Non conosce età, né differenze sociali. Può essere fisico, verbale, psicologico o utilizzare come strumento la rete e la tecnologia. Può accadere una sola volta o ripetersi frequentemente. In ogni caso chi lo subisce vive un trauma che difficilmente se ne va crescendo. Il bullismo è un fenomeno che, secondo i dati raccolti da Telefono azzurro durante l’anno scolastico 2015-2016, ha interessato almeno un bambino o una bambina al giorno. Mentre secondo l’ultima indagine Istat disponibile (2014) più del 50% dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 e i 17 anni hanno subito almeno un episodio di questo tipo.
Ma le indagini rivelano anche che il luogo in cui più spesso i piccoli sono vittima di violenza da parte dei coetanei è la scuola. Il 67,9% degli intervistati per l’indagine “Osservatorio adolescenti” presentata da Telefono Azzurro e DoxaKids, ha infatti confessato che gli episodi di bullismo si sono verificati proprio nel contesto scolastico. Come nel caso avvenuto lo scorso 16 gennaio al collegio San Carlo, prestigiosa scuola privata di Milano che ha coinvolto una bimba di 7 anni e due compagni di classe.
“Durante l’intervallo la piccola è stata buttata a terra da alcuni compagni e poi picchiata da due di loro. Secondo il suo racconto pare le avessero chiesto di raccogliere una cartaccia con la bocca dicendole che le donne non devono studiare ma solo fare le pulizie”, racconta l’avvocato Alessandro Mezzanotte, il legale della famiglia. La bambina ha rimediato una costola incrinata e il terrore di tornare a scuola. Per i bulli invece l’Istituto ha deciso per due giorni di sospensione, descrivendo l’accaduto – in una nota ufficiale – come “un gioco”, “circoscritto ed episodico” causato da “un eccesso di vigoria di quattro compagni maschi”.
Una versione che però non è piaciuta alla famiglia che, in una lettera al collegio, ha definito “strumentale a garantire la totale deresponsabilizzazione dell’istituto”, insistendo soprattutto sull’uso del termine “gioco” e parlando invece di una “vera e propria aggressione di gruppo”. La scuola ha quindi risposto con una seconda nota del pro-rettore Don Alberto Torriani che ha precisato il senso del termine e spiegato che il collegio sta “prendendo contatti con strutture esterne che ci possono aiutare e accompagnare (…) Oltre ai percorsi già in calendario con la struttura specializzata dell’ospedale pediatrico Fatebenefratelli di Milano”.
Versione dei fatti e contro misure che – a partire dalla sospensione di due giorni – sono sembrate però ad alcuni, fin troppo leggere. Se infatti fosse confermata la dinamica dell’aggressione così come descritta dalla famiglia, diversi genitori (che preferiscono rimanere anonimi) e anche alcuni ex alunni dell’Istituto che hanno animato il dibattito sui social network, ritengono che sarebbe opportuno per la scuola adottare una posizione e delle misure più nette.
Nel frattempo sulla vicenda la procura del tribunale per i minorenni di Milano ha aperto un fascicolo e avviato una pratica civile chiedendo alla direzione della scuola di fornire una relazione scritta sull’accaduto. Lo scopo è quello di verificare la reale dinamica dei fatti e capire se si è trattato di un episodio isolato o se, in precedenza, ci siano stati altri episodi di bullismo.
Pubblichiamo a corredo del post la nota stampa del Collegio San Carlo ricevuto mercoledì 8 febbraio:
NOTA PER LA STAMPA
In relazione alla pubblicazione, da parte di alcuni organi di stampa, di versioni discordanti relative a un episodio verificatosi all’interno del Collegio San Carlo lunedì 16 gennaio scorso, anche sulla base di numerose richieste di tutela della gestione e dell’immagine stessa del Collegio, quest’ultimo intende ricostruire i fatti, in modo puntuale e in trasparenza, su quanto accaduto.
Ciò premettendo che, fino ad oggi, la scelta di non fornire ulteriori informazioni, dopo aver trasparentemente comunicato a suo tempo la dinamica dell’accaduto, è stata dettata unicamente dall’indiscutibile responsabilità, propria di un Istituto educativo, di tutelare i propri alunni: specie se minori, specie – come in questo caso – se dell’età di 7 anni.
Il Collegio esprime nuovamente dispiacere per l’accaduto e auspica che i toni possano essere riportati nell’ambito del confronto valoriale tra scuola e famiglie che rappresenta la base del suo sistema educativo. Questo, con un unico primario obiettivo: salvaguardare i bambini e i ragazzi di qualunque fascia di età formativa.
È tuttavia d’obbligo precisare che oggi, a settimane dall’accaduto, gli elementi testimoniali e documentali, anche medici – che il Collegio ha raccolto grazie al supporto del proprio personale (docente, infermieristico, medico, di vigilanza, etc) e di terzi – confermano la ricostruzione fin dall’inizio comunicata dal Collegio su richiesta di alcuni media, mostrando che l’episodio è da ricondursi ad una dinamica di gioco, seppur condotta con vigoria ed evidenziando l’esclusione di alcuna aggressione.
Più in particolare, la ricostruzione dei fatti così come accertata e documentata non registra alcun ricovero e/o alcun accesso in pronto soccorso e parimenti non palesa in alcuna maniera la tipologia di contusione riportata dagli organi di stampa in vario modo e misura, non riscontrando affatto, come da subito reso noto, tali ipotizzate conseguenze.
Il Collegio San Carlo auspica di aver così chiarito ogni eventuale equivoco.
Al di là di tali spiegazioni sul fatto avvenuto, Il Collegio, in un quadro di intervento già avviato, intende confermare il proprio impegno nella sensibilizzazione degli alunni su tematiche rilevanti quali quelle di relazione comportamentale. Ciò per tutte le fasce di età.
In tale ottica, il Collegio ha attivato fin dal 2010 un progetto educativo specifico con l’Associazione Cuore e Parole. Inoltre, a dicembre 2016 – quindi precedentemente all’episodio in questione – è stato avviato un accordo tra l’Istituto e l’Ospedale Fatebenefratelli, struttura in cui opera il Professor Bernardo, per uno specifico progetto di educazione finalizzato a coinvolgere gli studenti e gli insegnanti in maniera attiva.