Disturbi alimentari e sessualità: quello che non si dice sul corpo che cambia

Quando si parla di disturbi alimentari si tende a concentrare l’attenzione sulla sfera emotiva, comportamentale e psicologica di chi ne soffre, mentre le possibili disfunzionalità fisiologiche dovute alla malattia vengono di solito lasciate un passo indietro. Tuttavia, queste conseguenze possono assumere un peso importante nella quotidianità delle persone con disturbi alimentari, visto che la reazione del corpo a questi disturbi coinvolge fortemente anche aspetti patologici legati per esempio alla vita intima di un individuo, condizionando il modo in cui la sfera sessuale e l’affetto vengono vissuti e/o percepiti dal paziente e dal suo partner. 

Benché la letteratura scientifica includa ricerche e considerazioni sul rapporto tra disturbo del comportamento alimentare e disfunzionalità sessuali, i dati risultano ad oggi limitati e limitanti. La discussione pubblica e scientifica ha trovato ampio spazio sui profili social di chi fa informazione o attivismo, soprattutto dal Covid in poi: attraverso sondaggi, domande aperte e momenti live, argomenti connessi all’intimità vengono sottoposti ad un processo di normalizzazione e condivisione, sdoganando numerosi tabù su temi come l’amenorrea, la perdita di libido e la dispercezione corporea

I dati della malattia e il corpo che cambia

A seguito della recente celebrazione del 15 marzo, giornata nazionale per il contrasto e la cura dei disturbi del comportamento alimentare (o giornata nazionale del fiocchetto lilla), enti e associazioni hanno organizzato incontri per sensibilizzare sui numeri ancora in crescita: circa 4 milioni di persone in Italia affrontano un disturbo alimentare; il picco pandemico registrato dall’emergenza covid è del 30% e coinvolge la fascia più giovane. Il 90% dei soggetti è donna contro il 10% degli uomini; 59% tra i 13 e 25 anni di età e 6% sotto i 12 anni. Il 42,3% dei casi riguarda l’anoressia nervosa, il 18,2% soffre di bulimia nervosa e il 14,6% di binge eating. Questi sono i numeri di chi riesce a chiedere aiuto, il grande lavoro riguarda inoltre sensibilizzare chi ne soffre in silenzio o come intervenire tramite gli enti preposti.

Chi soffre di un disturbo alimentare può andare incontro a disfunzionalità patologiche, comprese alterazioni e complicanze endocrine dovute alla malnutrizione e al basso peso corporeo. La perdita di interesse sessuale inoltre, viene ricollegata proprio alla malnutrizione in soggetti che soffrono sia di bulimia che di anoressia, insieme ad una percezione negativa del proprio corpo in termini di estetica nel raggiungere un determinato peso o vergogna per gli effetti della malattia stessa. Come approfondito nello studio Anorexia Nervosa and Sexuality in Women: A Review (J.Sex Education and Therapy, 2000) a cura dell’Università di Siena, si ritiene che l’alterazione dell’equilibrio degli steroidi ovarici e dei neurotrasmettitori centrali, dovuta appunto alla malnutrizione, spieghi in parte la mancanza di interesse sessuale. 

Si evidenzia nello studio l’opposizione di reazione tra anoressia nervosa e bulimia nervosa. Nel primo caso la dissociazione dal corpo e il distacco dalla propria sessualità vengono associati al rifiuto radicale per il cibo. Nel soggetto bulimico invece, la natura compulsiva e autolesionistica della malattia può tradursi in una necessità spasmodica di rapporti sessuali. 

In alcuni casi, nelle donne che soffrono di anoressia nervosa assistiamo alla scomparsa del ciclo o amenorrea. Per gli uomini invece, la condizione di ipogonadismo all’interno della malattia (inadeguata produzione ormonale di testosterone) è associata a conseguenze come l’impotenza. Con l’aggiornamento del DSM-5 nel 2013 (Manaule diagnostico e statistico dei disturbi mentali) l’amenorrea non è però più inclusa nei criteri diagnostici dell’anoressia poiché non è presente in pazienti ad esordio precoce. Risulta inoltre difficilmente applicabile in pazienti adolescenti con cicli irregolari e non si può applicare in pazienti molto giovani o donne in menopausa.

Relazione tra psicopatologia dei disturbi alimentari e sessualità

Secondo i dati forniti dalla American Psychiatric Association (APA), e pubblicati dall’Isituto Superiorie di Sanità, solo una bassa percentuale di pazienti anoressici guarisce completamente. Il rapporto e le Guidelines pubblicate da APA indicano che più del 44% dei pazienti trattati ottiene dei buoni risultati con recupero del 15% del peso corporeo mancante e con la regolarizzazione del ciclo mestruale. L’anoressia nervosa in Italia conta in media circa 8-9 nuovi casi l’anno per 100mila persone tra le donne, con un valore tra lo 0,02 e l’1,4 tra gli uomini, e un picco tra i 15 e i 19 anni (Ministero della salute).

La ricerca più recente prende ancora in esame la relazione tra mestruazioni, recupero dalla malattia e comportamento sessuale sia nell’anoressia che nella bulimia nervosa. Obiettivo dello studio Eating Disorders and Sexuality: A Complex Relationship (Cambridge University Press, 2020) è stato proprio quello di identificare i fattori psicopatologici e clinici associati al ripristino di mestruazioni regolari e della funzionalità sessuale, e di conseguenza valutare il ruolo della sessualità come moderatore fondamentale nel processo di recupero dopo una terapia di tipo cognitivo-comportamentale individuale (CBT). Il recupero di mestruazioni regolari e il miglioramento della sessualità alla fine della CBT sono stati associati a una maggiore probabilità di avere un recupero completo a tre anni di follow-up. In conclusione, una valutazione che includa l’analisi della funzionalità sessuale in stretta relazione alla psicopatologia di base, risulta fondamentale per fornire informazioni sul processo di recupero a lungo termine.

L’attivismo sui social per parlare di disturbi alimentari

La presenza dei professionisti e degli attivisti su Instagram sta avvicinando sempre di più adolescenti e genitori al tema dei disturbi alimentari. Lo spazio “democratico” su Instagram sfrutta uno schermo per fare da filtro, aiutando a confrontarsi in maniera più disinibita. Una comunicazione costante ed estemporanea online è capace di dare risposte, creare curiosità e proporre un’informazione corretta sui social? Ci risponde Luna Pagnin, facilitatrice di mindfulness e mindful eating certificata, attivista per i DCA e personal trainer, che ogni giorno cura il suo profilo online: “Dalla mia esperienza, da persona che ha sofferto di disturbi alimentari e che, una volta guarita, ha cominciato come professionista della salute a parlarne sui social, stiamo andando verso una direzione meno stigmatizzante dei disturbi alimentari dal punto di vista clinico. Tramite @spaziolunare_,il mio canale Instagram, ogni giorno mi impegno in questa missione partendo dalle parole che utilizziamo nei nostri confronti e nei confronti degli altri su corpo, scelte alimentari e sportive”. 

Sul tema relazioni intime e disturbi alimentari, abbiamo chiesto a Luna di raccontarci il feedback della sua community: “La cosa che spesso si tralascia quando si parla di disturbi alimentari sono le conseguenze sociali che comportano, quali le relazioni amorose fortemente compromesse a causa delle difficoltà che una persona ha con il proprio corpo, i rapporti inclinati con gli amici e famiglia per difficoltà di comunicazione delle emozioni, e la paura e la vergogna di raccontare come ci si sente. Lo riscontro spesso dalle persone che, di fronte ai miei video, mi raccontano le loro esperienze. La condivisione le fa sentire meno sole nel loro dolore, che accomuna tutti coloro che soffrono di disturbi alimentari. Per fare la differenza dobbiamo parlarne utilizzando parole gentili, andando oltre a ciò che vediamo, e cominciando quindi a parlare della sfera emotiva di chi ne soffre”.

I problemi relazionali nei disturbi alimentari e come aiutare un partner che ne soffre

Relazionarsi con un partner, o voler intraprendere una relazione, può essere più complicato per chi affronta una malattia come l’anoressia, la bulimia o il binge eating. Quali sono le paure di cui dobbiamo avere più consapevolezza quando si parla di relazione intima e disturbi alimentari? Carlo Romano, psicologo e psicoterapeuta del Centro DCA di Bari, riporta l’esperienza con i suoi pazienti ad Alley Oop: “Da un lato questi disturbi, soprattutto nelle condizioni di maggior gravità, portano chi ne soffre ad isolarsi socialmente, vivendo dei periodi di umore deflesso, portando così la persona ad essere meno interessata alle relazioni intime come anche all’autoerotismo. Dall’altro lato i giudizi sui corpi, talvolta anche da parte degli stessi partner, possono essere potenti trigger per episodi di discontrollo alimentare oppure di rinforzo alla volontà di controllare il cibo e il corpo”. 

Abbiamo chiesto, poi, qualche indicazione su come comportarsi quando il partner soffre di disturbi alimentari: “Quello che suggerirei a un partner – dice Romano – è innanzitutto di chiedere alla persona che ne soffre in che modo può starle vicina e in generale evitare di focalizzare i propri discorsi sul cibo e sul corpo, anche nei periodi in cui chi ne soffre sta meglio, senza sottolineare quanto si è ripreso a mangiare o quanto si stiano evitando le abbuffate oppure quanto si è ingrassati/dimagriti. Spostare quindi i discorsi alle emozioni, alle esperienze, a come si sta insieme. Se ci si sente spaesati come partner si può chiedere di essere inclusi all’interno del percorso di cura della persona che soffre di DCA attraverso interventi di psicoeducazione o anche dei colloqui di coppia”. 

Il percorso di cura, percepito comunemente come una responsabilità individuale, coinvolge quindi anche chi ci è vicino e può avere un ruolo nel periodo di guarigione o presa di consapevolezza di un disturbo alimentare. Portare l’attenzione su quelle che sono le difficoltà emotive, intime e sessuali di chi vive quotidianamente la malattia, contribuisce ad alleviare il senso di disagio vissuto da un paziente, e a sua volta aiuta a comprendere la gravità di un disturbo alimentare in fase precoce o avanzata.

Lo spazio di attivismo e informazione creatosi sui social media potrebbe invece stimolare l’attenzione della ricerca in merito a temi sempre più dibattuti all’interno delle community dedicate ai disturbi alimentari.

Se hai bisogno di aiuto puoi consultare la lista dei centri operativi in Italia per la cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione fornita dall’Istituto superiore della sanità.

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