Guida semiseria al bon ton in vacanza

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Fontane scambiate per piscine, spiagge invase di mozziconi di sigaretta, aiuole verdi su cui sgommare con la moto, grigliate familiari che inquinano un’intera collina, chioschi bar presi d’assalto come in un Day After. Ma anche appassionati di montagna così appassionati da strappare piante locali per travasarle sul balcone in città, e moto d’acqua che sfrecciano rumorose a pochi metri dai bagnanti

Potremmo chiamarli momenti di vacanziera arroganza? O semplicemente di grande superficialità? È vero, la vacanza significa prima di tutto libertà e divertimento dopo mesi di doveri e fatica. Però staccare dal lavoro non dovrebbe significare mettere in stand by anche il buon senso. Non ci credete? Di seguito una lista di  storie vere di tutto ciò che non si dovrebbe mai fare in vacanza.

Naufragio in piscina. Tuffarsi a bomba, creando spruzzi d’acqua giganteschi che possono disturbare gli ospiti che si rilassano a bordo piscina non è una buona idea. Specialmente se in acqua ci finisce anche un’auto, come accade a  Keith Moon, batterista degli WHO, nel 1967. Infastidito da una visita ricevuta in hotel dopo il concerto, il musicista iniziò a distruggere la propria stanza, quindi si spogliò e salì a bordo di una Lincoln Continental che si trovava nel parcheggio tuffandosi con la stessa nella piscina dell’hotel. Il risultato? Danni per quasi 25mila dollari dell’epoca, e il divieto di accesso a vita a tutti gli Holiday Inn per la band.

Ping pong al ristorante. Per non inimicarsi i favori del personale meglio evitare di essere esigenti oltre il ragionevole come fece Anne Hathaway arrivando a  respingere la colazione per ben quattro volte nella stessa mattina perché l’uovo non era mai cotto a dovere. Meglio evitare anche di seguire l’esempio di Catherine Zeta Jones che spesso chiede cibi e piatti non previsti nel menu mandando in crisi la cucina. E non è un bel gesto nemmeno quello di lasciare la cena mentre il resto della tavolata deve ancora finire di mangiare (e con il conto da pagare) come ha fatto più volte Tiger Woods.

Barbari nelle città d’arte. Se immaginiamo che il decoro debba fare da sfondo alla bellezza e il prestigio delle nostre città e del nostro Paese, possiamo pensare che lo siano anche i piedi nelle fontane, le lattine sparse o le ‘scalate’ sui monumenti per un selfie? Il Comune di Firenze ad esempio ha emanato il divieto di “bivaccare mangiando e bevendo sui sagrati delle chiese e dei palazzi storici”. Si tratta di una norma prevista sia nel regolamento di polizia urbana sia nel piano di gestione dell’Unesco, secondo quanto dichiarato dal sindaco Dario Nardella, “perché il centro storico di Firenze è patrimonio dell’Unesco (…) I turisti sono una grandissima risorsa, però è chiaro che bisogna avere rispetto delle città che si visitano”.

Défilé in barca. Se volete farvi odiare dal capitano, la strategia migliore è quella di salire a bordo di uno yacht con i tacchi. Sulle imbarcazioni private sono ammesse, infatti, solo le calzature piatte, con suole morbide e gommate. Il motivo? I tacchi rovinano i delicati rivestimenti in legno,  e rischiano di graffiarli e segnarli. E non è da sottovalutare nemmeno il difficile esercizio di equilibrio su un mezzo che galleggia. Un problema che tuttavia non deve aver impensierito le numerose celebs presenti a Cannes lo scorso anno, che parevano aver confuso le passerelle delle barche con quella del Festival.

Igiene in aereo. Le emergenze, si sa, portano a comportamenti inusuali. Come scambiare il carrello delle bevande per un fasciatoio per cambiare il pannolino. Episodi come questo sono stati denunciati della hostess Heather Wilde su Quora, in un articolo sulle cose più strane accadute in aereo.

Desert Storm. Una delle cose più fastidiose che può accadere quando si è sdraiati al sole (e magari ben incremati) è essere improvvisamente avvolti da una nuvola di sabbia che si alza da un telo sventolato a distanza ravvicinata, o dalla corsa veloce dei ragazzini che sfrecciano a 10 centimetri di distanza da noi. Per non parlare delle mamme che tutto il giorno, e senza muoversi dal lettino, urlano (o ululano) le varie note di servizio ai propri bambini a decine di metri di distanza.

Saranno buone vacanze? Ce lo auguriamo davvero! Ma se anche le cose non andassero tutte dritte, le notti fossero insonni per gli schiamazzi e le giornate calde e affollate senza relax, pazienza. Perché le vacanze per fortuna durano poco. Poi, finalmente, si torna in città.