Troppo spesso si dimentica che le donne che subiscono violenza non si esauriscono affatto nei loro ruoli di mogli, compagne o ex. Troppo spesso intorno a loro, nei luoghi di lavoro o nelle reti familiari e amicali, si ignora l’incubo che vivono, talvolta da anni, quasi sempre tale da stravolgere le loro quotidianità. È successo a S., dipendente Ovs di Vercelli: lo scorso febbraio l’ex compagno che non si rassegnava alla fine della relazione ha speronato la sua auto nel parcheggio davanti al negozio e le ha dato fuoco. Soltanto l’intervento tempestivo del responsabile del punto vendita e di altri colleghi ha permesso alla donna di sopravvivere, seppur gravemente ustionata. La reazione dell’azienda è stata fattiva, e potrebbe diventare apripista per altre iniziative analoghe: è stato messo a disposizione di tutte le dipendenti e i dipendenti uno sportello di ascolto, gratuito, gestito da un’avvocata esperta in materia di maltrattamenti e violenza.
“Ci siamo interrogati subito su come rispondere – racconta Dario De Gregorio, direttore Sviluppo risorse e organizzazione di Ovs – perché c’erano due fatti da sottolineare: ovviamente la stigmatizzazione dell’atto, ma anche la valorizzazione dell’intervento molto deciso del nostro personale che ha consentito di salvare la vita a S. Una cosa grandissima. In realtà quando stavamo discutendo su cosa dire, volevamo che l’azienda prendesse una posizione in difesa non solo delle donne, ma del diritto delle persone a vivere la propria vita. Il valore dell’individualità, della diversità, soprattutto in un’azienda come la nostra che conta il 70% di dipendenti donne sentivamo importante comunicarlo. Insieme alle parole, è stato quindi deciso di replicare con i fatti. Oltre a una dichiarazione – continua De Gregorio – è bello anche mettere in campo una risposta reale. Io lavoro da tanti anni nelle risorse umane e so benissimo quanto siano importanti le parole e le prese di posizione. Però è ancora più importante un’azione reale. Allora ci siamo detti: perché non offriamo un sostegno concreto?”.
Ci vuole una sensibilità particolare per studiare la reazione adeguata a fatti gravissimi come quelli di Vercelli, di cui le nostre cronache sono purtroppo piene. De Gregorio sottolinea: “Capisco bene il valore delle azioni al di là delle parole. Ci ha colpito che la situazione che S. stava vivendo non era conosciuta all’interno dell’azienda, nel negozio e tra i colleghi più vicini. Perché? Perché molto spesso chi vive situazioni di questo genere prova anche una gran vergogna e non riesce a esternare la propria condizione di difficoltà agli amici, ai familiari e ai colleghi. Per questo abbiamo voluto informare i nostri dipendenti che, anche se vivono situazioni meno gravi di quello che è successo a Vercelli, l’azienda è presente e può supportarli”.
Con una lettera inviata a tutti i collaboratori Ovs, l’amministratore delegato Stefano Beraldo ha dunque comunicato l’attivazione di un servizio di sostegno gratuito per chi dovesse trovarsi in situazioni simili e l’indirizzo email dell’avvocata di riferimento, che potrà fornire informazioni e supportare chi ne avesse bisogno a protezione della propria incolumità. “Tutto chiaramente nel pieno rispetto della privacy”, chiarisce De Gregorio. “Un’iniziativa dell’azienda, ma non gestita dall’azienda, perché si tratta di problematiche individuali e private. Chiunque potrà contattare la legale per capire quali possono essere le soluzioni, come sporgere denuncia, qual è il centro antiviolenza più vicino a cui rivolgersi, che tipo di supporto è necessario per mettere in piedi delle azioni”. Per un’azienda con 7mila dipendenti sparsi su tutto il territorio nazionale, era fondamentale poter offrire un punto di riferimento valido per tutte le regioni.
Il Direttore sviluppo commenta: “È stata una risposta corale, con un’adesione totale, dall’Ad in giù. Una risposta di cui, come azienda, vado fiero e che funziona: non siamo a conoscenza di quello che viene segnalato, ma sappiamo che ci sono dipendenti che stanno utilizzando il servizio”. Utilissimo per spezzare l’isolamento, uno degli elementi classici della spirale della violenza, che spinge la donna a minimizzare le tensioni e a nascondere a se stessa e all’esterno la pericolosità della situazione che vive. De Gregorio rifiuta di parlare del costo a carico di Ovs. “Nessuno di noi – dice – ha minimamente messo sul tavolo alcun tipo di analisi costi-benefici. I benefici nei confronti delle persone sono dieci miliardi di volte superiori a qualsiasi tipo di costo che possiamo sostenere. Non c’è paragone. Il nostro auspicio, ovviamente, è che l’avvocata lavori il meno possibile: ci auguriamo che ci siano sempre meno casi”.
Ovs non è nuova ad azioni volte a un’attenta gestione della diversity. Da un anno e mezzo offre alle neomamme e ai neopapà l’iscrizione gratuita al master online Maam, che punta a riconoscere tutte le competenze che si mettono in campo quando si diventa genitori e che possono avere un’applicazione pratica all’interno delle aziende, dalla definizione delle priorità all’empatia. “È una grandissima soluzione a sostegno della genitorialità accolta da tante altre grandi aziende – commenta De Gregorio – che si affianca a un programma di incontri che facciamo a cadenze regolari su tematiche relative a gestione dei pericoli informatici e bullismo”. Altro fronte, quest’ultimo, su cui Ovs è impegnata: a febbraio, in collaborazione con Fare x Bene Onlus, è stato lanciato il primo evento di formazione online sul tema dell’uso sicuro dei social e del web. E per il terzo anno consecutivo, con il supporto del ministero dell’Istruzione, collabora al progetto “Chi bulla perde”. La filosofia è sempre la stessa, come sintetizza De Gregorio: “Fornire strumenti ai dipendenti per far diventare momenti importanti della loro vita privata un valore per se stessi, ma anche per l’azienda”.