Sono le 19 di venerdì sera e sono in attesa fuori dalla stazione di Famagosta. Attendo il guidatore Blablacar che mi porterà a destinazione. Penso al fatto che da Milano tra le 17.00 e le 20.00 del venerdì ogni minuto partono cinque auto BlaBlaCar. Non stento a crederlo. Attorno a me è un susseguirsi di auto che accostano, occhi che si cercano, mani che si stringono, e piccoli bagagli che, a mo’ di tetris, vengono stipati nei bauli.
Il servizio, creato in Francia nel 2006 da Frédéric Mazzella, è pensato per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili su strada: permette agli automobilisti con posti liberi a bordo di entrare in contatto con viaggiatori che desiderano spostarsi nella stessa direzione in modo da spartirsi le spese. La prima volta che Frederic pensò al servizio aveva 27 anni e si trovava nella situazione che spinge molti (compresa me) a provare il servizio per la prima volta: Natale 2003. Nessun biglietto del treno disponibile per tornare da Parigi alla sua casa natale a Vendee, 500 km ad ovest.
La piattaforma arriva in Italia nel maggio del 2012. Ma è nel 2013 che il carpooling inizia a diffondersi grazie al passaparola. A luglio le ricerche su Google per BlaBlaCar aumentano dell’800% rispetto al luglio dell’anno precedente. Oggi – quinto compleanno della piattaforma – gli utenti di BlaBlaCar in Italia sono 2,5 milioni. Nel mondo 40 milioni suddivisi in 22 paesi.
Il 17% della popolazione internet italiana tra i 20 e i 34 anni fa parte della community di BlaBlacar. Tra loro c’è anche Silvia, libera professionista, che spiega: “sono una abitudinaria della tratta Milano-Padova da due anni. Ho scelto Blablacar perché il treno costa troppo e va prenotato con anticipo. Non sempre però ho la capacità di previsione per programmare i miei spostamenti”. Insieme alla Milano-Genova e la Roma–Napoli, la tratta Milano-Padova è la più popolare.
Ha ragione Angela quando dice: “Blablacar, e tutte le piattaforme di sharing economy, sono una nuova forza culturale ed economica. Hanno reinventato non cosa consumiamo, ma come lo consumiamo”. L’anno in cui Blablacar è arrivato in Italia, gli automobilisti italiani hanno dovuto far fronte a costi e spese impreviste: a gennaio c’è stato un aumento medio dei pedaggi del 3,1%, nel secondo trimestre dell’anno il Pil è diminuito del -2,6%, e in agosto il prezzo della benzina ha superato il record dei 2 euro al litro. In questa fase molti hanno ripensato ai propri consumi e l’idea del carpooling ha iniziato ad attrarre gli automobilisti.
Angela, studentessa che oggi vive a Londra, non è solo una viaggiatrice Blablacar ma ha studiato il fenomeno a fondo: “il mio primo approccio con BlaBlaCar è stato nel settembre 2014 quando provai il servizio per andare da Genova a Milano. Mi piacque molto, visto che sono una persona molto loquace e socievole”. Questo è stato solo il primo viaggio di Angela, a cui ne sono seguiti altri e una tesi di laurea: “sono particolarmente sensibile al tema dell’inquinamento ambientale e trovo che il carsharing sia un’alternativa efficace sotto questo punto di vista. Non sempre il treno è comodo e il possesso dell’automobile richiede costi elevati. Ho cercato di analizzare come il carsharing e BlaBlaCar abbiano influenzato il metodo di spostamento degli utenti. La piattaforma infatti funziona bene nei paesi in cui l’automobile è il mezzo principale per effettuare spostamenti tra città, ma contemporaneamente si è consapevoli degli elevati costi legati al suo possesso”. Con questa tesi dedicata alla mobilità intelligente, Angela ha anche vinto il premio per tesi di laurea ICU- Laura Conti.
Il servizio è usato soprattutto dai pendolari settimanali che ogni weekend fanno rientro in famiglia dalla città in cui studiano o lavorano con una media di 340 chilometri a tratta e una spesa di 18 euro. Silvia conferma: “Il 60-70% dei viaggiatori che ho incontrato in questi anni tornano tutti i fine settimana: persone che per lavoro stanno a Milano ma continuano a vivere in Veneto”. Ma c’è anche chi ha scelto Blablacar per le proprie vacanze come Andrea e Samuele, ricercatori a Milano, che raccontano: “avevamo una settimana di vacanza in comune ma nessuno aveva voglia di guidare. Abbiamo cercato sulla piattaforma e siamo arrivati a Lubiana”. Ma il viaggiatore più temerario dell’intera community mondiale è l’italiano Carlo Alberto Cavallo: 80 giorni, 24 tappe, 100 compagni di viaggio per arrivare da Lisbona a Vladivostock.