Coccarda rossa ed espressione raggiante. Così appariva il nuovo protagonista della scena politica inglese Jeremy Corbyn, capo del Partito Labourista dal 2015, all’uscita delle urne, dopo aver votato nel suo seggio. Forse già sentiva che il risultato era a portata di mano. Non ha vinto, ma è come se lo avesse fatto: ha rubato voti e scena a Theresa May (e non solo), ed ora celebra la sua personale vittoria, politica ma anche mediatica, poiché il suo nome e la sua foto in elegante abito scuro e cravatta rossa rimbalzano sui giornali di tutto il mondo. E dire che giusto un paio d’anni fa Antonia Kraskowski, fashion editor del Daily Express, lo aveva definito ‘50 sfumature di beige‘ stroncando lo stile anonimo e un po’ antiquato del neo-eletto leader del Partito Labourista al suo primo Question Time in Parlamento. Che a Jeremy Corbyn del proprio abbigliamento non sia mai importato molto non è un mistero: uno stile informale, decisamente low profile, talvolta stravagante, con le camicie gialline, le giacche marroni troppo ampie, la biro nel taschino. Avvistato una volta perfino in bermuda con calzettoni a mezzo polpaccio.
Tuttavia già in occasione delle elezioni per diventare leader di partito nel 2015 aveva dovuto aggiustare il tiro sul suo stile molto personale. Ma non abbastanza se la stampa non gli ha risparmiato critiche anche successivamente: “Con una giacca di due taglie più larga, Jeremy Corbyn sembrava si fosse vestito con gli abiti usati presi al banchetto di beneficienza“; “Uno stile così poco definito, lontano da quanto ci aspetteremmo da un politico pronto a rappresentare il Regno Unito“; “Questo mix di colori terrificante tra verde fango e greige, con camicia a righe stile anni ’80 non aiutano certo ad accrescere la fiducia degli elettori nel neo-eletto leader del Partito Labourista“. Insomma, anche per gli inglesi, quando è troppo è troppo.
Perché sebbene ci piace pensare che i politici vadano valutati per la loro preparazione e le loro idee, studi dimostrano che queste valutazioni sono anche largamente influenzate dai segnali che arrivano dal loro aspetto e che percepiamo a livello inconscio. E così immaginiamo che suo malgrado, in questa nuova tornata elettorale per la carica di Primo Ministro, abbia dovuto prendere con forza le distanze da uno stile che rischiava di farlo sembrare un nostalgico riluttante alla modernità e al dinamismo: non certo l’immagine più adatta per un leader politico come quello inglese, tanto più se impegnato su sfide molto delicate a livello nazionale ed internazionale, dove invece serve una comunicazione visiva più forte, immediata e definita.
E infatti negli ultimi mesi si è cominciato a vederlo con uno stile decisamente meno nebuloso, con una scelta di colori che rendono il suo aspetto più definito, abbattendo di qualche anno l’età anagrafica (Corbyn ha 68 anni), e più istituzionale. Ma quasi sempre senza la cravatta, e con il colletto aperto al primo bottone: dettagli che rivelano una persona legata alla sostanza, poco amante dei compromessi, più vicina al popolo. E giustamente in coerenza con la sua matrice politica.
