Oltre la soglia del dolore: 24 voci dalla guerra russo-ucraina

«Come una pianta. Può attecchire in qualsiasi terra, probabilmente, basta trapiantarla in un vaso. Ma c’è un posto, una fascia climatica che, per lei è la migliore, là dove è cresciuta, è stata bene, la terra e l’aria di cui si è impregnata, che l’hanno fatta più bella e rigogliosa, dove sono le sue radici». Le radici di Tanja sono in Patria, con la P maiuscola come sottolinea lei: «Quel piccolo fazzoletto di terra mia che i soldati russi mi hanno strappato con le radici, e adesso sono qui. E qui non attecchirò, non voglio attecchire».

La storia di Tanja è solo una delle tante testimonianze raccolte da Katerina Gordeeva, giornalista russa indipendente, vincitrice del premio internazionale di giornalismo Anna Politkovskaja.   Gordeeva, ha condotto un’inchiesta approfondita sulle vite delle persone colpite dalla guerra nei centri per rifugiati in Ucraina, Russia ed Europa. Ha dialogato con rifugiati, dissidenti, volontari russi e cittadini europei che hanno accolto i profughi, offrendo un quadro completo e toccante delle loro esperienze.

24 destini tra Bucha, Mykolaiv e Mariupol

Con uno stile narrativo potente e un occhio attento alla realtà documentaristica, Gordeeva descrive le esperienze di queste persone, catturando gli orrori e le ingiustizie della guerra in modo straordinariamente accessibile. Il risultato è un’immagine autentica e dolorosa del clima di conflitto. Come scrive nella prefazione Svetlana Aleksievic (Premio Nobel per la letteratura 2015) : «Leggi questo libro. Non riporlo fino a quando non supporrai di essere forte abbastanza e pronto per la lettura. Se lo riponi, ti troverai disarmato di fronte alla malvagità, che cambia costantemente le proprie sembianze».

Storie di vita, fuga e sopravvivenza

Il libro è un’opera di grande impatto, che racconta in modo esaustivo l’esperienza della guerra da entrambe le prospettive, russa e ucraina. Queste storie non solo arricchiscono la nostra comprensione del conflitto, ma rappresentano anche una testimonianza e un appello alla democrazia, al giornalismo obiettivo, alla verità e alla pace. Le storie di Gordeeva coinvolgono donne che in qualche modo hanno visto dissolvere la propria vita, sono state costrette a vedere da vicino distruzione e tragedia. Si sono scontrate con la paura estrema: «Non vengono gli attacchi di panico. Non si può spaventare ancora più chi è spaventato a morte». Gordeeva attraversa paesini che sono solo l’ombra di sé stessi. Dove, «come è prevedibile, ma non ci si abitua per questo, si sta seppellendo qualcuno».

La colpa di essere russi

Il viaggio-reportage della giornalista non ritrae solo la sofferenza degli intervistati, spesso restii a raccontarsi, perché farlo è «come strappare un cerotto da una ferita viva. Assieme alla carne, fa molto male».  Trapela in modo evidente e violento anche la sua sofferenza, in quanto russa, agli occhi di molti, colpevole di quanto sta accadendo. Questa guerra non ha senso per chi è coinvolto. Irma, rimasta cieca dopo un attacco, non vorrebbe incontrare la giornalista… ma le ‘hanno detto che lei è differente, non è come gli altri russi. Anche se, in fin dei conti, cosa sappiamo noi di tutti i russi, a parte che se ne stanno zitti con la calma più assoluta e si occupano dei loro affari mentre il governo scarica missili su di noi’?

Il libro è stato tradotto in 14 lingue. Gordeeva sta viaggiando per portare i racconti delle donne vari Paesi. Il libro è stato nominato per il 20° Premio della Fiera del libro di Lipsia nella categoria Traduzione 2024.

Katerina Gordeeva esule, dichiarata nemica della Russia

Gordeeva, nata nel 1977, è una delle giornaliste indipendenti più influenti in Russia. Vive in esilio in Lettonia con la sua famiglia. Fino al 2012 ha lavorato come reporter televisiva e corrispondente di guerra. Nel 2014 ha lasciato Mosca in segno di protesta contro l’annessione della Crimea da parte della Russia. Nel 2020 ha fondato il proprio canale YouTube, che oggi raggiunge milioni di persone. Leggere il suo libro non è un’esperienza facile, nonostante tra le righe emerga chiara la speranza che questa sofferenza abbia un punto quanto prima. Perché è la lettura di una sofferenza senza senso: «L’uomo ha potuto creare le more senza spine, ma non un mondo senza guerra».

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Titolo: “Oltre la soglia del dolore”
Autore: Katerina Gordeeva
Editore: 21lettere
Prezzo: 19,50 euro

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