Google pagherà 118 milioni di dollari per discriminazione di genere

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Google pagherà 118 milioni di dollari a circa 15.500 dipendenti donne per chiudere una causa per discriminazione di genere. Alphabet, cui fa capo il motore di ricerca, ha trovato un accordo extragiudiziale relativo all’accusa partita da tre dipendenti che lamentavano di essere state pagate meno di colleghi uomini a parità di mansioni e di non aver avuto le stesse opportunità professionali. La notizia è stata data dagli studi legali che hanno seguito la vicenda per le querelanti (Lieff Cabraser Heimann & Bernstein LLP e Altshuler Berzon LLP) e ora l’accordo andrà al vaglio di un giudice il 21 giugno prossimo.

Come parte dell’accordo, un esperto indipendente analizzerà le pratiche di assunzione di Google e un economista del lavoro, sempre indipendente, esaminerà le retribuzioni dell’azienda. La causa è stata presentata il 14 settembre 2017 con la denuncia di tre dipendenti che hanno accusato la società di sottopagare le lavoratrici, violando così l’Equal Pay Act della California e lamentando un divario salariale con i colleghi uomini di quasi 17mila dollari annui. Inoltre, nella denuncia si sosteneva da parte di Google un comportamento tale nei confronti delle donne da tenerle bloccate in percorsi di carriera inferiori rispetto agli uomini, con la conseguenza di avere retribuzioni e bonus inferiori. La questione riguarda donne che hanno ricoperto o ricoprono 236 tipi di mansioni lavorative in California a partire dal 2013.

Google nel firmare l’accordo ha comunque respinto le accuse mosse dalle querelanti, non riconoscendosi responsabile delle pratiche scorrette attribuite alla società. “Come donna che ha trascorso l’intera carriera nel settore tecnologico, sono ottimista sul fatto che le azioni che Google ha accettato di intraprendere nell’ambito di questo accordo garantiranno una maggiore equità per le donne”, ha affermato Holly Pease, querelante nel caso. “Google, sin dalla sua fondazione, ha guidato il settore tecnologico. Hanno anche l’opportunità di guidare l’accusa per garantire l’inclusione e l’equità per le donne nella tecnologia”, ha aggiunto.

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