La prima donna rettrice dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Il primo rettore donna eletto da un’università del Veneto. Tiziana Lippiello guiderà l’ateneo veneziano per i prossimi sei anni. Sono solo 8, lei compresa, le rettrici in Italia.
“Orgoglio non per me – racconta ad Alley Oop – ma per tutte le donne. Perché è il segno di un cambiamento, anche se non sono la sola in Italia. E’ un segnale forte di cambiamento sociale, di forte riconoscimento del nostro ruolo, della nostra intelligenza, delle nostre capacità. Sono contenta, so che colleghe e colleghi desideravano questo cambiamento di genere. E’ un’attenzione anche al tema”.
Lippiello è docente di lingua cinese classica, storia della filosofia e delle religioni della Cina nel Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea. E’ stata direttrice di questo Dipartimento dal 2011 al 2014, di quello di Studi sull’Asia Orientale dal 2009 al 2011. Prorettrice vicaria di Ca’ Foscari con delega alle relazioni con l’Asia (2014-2017) e alle Relazioni Internazionali (2017-2020). Dopo essere stata a fianco del rettore Michele Bugliesi, dal suo insediamento il 3 giugno 2014, Tiziana Lippiello si è candidata al ruolo per consolidare la sua esperienza.
Come ha vissuto da prorettrice in questi anni?
Esternamente nel mio ruolo di prorettrice con delega alle relazioni internazionali ho lavorato con molte prorettrici italiane. In Italia ce ne sono tante, ma ho lavorato bene anche con gli uomini. Non posso dire di avere notato un trattamento iniquo nei nostri confronti, perché siamo tante donne comunque, e siamo state valorizzate dagli uomini. Sono tutti felici di questa svolta al femminile. C’è anche l’ aspettativa di una gestione al femminile, che possa essere forse più inclusiva e di dialogo per la nostra natura di donne.
Quali sono i punti di forza su cui vorrebbe lavorare in questi sei anni che la attendono?
Sicuramente una gestione molto partecipata, condivisa con gli altri, perché è nella mia natura, non solo come donna. Un’attenuazione dei conflitti interni e della competizione sia internamente sia all’esterno nei rapporti con le altre università.
Ha lavorato molto per l’internazionalizzazione dell’attività accademica. Che idea si è fatta sul tema del genere?
A livello internazionale mi sono confrontata con tante colleghe, che avevano questa delega. Quando andavo a trovare università, partners, con cui stringevamo nuovi accordi, ho incontrato soprattutto uomini. E’ un problema non solo nazionale, ma anche internazionale. In Asia, come in Occidente e negli Stati Uniti ho conosciuto molti più uomini in posizioni apicali . Non c’è dubbio, a livello mondiale i rettori sono più uomini che donne. Ho visitato tante università, perché ho viaggiato molto in questi anni.
Con la sua elezione, dopo 50 anni, è tornato alla guida di Ca’ Foscari un rettore umanista. Qual’è il suo sguardo? La sua visione nuova?
Internamente nel mio programma vorrei rompere le barriere tra i dipartimenti e fare in modo che ci siano osmosi e collaborazione. Promuovere la collaborazione tra le varie aree disciplinari e fare conoscere di più i colleghi, incontrarli, avere una gestione condivisa delle discipline, iniziative, progetti. Anche da umanista vorrei offrire una maggiore inclusione delle diversità nelle aree disciplinari, rispetto dei criteri di valutazione e delle differenze, dei diversi livelli, punti di forza delle aree disciplinari dei dipartimenti.
Come ho spiegato da candidata, il mio intento è rafforzare il meglio del lavoro svolto da noi tutti, introducendo un nuovo ‘modus operandi’, basato sul dialogo, sulla valorizzazione delle professionalità, con un’attenzione speciale per i bisogni degli studenti. Propongo un collegamento nuovo con il territorio, nella prospettiva di creare ponti fra di noi, che ci colleghino con la città, con la nostra regione, con il Paese, con l’Europa e con il mondo, secondo la vocazione storica di Ca’ Foscari. Vedo l’ateneo come università pubblica, in cui inserire la vocazione internazionale come opportunità ed elemento di forza nella formazione degli studenti, cittadini operanti in un mondo globalizzato.
Inizia una nuova fase per l’università Ca’ Foscari. Che cosa pensa dell’emancipazione femminile? Questa sua elezione è una vittoria, un traguardo? Un passo avanti? E’ convinta che la collaborazione tra donne, la “sorellanza” sia uno strumento giusto per vincere la disparità?
Nella nostra università stiamo già lavorando in questo senso. Abbiamo creato il Lei, Center for women’s leadership, dedicato alle iniziative delle donne per promuovere il rafforzamento del loro ruolo sociale ed economico nel mondo del lavoro. Vorrei vedere più presenza femminile nella governance dell’ateneo, coinvolgendo le direttrici di dipartimento. Credo che non si debba essere scelte perché si è donne, lo ritengo offensivo, ma per un’intelligenza femminile.