Murales, talk in tv, una bambola con le sue sembianze. In un mondo parallelo Mildred Dresselhaus è una star, un role model per le nuove generazioni, una protagonista delle copertine dei magazine, qualcuno a cui chiedere un selfie se si ha la fortuna di incontrarla. In un mondo parallelo, quello immaginato in uno spot di Ge
In questo mondo, invece, quanti sanno chi è Mildred Dresselhaus? Nata Mildred Spiewak nel 1930 a Brooklyn, come recita Wikipedia, è stata una fisica statunitense, nota come “regina della scienza del carbonio”, professoressa di fisica e ingegneria elettronica (emerita) al Massachusetts Institute of Technology. E’ morta poco più di un mese fa, il 20 febbraio 2017, a 86 anni.
I riconoscimenti in vita non le sono mancati. E lascia il suo nome a diverse teorie e modelli: Il modello Hicks-Dresselhaus è stato il primo modello elementare per la termoelettricità a bassa dimensionalità, ed ha iniziato un nuovo campo di ricerca. Il modello SFDD (da Riichiro Saito, Mitsutaka Fujita, Gene Dresselhaus, and Mildred Dresselhaus) è stato il primo a predire la struttura a bande dei nanotubi di carbonio. La teoria di Tang-Dresselhaus ha introdotto un metodo per studiare sistemi a bassa dimensionalità con piccola gap, ed è stata anche la prima teoria sulla costruzione di materiali con “coni di Dirac”, e comprendeva materiali con uno, due o tre coni, quasi-coni di Dirac, semi-coni e “coni esatti”. L’effetto Rashba-Dresselhaus, nell’Interazione spin-orbita, prende il nome dal marito di Mildred, Gene Dresselhaus. In tutto ha scritto otto libri e 1700 paper. Teorie e modelli, i suoi, che pagherei per poter capire leggendo gli articoli che ho linkato.
Quello che mi risulta più facile comprendere e condividere è l’impegno di questa scienziata a favore delle donne nella fisica e nell’ingegneria. Io non ero ancora nata, quando Milderd Dresselhaus e una sua collega organizzarono il primo Women’s Forum al MIT di Boston, come seminari per studiare il ruolo delle donne nelle scienze e nell’ingegneria. Il suo impegno era quotidiano: per anni ha insegnato al seminario del primo anno di ingegneria lavorando per far crescere la fiducia delle studentesse in un percorso tradizionalmente considerato maschile. Certo la situazione non è che attualmente sia molto rosea, considerato che solo il 22% degli iscritti al MIT è donna, ma potrebbe essere ben peggio se donne come Dresselhaus non si fossero impegnate a supportare studentesse, dottorande e future professoresse. E l’attenzione di Mildred verso le altre è testimoniata da decine di donne che sono riuscite nella loro carriera per aver incontrato lei nel loro percorso.
E proprio questo suo impegno l’aveva convinta a dare il proprio volto alla campagna di Ge, che si è impegnata ad assumere più donne nel prossimo futuro, in modo da raggiungere quota 20mila donne in ruoli tecnici entro il 2020. Un obiettivo che la multinazionale ribadisce in ogni occasione e pubblicizza in modo massiccio anche sui social media.
Tornando a Dresselhaus, non ha avuto bambole con la sua fattezza, nè giovani che la rincorrevano per un selfie, ma di certo ha lasciato un’eredità alle prossime generazioni e un tesminone da raccogliere. Per sapere qualcosa di più del suo lavoro, vi lascio a questa video-intervista. Chi meglio di lei può raccontare Mildred Dresselhaus e le sue ricerche in tema di nanotecnologie?