«Lea Garofalo ha fatto da apripista. Oggi stiamo assistendo ad un fenomeno nuovo e in crescita, le mamme degli ‘ndranghetisti chiedono di salvare i loro figli da un sicuro destino di killer o di vittime e dal loro contesto familiare, chiedendo di mandarli lontano. Il loro coraggio è una rivoluzione copernicana che sta scardinando un sistema dall’interno. Ed è stata Lea Garofalo, con il suo esempio, a dare il là a questo percorso».
Don Andrea Bigalli, coordinatore Libera Toscana, spiega in poche battute il ruolo di Lea Garofalo che ogni anno il 21 marzo viene ricordata nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, nel lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
E’ questa donna, strangolata e il cui cadavere poi venne bruciato dal suo compagno perché voleva ribellarsi alla logica e alla cultura ‘ndranghetista per ricominciare una nuova vita per sua figlia Denise, ad aver ispirato la Giornata del Coraggio Femminile, iniziativa che si terrà sabato 5 maggio a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, suo paese natale. Giunta alla sua quinta edizione, quest’anno vedrà il conferimento del premio a Giovanna Petrocca «Per l’impegno costante e perseverante accanto e a favore delle donne contro la violenza domestica, contro il traffico di essere umani nell’ambito di operazioni a grosso rischio, riguardante soprattutto lo sfruttamento della prostituzione, per il coraggio e la determinazione dimostrata nei tanti anni di carriera in polizia, che l’hanno vista protagonista attiva, mettendosi in evidenza nella lotta al crimine e alla violenza nelle sue varie forme, come per esempio il Progetto “Questo non è amore”, iniziativa solidale della Polizia dello Stato che ha portato quasi 19 mila persone nei camper della stessa Polizia per informazioni, suggerimenti e denunce contro la violenza di genere, distinguendosi fin dai suoi albori come commissario, poi come dirigente e ora come questore, viene ufficialmente proclamata vincitrice della quinta edizione 2018 sul “Coraggio Femminile” il neo Dirigente Superiore della Polizia dello Stato, la dott.ssa Giovanna Petrocca». L’evento, che nasce un’intuizione del sindaco Amedeo Nicolazzi, è organizzato dalla locale proloco “Perseo”, presieduta da Alida Donnici, con una composizione quasi tutta “rosa”, molto attiva e sensibile su questo fronte.
Parole come coraggio ed esempio, forse sono un po’ abusate negli ultimi tempi. Ma mai come in questo caso riescono a descrivere adeguatamente la storia e la figura di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia e vittima di ‘ndrangheta e ribadiscono l’impegno della memoria, perché il suo sacrificio non resti vano. «Nel 2008 Lea Garofalo si avvicinò a don Luigi Ciotti, fondatore e presidente del Gruppo Abele e di Libera, presentandosi come una collaboratrice di giustizia, completamente sfiduciata nei confronti dello Stato e delle istituzioni, ma intenzionata a riappropriarsi della sua dignità, del suo nome e del suo cognome e di un futuro per lei e soprattutto per la figlia Denise» ricordano gli organizzatori in una nota.
L’eredità di Lea, cui sono stati dedicati un film Rai di Marco Tullio Giordana e un libro, ha fatto nascere così frutti inaspettati: «Fu uccisa dal compagno – ricorda il cronista Sandro De Riccardis, autore del libro La Mafia siamo noi (Add Editore, 2017) – perché Lea Garofalo aveva dimostrato la volontà di ribellarsi a quella logica, di emanciparsi da quella cultura che mette al primo posto il legame familiare di boss o degli affiliati anche in fatti di sangue. Ha indicato la via per le donne calabresi, e di ogni Sud, ma anche in molte parti del Nord Italia oggi, che c’è un’alternativa ad un destino che appare inevitabile».
«Nel corso delle precedenti edizioni, oltre che alla memoria di Lea Garofalo, lo stesso premio è stato assegnato alla ricercatrice Aurelia Bruni, alla memoria di Mamma Giuseppina, morta nel vano tentativo di salvare dalle fiamme la figlioletta di sette anni, alla sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, coraggiosamente impegnata al fianco degli immigrati e a Franca Parise, da lustri al fianco dei propri figli diversamente abili – aggiungono gli organizzatori – donne straordinarie che hanno declinato nella propria quotidianità tutto quel coraggio necessario ad affrontare dignitosamente problematiche alle volte più grandi di loro».