25 anni e una grande grinta: Giulia Viacava è difensore di pallanuoto nell’Orizzonte Catania e nel Settebello Rosa.
Se fino a un paio di mesi fa viveva tra allenamenti per la sua squadra e per la nazionale italiana, da quando l’Italia è nella stretta del lockdown si è rimboccata le maniche.
Non aveva senso per Giulia rimanere con le mani in mano. Con una laurea triennale in infermieristica, si è buttata e ha nuotato a grandi bracciate nella pandemia da Coronavirus, là dove vivono i più indifesi: le residenze per anziani.
La sua vita è cambiata drasticamente: “La pallanuoto prima occupava tutta la mia vita. Era il mio unico impegno, avevo l’abitudine di allenarmi due volte al giorno quasi tutti i giorni”. La passione di Giulia per la pallanuoto, è cominciata quando aveva nove anni: dopo aver provato il nuoto sincronizzato, prima ha giocato a Bogliasco, lo scorso anno a Rapallo mentre da quest’anno a Catania. “Ma adesso la mia quotidianità è molto diversa” continua a raccontare Giulia emozionata ad Alley Oop.
Ha trovato un lavoro presso una Rsa di Genova. Con umiltà Giulia ha preferito non andare a Milano o Bergamo tramite Croce Rossa, perché inesperta su rianimazione e terapia intensiva. Ciò nonostante tutti i giorni sta imparando ad aiutare gli anziani, che in questo momento ovunque hanno bisogno di sostegno fisico ma anche psicologico. “Il carico di lavoro è grande: sia a livello mentale che fisico. La responsabilità è ben diversa da quella di un atleta. I turni di lavoro sono pesanti e durano tante ore, anche notturni“.
Allo stesso tempo, Giulia è consapevole di come la sua esperienza nell’agonismo l’abbia spinta a imparare velocemente e ad adattarsi, perché nello sport è abituata a continue sfide. Infatti racconta: “Lo sport mi ha aiutato ad integrarmi in un gruppo per poter lavorare in serenità e tutti con lo stesso obiettivo, così come a non mollare mai e portare a completamento tutte le consegne che ricevo nel miglior modo possibile“.
Dalla sua, ha la tempra fisica di chi è abituato ad allenarsi due volte al giorno, ma forse ancora più importante la voglia di fare e aiutare, non di aspettare la fine di tutto con le mani in mano a bordo piscina. Così come in questi anni lo sport è stato in grado di trasmetterle valori in cui crede e che vive ogni giorno, questa esperienza difficile le sta regalando altrettanti insegnamenti: “Penso che alla fine di tutto porterò nella pallanuoto il valore della famiglia, delle amicizie che mi sono più che mai vicine in questo periodo. Una delle cose che mi ha colpito di più, che mi ha fatto una profonda tenerezza, è il fatto che questi pazienti non possano avere al proprio fianco i parenti e c’è chi piange perché mancano i propri cari“.
Quando la situazione migliorerà Giulia tornerà senz’altro alla pallanuoto, sebbene abbia già deciso che la sua strada lavorativa sarà in futuro la carriera infermieristica. Per il momento continua così, perché, come racconta ad Alley Oop: “Chiunque può aiutare nel suo piccolo, per esempio rimanendo a casa. È un sacrificio che dobbiamo fare per il nostro bene e per gli altri. Ma soprattutto dobbiamo mantenere vivo il pensiero che davanti alle difficoltà non ci si deve fermare mai, non ci si deve abbattere: dobbiamo credere che andrà tutto bene”.
Grazie Giulia, perché non hai avuto paura di cercare nel cestino dei tuoi doni e delle tue competenze e hai tirato fuori la generosità e una brava infermiera.