Mancano 13 giorni all’inizio della scuola. I primi studenti, quelli di Bolzano, torneranno sui banchi già martedì 5 settembre; gongolano invece i miei figli, che sono milanesi e possono rilassarsi al mare fino all’11 settembre. Io però gongolo un po’ meno: abituata alle pianificazioni di breve e medio periodo, non ho mai spinto lo sguardo fino a un orizzonte di decenni, ma se penso a quanto mi costerà la scuola dei miei figli, dall’asilo fino all’università, mi prende un brivido. Qualche anno fa Cittadinanzattiva calcolava circa 44mila euro a figlio, dalle tasse scolastiche ai trasporti, merendine e cancelleria incluse. Alla faccia dell’articolo 34 della Costituzione che vuole la scuola libera e gratuita. Ma nel mondo globalizzato in cui viviamo noi e ancor più vivono i nostri figli, la vera domanda è un’altra: 44mila euro a testa sono tanti o sono pochi?
Uno è portato a pensare che l’Italia – dove esiste l’opzione della scuola pubblica gratuita dai 3 ai 18 anni e dove le università statali non hanno rette irraggiungibili – non sia certo tra i Paesi più costosi per i genitori che vogliono dare un’istruzione completa ai loro figli. La buona notizia è che siamo in linea perfetta con la media mondiale. La cattiva notizia è che ci sono molti Paesi dove studiare costa meno che da noi. E non necessariamente si tratta di Paesi emergenti.
A fare i conti in tasca alle famiglie di mezzo mondo è il colosso bancario britannico Hsbc: la classifica si apre con il l’esclusiva Hong Kong, dove il percorso di studi dall’abc alla laurea si paga ben 132mila dollari, e si chiude con un Paese low cost, dove per lo stesso iter si pagano solo 16.700 dollari a figlio. Qual è questo Paese? Tornate su al titolo e fate la vostra scommessa. L’Egitto, dite? Fuochino: qui l’istruzione costa 16.800 dollari a figlio, economica sì ma si può ancora fare di meglio. Ebbene, con 100 dollari in meno di media, il Paese più economico al mondo è la Francia. Rispetto all’Italia, per l’esattezza, per studiare qui si spende un terzo.
Se nelle vostre stelle, per il 2018, c’è in previsione un trasferimento di lavoro e siete preoccupati di quanto vi costerà portare i figli con voi, date un occhio anche a queste altre mete, di sicura tradizione scolastica e decisamente meno care dell’Italia. Il Canada, per esempio: non è proprio sottocosto come la République ma qui si parla sia inglese che francese e dall’asilo all’università non si spendono più di 23mila dollari. Nemmeno la sponde britanniche – se si rinuncia ai college più blasonati come Oxford o Cambridge – sono poi così inaccessibili: per un’istruzione dai 4 ai 22 anni nel Regno Unito si spendono intorno ai 24.800 dollari.
Chi invece supera l’Italia sono gli Stati Uniti: qui ci si muove soprattutto tra scuole private e un figlio tra i banchi costa in media 58.400 dollari. Peggio ancora sono messi i genitori di Singapore, dove l’istruzione si paga oltre 70mila dollari a figlio – ma consolatevi, gli affitti sono ancora più proibitivi – così come le famiglie di Dubai, che per ciascun pargolo devono mettere da parte 100mila dollari. E la Cina? Dimenticatevi il potere al popolo e il minimo garantito a tutti: così come l’assistenza sanitaria e le pensioni, anche per studiare si paga di tasca propria. Ben 43mila dollari a figlio. E ora che Pechino ha messo fine alla politica del figlio unico, le famiglie dovranno incominciare ad accantonare il doppio.
