Quasi 8 milioni di persone in Italia sono single, e la metà non è mai stato sposato. Un esercito di solitari che porta le famiglie unipersonali a essere oltre il 30% delle famiglie italiane – erano solo il 13% nel 1971. Uomini e donne che “ballano da soli” e, festeggiano il giorno successivo a San Valentino: il giorno di San Faustino – le spiegazioni popolari attribuiscono questa scelta al significato del nome Fastino, da Fausto: “fortunato”; quindi fortunato perché single… oppure adatto a propiziare la ricerca dell’anima gemella a chi non ce l’ha.
Ecco appunto: quante probabilità hanno queste persone di trovare l’amore, se lo stanno cercando?
Assumendo che gli inglesi non siano poi tanto diversi da noi, prendiamo a prestito una ricerca fatta dall’Università di Bath che, basando il proprio calcolo su 18 fattori di selezione, come per esempio età e localizzazione dei potenziali innamorati, ha stabilito che le probabilità che abbiamo di trovare un partner (se lasciamo fare al fato) sono… una su 562. Se consideriamo che, secondo il National Safety Council americano, le probabilità di morire investiti da un’auto sono una su 623 e quelle di essere colpiti da un’arma da fuoco sono una su 300 (negli Stati Uniti!), le probabilità di trovare l’amore sembrano proprio un po’ pochine, e non consola sapere che aumentano se si ha un’età compresa tra i 65 e i 74 anni, arrivando a una probabilità su 304.
Come facilitare il fato, e aumentare le nostre probabilità di non restare soli?
I decaloghi si stanno moltiplicando e in Gran Bretagna hanno fatto una stima di quale siano le azioni più efficaci dando loro una percentuale precisa. Non sarebbe il caso di fare un’analisi costi e benefici, parlando d’amore, ma tutto sommato sapere cosa influenza maggiormente il successo della ricerca, forse può aiutare.
Iniziamo sfatando un mito: incontrare gli amici degli amici migliora le nostre chance solo del 4%, e ancora peggio fanno gli incontri combinati dalla famiglia, con un misero 1% di miglioramento. Quindi contare sulla nostra rete di contatti, non sembra essere la strategia più “proficua”
Top tre delle cose da fare per innamorarsi (ed essere amati!), secondo i ricercatori della Bath University sono:
1) iscriversi in palestra e, una volta lì, chiacchiera con le persone. Certo sembra banale e scontato, ma dati alla mano migliorera le probabilità di trovare l’amore del 15%. Resta sempre da vedere se la nostra metà sia tipo da palestra o meno!
2) accettare inviti a bere drink dopo il lavoro: basta questo perché le tue probabilità aumentino del 16%. In questo caso in Gran Bretagna l’abitudine a passare dal pub dopo l’orario di lavoro, aiuta. In Italia si va di aperitivo, ma è meno frequente che lo si faccia con le persone con cui si lavora.
3) infine, se usi in modo sistematico i siti di dating (ma qui occorre evidenziare che tra i committenti della ricerca c’era il sito di dating online eharmony) migliori le tue probabilità di trovare l’amore ben del 17%. In questo caso, però, diventa quasi un impegno quotidiano che va dallo screening al primo contatto, dall’approfondimento della conoscenza via telefono agli incontri di persona. E perché funzioni probabilmente bisogna andare sui grandi numeri e darsi tempo.
Questi dati un po’ sconsolanti giustificano forse l’atteggiamento di quel 15% di persone che restano in una relazione pur sapendo e affermando chiaramente di non essere innamorati: d’altronde, là fuori è una giungla, e le probabilità di uscirne sono davvero scarse!