L’Italia ha una 21esima regione

img_2973Sono a Bruxelles dal 2014. Arrivato come uno dei tanti – tantissimi – tirocinanti italiani che atterrano qui con nient’altro che il merito di aver passato una dura selezione, l’aspirazione di imparare e l’incertezza di come deve essere servire nelle Istituzioni europee. Di Bruxelles e delle Istituzioni europee il mito popolare dice che sono distanti, austere, incapaci di ascoltare e rispondere ai bisogni dei cittadini. Una specie di distopia. Arrivando qui, quindi, uno ogni tanto si chiede se non sia Pinocchio nella pancia della balena.

Sono rimasto. Perché, quando ho ricevuto l’opportunità di farlo, ho sentito che il meglio della mia italianità si sarebbe espresso qui, in Europa. E non sono il solo. Nelle Istituzioni europee, un funzionario su dieci è italiano. L’Europa è espressione dell’italianità al suo meglio dalla testa ai piedi: L’Alto Rappresentante dell’Unione e Vice-Presidente della Commissione europea, il Presidente del Parlamento europeo, il Presidente della Banca Centrale europea, sono tutti italiani. Dopo tre anni qui, al contrario dei nostalgici o di quelli che parlano di un’Europa distante e aliena, penso a Bruxelles come la nostra 21esima regione.

Venerdì scorso, 23 giugno 2017, l’italianità europea si è riunita per l’edizione inaugurale degli Stati Generali degli italiani nelle Istituzioni europee: un esperimento eccezionale ideato dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea e il Ministero degli Affari Esteri per innovare la maniera di rappresentare l’Italia e rappresentarci da italiani in Europa. Eccezionale perché nessun Paese aveva mai costruito una simile infrastruttura per la rappresentazione, l’ascolto e la mobilitazione della propria comunità nelle Istituzioni. Eccezionale perché l’evento cade in un anno speciale: il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, un invito senza precedenti per riflettere e definire chi vogliamo essere da italiani ed europei, per l’Italia e per l’Europa, nel 21esimo secolo. E in un giorno speciale: non l’anniversario di Brexit, ma il giorno in cui l’Europa si unisce nella difesa comune dimostrando di essere “più forte, consistente e lungimirante di quello che molti credevano” – nelle parole del Presidente del Consiglio Gentiloni.

Quando noi italiani ci uniamo collettivamente, siamo più forti anche individualmente. Lo dimostrano i contributi italiani in Europa, ricordati dall’Alto Rappresentante dell’Unione e Vice Presidente della Commissione europea, Federica Mogherini: il patto sulla migrazione, la politica di sicurezza, la promozione culturale. Questo non è un incoraggiamento ad “euforia acritica” – chiarisce il Presidente del Consiglio – ma mai come ora le qualità propriamente italiane di creatività e solidarietà posso rendere l’Europa migliore e l’Italia di conseguenza. Chi ha idee, le proponga: l’invito è sincero e ora c’è anche l’infrastruttura.

Gli Stati Generali hanno sposato il diritto di essere rappresentati con l’opportunità di innovare come rappresentarci, non solo nei modi ma anche nella sostanza. L’evento è tutt’altro che irripetibile. Infatti, il vero evento comincia ora: rappresentare comincia con il rappresentarci. Dopo l’occasione di realizzare che la distanza tra Italia ed Europa, tra Roma e Bruxelles è più ideale che reale, torniamo a casa con la responsabilità di una tradizione di partecipazione da costruire.

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