Assegnato il World Press Photo 2019: lacrime dal Messico

Questo weekend è stato assegnato il World Press Photo 2019: il premio più prestigioso al mondo in quest’ambito, l’Oscar della fotografia, è andato al fotoreporter americano John Moore dell’agenzia Getty Images.

wppf-2019photocontest-poynominee-johnmoore

Crying Girl on the Border. © John Moore / Getty Images

La sua foto, “Crying girl on the Border”, è stata scattata il 12 giugno 2018 nella cittadina texana di McAllen, alla frontiera fra gli Stati Uniti e il Messico: è raffigurata Yanela, una bambinetta honduregna che scoppia a piangere non appena la madre, Sandra Sanchez, che la teneva in braccio è costretta ad appoggiarla a terra, mentre viene perquisita da un agente della polizia di frontiera americana,

È un’immagine di forte impatto: anche se la scena è notturna le luci frontali e radenti la illuminano violentemente, ma sono le linee di forza che costruiscono lo spazio a dare drammaticità, perché la piccola Yanela risulta quasi schiacciata contro l’auto da quei due corpi adulti -di cui vediamo solo la porzione di tronco dalla cintola in giù- disposti nella direzione opposta alla sua. L’inquadratura ha una connotazione claustrofobica, ma soprattutto il taglio dell’immagine di Moore ci costringe a guardare la scena dal punto di vista della bambina: ci vengono prestati gli occhi di Yanela, abbagliati dalla luce dei fari puntati su di lei, ed è da lì sotto, da quel punto ad altezza di gambe da dove noi non siamo più abituati a vedere il mondo attorno a noi che dobbiamo entrare nella scena. Noi di solito guardiamo da più in alto e vediamo le cose con gli occhi della nostra razionalità e abitudini percettive, mentre Yanela vede solo le gambe a cui vorrebbe stringersi, ma non può, quelle della mamma, bloccate in una posizione strana, tenute ferme da un tizio in abiti grigi e guanti di lattice azzurri (quelli usati per le perquisizioni corporali); ci possiamo immaginare quel che succede attorno: rumori, grida, altre luci, poliziotti, migranti, fotografi, ecc.. Eppure tutto questo resta fuori, Moore ha deciso di raccontare la grande questione dell’immigrazione messicana negli Stati Uniti e la battaglia di Donald Trump “tolleranza zero” da un altro punto di vista, facendosi piccolo, mettendosi nei panni di una bimba e di sua mamma, coinvolte con la loro vicenda personale in una questione enormemente grande, che le colpisce in pieno.

La foto già l’anno scorso venne ripetutamente pubblicata e citata come esempio delle drammatiche separazioni dei figli dai genitori, divenendo in breve tempo un’icona mediatica su questi temi, il che fa pensare che abbia avuto un suo peso nella decisione, presa da Trump il 20 giugno 2018 (una settimana circa dopo lo scatto), di firmare un ordine esecutivo che impediva la divisione delle famiglie di immigrati irregolari al confine con il Messico. Circolò successivamente anche la notizia che in questo caso, fortunatamente, madre e figlia continuavano a vivere assieme.

time-front

Copertina del Time del 2 luglio 2018

In una delle sue caustiche copertine, quella del 2 luglio 2018, il “Time” montò il dettaglio della piccola Yanela in lacrime (da un’altra foto dello stesso reportage) di fronte al presidente Trump, sotto la scritta “Welcome to America”.

John Moore è un reporter di lungo corso: ha lavorato in 65 paesi diversi, seguendo alcune delle principali emergenze e crisi internazionali degli ultimi vent’anni, dal Nicaragua all’India, dal Sudafrica al Pakistan, dall’Egitto al Messico; vinse nel 2005 -quando era nell’agenzia AP (Associated Press)- il premio Pulitzer nella categoria Breaking News per le sue foto della guerra in Iraq, mentre nel 2008 si aggiudicò la prestigiosa medaglia d’oro Robert Capa Golden Medal per le immagini dell’assassinio della presidente del Pakistan Benazir Bhutto.

john-moore

John Moore

Negli ultimi anni ha concentrato la sua attenzione sugli Stati Uniti, occupandosi però sempre di questioni dal respiro internazionale come quella dell’immigrazione: per otto anni ha percorso il confine tra Messico e USA per osservare questo fenomeno tanto complesso e delicato da molteplici punti di vista; frutto importante di questo lavoro da fotoreporter e giornalista impegnato, coscienzioso, preoccupato di non farsi tirare per la giacca da nessuna parte politica, come racconta nel breve video con il quale commenta la sua foto, è il libro Undocumented: Immigration and the Militarization of the U.S.- Mexico Border pubblicato l’anno scorso.