Fondi europei, crescono i finanziamenti per le donne della pesca

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Non solo uomini sui pescherecci, nei mercati ittici, negli impianti di acquacoltura. Quella del FEAMP – il Fondo Europeo per gli Affari Marittima e la Pesca – è una storia sempre più orientata all’inclusione femminile. In Europa ma anche in Italia. Dove i 150 progetti con beneficiari donna finanziati dal FEAMP rappresentano una tendenza in crescita.

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Eleonora Iacovoni

Se analizziamo i dati della Programmazione FEAMP, che si è conclusa lo scorso 31 dicembre 2020 – dichiara Eleonora Iacovoni, dirigente ufficio PEMAC IV – Programmazione politiche nazionali e attuazione politiche europee strutturali, Mipaaf – emerge una partecipazione femminile crescente, rispetto alle precedenti programmazioni, nelle misure finanziate in favore del settore della pesca e acquacoltura”.

In un settore storicamente e culturalmente maschile, dove oggi sono 540 le donne regolarmente iscritte all’Inps, 150 progetti finanziati vedono beneficiari di sesso femminile su un totale di 2.112 (pari a circa il 7%), con oltre 22 milioni di euro di risorse impegnate a favore di donne e pagamenti già’ effettuati per più’ di 12 milioni di euro.

Nello specifico – prosegue Iacovoni – tra le misure quella che registra impegni più alti in valore assoluto a favore di progetti presentati da donne è dedicata alla ‘Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura’, per un totale di quasi 13 milioni di euro”.

A registrare, invece, la percentuale più alta di risorse impegnate su progetti presentati da beneficiari donna sul totale, per un valore pari al 35,1%, è la misura per il sostegno a iniziative per ridurre l’impatto sull’ambiente nell’ambito degli investimenti produttivi destinati all’acquacoltura.

Sicuramente questo dato evidenzia una maggiore sensibilità della donna, imprenditrice nel settore della pesca ma anche dell’acquacoltura, verso investimenti a favore dell’innovazione, sostenendo altresì pratiche e tecniche di pesca e di allevamento a basso impatto ambientale”, conclude la dirigente.

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Cristina Tessarin

Donne che prendono in mano il lavoro di famiglia, che spesso provengono dalla pesca costiera artigianale, ma che riescono ad estendere la loro attività a tutti i segmenti della filiera ittica (non solo produzione, ma anche trasformazione e commercializzazione).
Come Cristina Tessarin, 44 anni, che si occupa di semina e raccolta di cozze DOP a Porto Tolle (Rovigo) e lavora da quando di anni ne aveva quattordici.

Un lavoro rappresentativo di un’intera area, in grado di declinare al femminile una professione tipica di Scardovari, frazione di Porto Tolle nota proprio per la mitilicoltura – la cozza di Scardovari è tutelata con marchio DOP. Come ditta individuale, Tessarin non è stata diretta beneficiaria di misure FEAMP, ma partecipa alla cooperativa PO del Consorzio Scardovari, che, ad esempio per il rinnovo degli stabilimenti e dei macchinari per il confezionamento di cozze e vongole, ha fatto ricorso al Fondo. “E’ un mestiere che facevano i miei nonni, poi mio padre e adesso l’ho tramandato a due dei miei tre figli”, racconta Cristina Tessarin.

Diverso il percorso di Sonia Barchielli, direttrice cooperativa Labronica Motopescherecci di Livorno, unica donna in Italia a gestire un mercato ittico. Dopo un’esperienza professionale nel settore della metalmeccanica, Barchielli , 64 anni, è arrivata alla cooperativa circa vent’anni fa, dopo la prima maternità.

Durante il primo lockdown a marzo 2020 il mercato del pesce ha subito gli effetti diretti delle misure di contenimento. Sonia Barchielli, cogliendo una opportunità FEAMP, ha progettato e gestito l’asta elettronica del pesce a Livorno con un evoluto sistema online e una app con codice di accesso.

In pratica abbiamo creato un’asta del pesce online per i grossisti, che sono i nostri principali clienti”, spiega. “A Livorno c’era una mercato ittico vecchissimo. La nostra sfida era vendere a un prezzo equo e aumentare il parco clienti senza poter contare su uno spazio ampio. Oggi possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo, allineandoci ai mercati più importanti del resto d’Europa”.