Istituti tecnici superiori, ancora poche iscritte nonostante i fondi del Pnrr

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Sara Alfano, 20 anni, studentessa del primo anno all’ITS Mobilità sostenibile – Aerospazio/Meccatronica di Torino. Frequenta il corso di additive manufacturing e prototipazione e, una volta fuori dall’Istituto Tecnico Superiore, vuole lavorare nell’ambito del controllo numerico, prevalentemente in officina. Sara è approdata all’ITS dall’istituto tecnico per la meccanica e la meccatronica, specializzazione in materie plastiche. “Già alle medie avevo deciso di intraprendere un percorso tecnico, poi devo ringraziare i miei docenti delle superiori che mi hanno incoraggiato“. Eppure Sara fa parte di quel risicato dieci per cento di studentesse presenti all’ITS di Torino. “Meccanica e spazio non sono ambiti per soli uomini – ci dice convinta – Noi ragazze non dovremmo essere spaventate dall’entrare in settori come questi. Io e la mia compagna di corso ci siamo sentite accolte come in famiglia qui all’ITS di Torino” (il racconto su Radio 24).

Sara ha le idee chiare da quando è una bambina, ma gli Istituto Tecnici Superiori non riescono ad essere attrattivi per le ragazze. Un tema questo che rimbalza dalle scuole superiori a indirizzo tecnico, alle facoltà universitarie per le materie STEM. Un problema che emerge in tutte le puntate che Radio 24 dedica agli ITS in queste settimane nel programma “ITS, la formazione del futuro“, in onda il sabato alle 12.

La riforma degli Istituti Tecnici Superiori appena approvata, i fondi in arrivo con il PNRR e una buona campagna di informazione dovrebbero dare una spinta, ma al momento sono davvero pochi gli ITS che vantano un numero discreto di presenza femminile. Fra questi il MITA di Scandicci. Tessuti, pelletterie, accessori: qui si formano gli artigiani della moda 4.0. E la moda viene ancora associata al taglia e cuci delle sarte, un lavoro dunque molto legato al mondo femminile, anche se qui a Scandicci si va ben oltre il taglia e cuci (qui la puntata di Radio 24 dedicata al Mita di Scandicci).

Anche a Parma, all’ITS Tech & Food la presenza di ragazze è discreta, con un 50 per cento nel corso di design e product development. Ma nel percorso più legato alle nuove tecnologie applicate all’industria agroalimentare siamo ad appena il 32 per cento. Percentuale che precipita in ambito meccatronico.
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Cinque le diplomate su 211 a luglio all’ITS Academy Meccatronico Veneto. Ma è donna la diplomata numero mille: Sarah Tonini, ora tecnico superiore per l’Automazione e i sistemi meccatronici. “Ero l’unica ragazza nel mio corso – racconta – e mi sono trovata benissimo con i compagni. A tutte le ragazze appassionate di tecnologia dico che è un corso per tutti, c’è teoria abbinata a tanta pratica“. Ora Sarah sta vagliando diverse proposte di lavoro, piovute da aziende della zona, ma anche da parte di multinazionali.

Aver portato al diploma cinque ragazze è per noi un traguardo significativo – spiega Giorgio Spanevello, direttore generale ITS Academy Meccatronico Veneto – ma si tratta di numeri che non rappresentano il potenziale che una formazione in area meccatronica può offrire a tante ragazze. Di fatto sono sempre molto preparate, entusiaste e positive. Sicuramente un valore aggiunto nelle attività sia in aula sia in teamworking. E guardando poi all’interno delle imprese dove i nostri studenti fanno gli stage, osserviamo la presenza di molte donne lavoratrici, donne che però, se si fossero formate meglio, all’università o all’ITS, avrebbero raggiunto con maggior facilità gradi più alti nell’organizzazione aziendale”.

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