Preparare un Ted Talk o un intervento sul palco che sia simile richiede tempo, concentrazione e molto lavoro su di sé per una condivisione empatica e intellettuale. E più il relatore saprà comunicare efficacemente, più aumenterà la sua capacità di lasciare un‘impronta, a prescindere dall’argomento trattato. Benché non esistano modalità standard o clichées da seguire, ragionevolmente possiamo dire che tra gli ingredienti per la buona riuscita di un Ted ci sono:
-validità dei contenuti
-scelta del registro espositivo più efficace
-uso appropriato dello spazio scenico
-gestualità
-tono della voce
-ritmo
-capacità di interazione con il pubblico.
Due esempi concreti possono aiutare a comprendere meglio cosa possa funzionare e cosa no quando si sta sul palco a parlare, di sé, ad un pubblico. Per questo abbiamo scelto un esempio americano, più lontano dalla nostra cultura, e un esempio italiano:
Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook e fondatrice di Leanin.org, è stata inserita dal Time nella classifica delle 100 persone più influenti al mondo nel 2012. Nel 2010 ha partecipato a TED Talks con un intervento: “Sul perché le donne leader sono troppo poche”.
Claudia Parzani, managing partner di Linklaters per l’area Western Europe, presidente di Allianz Italia, membro del cda di Borsa Italiana e nella classifica “10 Global Champions of Women in Business” pubblicata dal Financial Times e da HERoes la scorsa settimana.
Sheryl Sandberg e Claudia Parzani, accomunate dal fatto di essere entrambe molto impegnate sul fronte della parità di genere e della valorizzazione delle donne sul lavoro, hanno sceltodi parlare delle difficoltà per una donna di conciliare un luminoso percorso professionale con una soddisfacente realizzazione personale. Nel loro raccontare e raccontarsi non vi è alcuna ombra d vittimismo, al contrario, entrambe sdrammatizzano le situazioni più “faticose” e questo crea subito connessione e complicità con il pubblico. Due professioniste abituate a contesti anche molto formali di alta finanza, che nello scegliere il registro per il loro intervento hanno preferito un “medio-colloquiale”, con il ricorso all’ironia, più velata in Parzani, più spinta in Sandberg.
Sheryl Sandberg affronta nello specifico il tema dell’autostima e dell’uguaglianza. Parla anche di ciò che ancora le manca e che vorrebbe realizzare, si espone e porta domande più che fornire risposte. A livello gestuale, i movimenti delle sue mani e delle braccia sono misurati e decide spesso di fermarsi al centro, dando così più forza a ciò che vuole dire in quel preciso istante. Spesso accompagna la battuta con un ottimo uso dei tempi comici. Il ritmo della voce è vivace, con pause frequenti, a volte lo cambia proprio per sottolineare un concetto particolare. Inoltre, osservando la postura, si nota come tenda leggermente a protendersi verso il pubblico in sala, ed è per la maggior parte del tempo in posizione frontale: si predispone al contatto, è “in apertura”.
Claudia Parzani sul palco si muove di più, come a seguire il flusso dei pensieri. Possiamo osservare una gestualità prevalentemente morbida e il sorriso aperto di chi non tenta di catturare a forza l’altrui simpatia ma che, invece, è portato per doti naturali a stabilire intorno a sé un’atmosfera incoraggiante. Lo sguardo è diretto. Da quello che emerge nel video, sembra essere una persona capace di ascoltare e contemporaneamente di ascoltarsi, di vivere, cioè, affidandosi anche alle proprie sensazioni. Questa è una modalità comunicativa che rivela sicurezza, fiducia in sé stessa e coraggio nelle proprie scelte.
In alcuni frammenti del video Claudia Parzani sembra proprio “andare dentro” il suo corpo, dentro la sua anima, quasi a sfiorarla con le mani per portare all’esterno, agli altri, quello che ha provato e sta provando o rivivendo. Le sue emozioni sembrano emergere dal cuore, dalla pancia; è lì che lei va a riprenderle.
Se ne osserviamo la postura possiamo vedere che assume posizioni comode, rilassate e la sua testa è spesso inclinata: questo particolare rivela tendenza all’ascolto e apertura ed è un attitudine propria di chi è interessato alla relazione. Il ritmo è sicuro, agile ma la sua voce -giocata su una tonalità media con alcuni bassi- è calma, pacata anche quando esce dalla propria zona di comfort. Infine, se ascoltiamo attentamente, possiamo notare che non usa mai parole come rischiare, difficoltà o termini simili, per scegliere invece: opportunità, crescere, dare, insegnare, portare, dare una spinta.
Nell’insieme i due Ted Talks sono assolutamente espressivi, fluidi e coinvolgenti.
Dopo averli osservati, tutto ci sembra possibile, e le protagoniste pare ci dicano: “io ho potuto farlo, lo faccio, puoi farlo anche tu”.
Sheryl Sandberg potrebbe utilizzare una maggiore morbidezza nei gesti per contrastare e arricchire ulteriormente le sue performances, non certo per compensare l’assertività delle sue argomentazioni. Claudia Parzani, dal canto suo, risulta essere una comunicatrice complessa, abituata per lavoro a relazionarsi con l’esterno, ad ascoltare gli altri eppure capace, come abbiamo visto, di una ricerca espressiva, nel qui ed ora, anche dentro di sé. Nel Ted Talk analizzato cattura quasi ipnoticamente l’attenzione, mostrandosi così non solo come una donna dai forti contenuti e dalla indiscutibile preparazione, ma anche in grado di coinvolgere profondamente.
Per mia curiosità, ho voluto provare “conoscerla” anche studiando altri video.
Guardate ad esempio come cambia nel filmato girato per il Positive Economy Forum a San Patrignano nel 2015.
Anche in questo caso Parzani sceglie di comunicare partendo dalla propria esperienza personale, di professionista e anche di madre: il video inizia infatti con immagini molto dolci a casa con le tre figlie. Ma appena lei entra nel vivo del suo intervento, la differenza dal Ted Talk analizzato in precedenza è notevole: i suoi gesti ora sono asciutti, decisi, quasi geometrici; non abbiamo più quella morbidezza vista prima, le frasi sono brevi e modula sapientemente il volume della voce nei punti in cui vuole essere certa di trasmettere chiaramente le proprie convinzioni.
Con questa duttilità espressiva potrebbe provare, nei suoi prossimi interventi pubblici, a inserire, di tanto in tanto, quelle che nel gergo attoriale si chiamano “spezzature”: alternare, cioè, in uno stesso intervento, attimi delle “diverse Claudie”, le “Claudie” che ci è stato possibile intuire anche solo in due video di riferimento, e che ci sono, convivono dentro di lei e sono, indubbiamente, tutte molto efficaci.
Nei casi che abbiamo preso in esame, la parola “rappresentare” indica il desiderio di esporre e sostenere ciò in cui si crede e anche la ricerca del modo migliore per “presentarlo” agli altri come potrebbe fare un attore sul palco, ovvero in una situazione con rigorosi limiti in cui nulla può essere lasciato al caso. Sul palcoscenico, molte sono le sfide: ci sono le luci da prendere, ci sono tempi da rispettare e, soprattutto, c’è la presenza di un altro da sé -il pubblico- che non è mai “estraneo” ma il cui coinvolgimento è determinante per la riuscita dell’evento. E ognuno, nel suo piccolo, prima o poi si trova su un palco. Qualche consapevolezza in più non può che essere di aiuto.