Iniziative contro la violenza sulle donne e, parallelamente, lavoro sulla parità di genere a sostegno di tutte le forme di diversità e inclusione. Al Politecnico di Milano, il palinsesto di iniziative organizzato contro un fenomeno che colpisce una donna su tre nel mondo, si inserisce in più ampio contesto di trasformazione. Nella consapevolezza che, per combattere la violenza che nasce da un contesto culturale patriarcale, occorra soprattutto creare una diversa cultura, più paritaria e inclusiva. I numeri, com’è facile aspettarsi in ambito di materie Stem, sono lontani dalla parità, con corsi come Ingegneria meccanica, elettrica, elettronica, informatica, dell’automazione e aerospaziale hanno percentuali di iscritti maschi superiori all’80% sia per la laurea triennale, sia per la laurea magistrale.
Rettore o rettrice non è vezzo, ma visione del mondo
Spostando l’attenzione in materia di linguaggio, dice la rettrice Donatella Sciuto nella prefazione al bilancio di genere 2023, “molti mi chiedono se preferisca il termine ‘rettrice’ o il più tradizionale ‘rettore’. Non è un vezzo. La lingua riflette la nostra visione del mondo. E in una società che cambia, seppur lentamente sul fronte della parità di genere, anche i dettagli possono fare la differenza. Persino ‘ingegnera’, fino a poco tempo fa usato provocatoriamente, è stato sdoganato dall’Ordine professionale come ad intendere che il numero di donne, seppur ridotto nei settori tecnico-scientifici, cresce e inizia a farsi sentire”.
Eliminazione della violenza sulle donne primo tassello di inclusione
Il momento di riflessione sulla violenza di genere, usualmente organizzato dall’ateneo, quest’anno ha avuto un palinsesto più ampio e strutturato. “Questo – commenta Mara Tanelli, delegata della rettrice per la Diversità e l’inclusione – è il nostro modo di affermare con forza che l’ateneo sostiene la parità di genere insieme al supporto a tutte le forme di diversità e che il primo tassello di questa inclusione è chiaramente l’eliminazione della violenza contro le donne e tutte le altre forme di violenza legate alle diverse fobie contro chi è diverso da noi. Dimostrare quanto l’ateneo tenga a questi valori, e quanto li viva ogni giorno nella sua comunità, penso sia un tema importante da affermare anche verso l’esterno, perché penso sia un elemento che ci connota e a cui le nuove generazioni sono molto attente, in particolare le ragazze. Questa attenzione ai membri della nostra comunità unita a una narrazione dell’ingegneria e della tecnologia che ne mostra l’impatto sociale e la complessità dei problemi che può risolvere, è sicuramente una chiave con cui vogliamo anche rispondere alla sotto rappresentazione femminile nelle materie Stem”.
Le docenti al 30% dell’organico, meno nelle posizioni di rilievo
Leggendo il bilancio di genere, la rappresentanza femminile nel personale docente al Politecnico di Milano risulta sostanzialmente stabile nell’ultimo triennio, assestandosi a circa il 30% dell’organico dell’ateneo. A livello nazionale, l’ultimo rapporto sulle carriere femminili in ambito accademico riporta una percentuale di docenti donne nel 2019 pari al 41% complessivamente, che scende al 37% se si guardano i soli ambiti Stem. Un quadro al quale si aggiunge un ulteriore elemento: il fenomeno della così detta leaky pipeline, la metafora della conduttura che perde. Un collo di bottiglia che si stringe mano a mano che le donne si avvicinano a posizioni di rilievo: sono poco più di un terzo nel ruolo di ricercatrice, ma solo un quarto in quello di prima fascia.
Leggero incremento, al 34%, delle studentesse
All’interno del corpo studentesco, l’equilibrio di genere nei corsi dell’ateneo non è costante, specialmente tra le diverse discipline ingegneristiche. Ad esempio, per quanto riguarda la laurea triennale si nota che al Politecnico di Milano la situazione di Architettura è un sostanziale equilibro di genere, mentre si arriva a una prevalenza di corsi a maggior presenza femminile nella facoltà di Design; poco sorprendentemente, si registra una una situazione opposta per quanto riguarda Ingegneria. In generale, negli anni accademici 2019/20, 2020/21, 2021/22 si nota comunque un leggero incremento: le studentesse sono passate dal 33,3% della popolazione al 34%: aumento che, si legge nel bilancio, “anche se a prima vista appare ridotto, in realtà è incoraggiante”. Tra gli obiettivi del Politecnico di Milano dichiarati nel piano strategico per il triennio 2023-2025 vi è quello portare al 30% il numero di corsi di studio in equilibrio di genere; sicuramente un obiettivo ambizioso, volto a mettere in luce alcune contraddizioni tra i corsi di studio in Ingegneria che sono il risultato di stereotipi ancora troppo radicati.
Mostre, dibattiti, teatro contro la violenza sulle donne
Tornando all’attenzione sui temi della violenza, il palinsesto di eventi di quest’anno, che si è snodato attraverso mostre, dibattiti, rappresentazione teatrale, è nato dalla collaborazione tra il servizio Pari Opportunità, il Cug – Comitato unico di garanzia, il gruppo di ricerca DCxCG – Design della Comunicazione per le culture di genere – e il Centro Interuniversitario Culture di genere. “L’attualità quotidiana continua – dice Tanelli – purtroppo a ricordarci quanto il tema sia sempre urgente, quando sia dovere morale di ogni persona e di ogni comunità parlarne e farsi parte attiva nel percorso che deve portare a riconoscere e denunciare ogni forma di violenza, diretta e indiretta, e a tutelare chi di questa violenza è vittima”.
In particolare, il 21 novembre è stata avviata l’apertura dell’esposizione “Non chiamatelo raptus”, mostra di tavole dell’illustratrice Anarkikka sul tema della violenza di genere e del linguaggio dei media nella narrazione del fenomeno. Sarà aperta fino al 3 Dicembre. Il 24 novembre, con un evento dal titolo “We say stop: la grafica per contrastare la violenza contro le donne” ha preso il via la seconda esposizione, allestita nel tunnel del Campus Leonardo – Bonardi. La mostra raccoglie i risultati della prima edizione di “We say stop.” (www.wesaystop.it ), coordinata dalla Valeria Bucchetti, professoressa ordinaria di Design della comunicazione. Una call for poster per studenti e studentesse universitari per progettare manifesti per contrastare, denunciare, prevenire le molteplici forme di violenza agite dagli uomini contro le donne, che ha portato a creare le tavole che saranno esposte al pubblico fino al 6 dicembre. Il 27 novembre scorso presso il Campus Leonardo c’è stato un incontro e un dibattito pubblico sul tema “La vittimizzazione secondaria: una seconda violenza”, tra cui Fabio Roia, magistrato e presidente vicario del Tribunale di Milano, Silvia Terrana, della Polizia Municipale del Comune di Milano, Marco Deriu, membro dell’Associazione Maschile Plurale. La necessità di formazione, a tutti i livelli e per tutte le categorie di persone, è stato uno dei fil rouge che hanno accomunato gli interventi dei relatori nell’ottica di approntare i migliori strumenti per combattere la seconda violenza, la violenza ‘istituzionale’ nei confronti delle donne già vittime. A chiudere è stato spettacolo teatrale, “Barbablù 2.0. I panni sporchi si lavano in famiglia”, realizzato dall’Associazione culturale Teatro in Mostra che affronta in particolare della violenza domestica attraverso la rilettura di una favola classica senza il lieto fine.
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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.
Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.
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