allo scorso anno quando era pari a 113mila euro. A seguito di una ricapitalizzazione di 807mila euro, raccolti attraverso una campagna di crowdfunding su Mamacrowd, ta-daan.com è riuscita ad ampliare la propria community che oggi conta oltre 200mila persone e il proprio network di più di 5mila artigiani provenienti da ogni parte del mondo.
«All’interno della nostra community di 5.000 artigiani provenienti da tutta Europa ci sono molte donne che hanno uno o più figli o che sono in dolce attesa e che riescono a portare avanti la propria attività imprenditoriale insieme agli impegni dovuti all’essere mamma. In alcuni casi, la maternità ha portato anche ad importanti cambiamenti a livello artistico e al bisogno di fare ricerca e sperimentazione. In altri casi ha risvegliato ricordi del passato ed è diventata fonte di ispirazione per le proprie creazioni fatte a mano», spiega la ceo Roberta Ligossi.
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