«Mio padre mi diceva sempre: di 10 cose fanne tre. Due le sbaglierai e una la farai giusta». Per Raffaella Orsero, 50 anni e una laurea in giurisprudenza – amministratore delegato dell’omonima società, di famiglia dagli anni’40, con sede ad Albenga (Savona), che importa e distribuisce ortofrutta «dall’aglio allo zenzero» – la cosa giusta, per ora, si chiama quotazione in Borsa. Deliberata la fusione con Glenalta, il debutto – sul segmento Aim– dovrebbe avvenire all’inizio di gennaio. Obiettivo, rastrellare risorse sul mercato per nuovi piani di crescita e puntare a un miliardo di fatturato. È solare e determinata, lucida nello spiegare le origini e le prospettive di un’avventura che giunge poco dopo un lungo periodo buio.
Raffaella Orsero, aglio e zenzero arrivano in Borsa?
Sì. E anche banane, kiwi, ananas..Vogliamo continuare a crescere nella gestione del “fresco” e nella logistica verso i mercati generali e la grande distribuzione. Poi puntiamo al “fresh cut”, la frutta tagliata senza conservanti, che negli Usa ha un business enorme. E poi abbiamo lanciato il marchio F.lli Orsero e dobbiamo investire per far percepire ai clienti sempre di più l’identità dei nostri prodotti.
Però siete usciti da un periodo pesante. Fino a 2 anni fa avevate 400 milioni di debiti..
La nostra crisi era, soprattutto, dovuta a investimenti lontani, fatti in anni molto precedenti (infrastrutture logistiche, edilizia, attività marittime) che nulla avevano a che fare con il nostro core business. Per questo abbiamo affrontato una profonda ristrutturazione dei conti, siamo usciti da queste attività per rifocalizzarci sul business ortofrutticolo. Oggi facciamo oltre 600 milioni di fatturato globale, contiamo oltre 2mila dipendenti, di cui 600 solo nel nostro Paese e siamo presenti in Italia, Francia, Spagna, Portogallo. Grecia, Costa Rica, Colombia e Messico. Importiamo e distribuiamo in Sud Europa tutti i prodotti ortofrutticoli e abbiamo una “tropical division”. Importiamo col marchio F.lli Orsero ananas e banane.
In Borsa per crescere in quale direzione?
Si consuma sempre più frutta e verdura. Il problema di portarsela in borsetta, in ufficio o nello zaino di scuola è che spesso scoraggia il trasporto. Negli Usa sta diventando un grande business il “fresh cut”, la frutta tagliata e confezionata. Ma bisogna farlo senza conservanti e serve una rotazione continua perchè il prodotto va consumato in fretta. È fondamentale ripensare l’organizzazione e la distribuzione. Servono innovazione e investimenti. Poi vogliamo espanderci nella frutta secca, mettere il nostro marchio non solo sulla frutta tropicale, anche sui berries. Vogliamo renderlo autonomo, riconoscibile e associarlo ai prodotti. Poi puntiamo a individuare nuovi canali: servizi a bar e ristorazione, entrare nelle vending machines con le banane. Insomma, c’è tanto da fare.
La tavola del futuro è fatta di frutta e verdura?
Direi di sì. Un po’ per salute, un po’ per sostenibilità, il mondo consumerà sempre più frutta e verdura. Noi cerchiamo di portare a tutti la migliore qualità.
Raffaella Orsero è vegetariana?
Amo la frutta e la verdura. Ma sono onnivora.