La paternità è una rivoluzione . Questo è quello che è emerso dalla prima ricerca condotta da Piano C in collaborazione con maam – maternity as a master su un campione di 50 papà attraverso interviste e focus group. Una rivoluzione-evoluzione, che cambia la persona, il suo posizionamento, la sua visione del mondo, le priorità: un’esperienza dirompente, che regala maggiore fiducia e autostima, cambia il proprio rapporto con le emozioni e la scala delle priorità, e che migliora le competenze: il 40% degli uomini intervistati associa alla paternità un “affinamento” di competenze e capacità, innanzitutto quelle relazionali e organizzative, ma anche l’attitudine all’autosservazione e una maggiore consapevolezza.
La paternità cambia anche il rapporto con il lavoro. Per il 70% dei padri intervistati questo cambiamento riguarda il “tempo del lavoro”: il lavoro si ridimensiona e si riposiziona, trovando spesso un nuovo spazio nell’economia della propria vita. Ma questo cambiamento profondo della persona resta silente, non viene notato, sostenuto, valorizzato: i papà si sentono invisibili, e senza voce. Oltre il 40% del campione afferma che il proprio ruolo non viene letto dalla famiglia, dalla società, dalle istituzioni, dalle aziende: la conciliazione non è pensata al maschile, perché il padre viene percepito come secondo genitore, meno generativo della madre. Eppure il 62% degli intervistati riconosce alla cura paterna una sua specificità, e chiede tempo e spazio per essere pienamente genitore.
Proprio a loro, neo padri, padri di figli piccoli, padri di figli grandi e futuri padri si rivolge “Diamo voce ai papà”, la campagna nazionale lanciata da Piano C in collaborazione con maam – maternity as a master per dare voce a sogni, desideri, aspirazioni, frustrazioni, paure, interrogativi e rivendicazioni dei papà italiani. La campagna prevede il lancio, in partnership con Alley Oop – Il Sole 24 Ore, di #Chisonoipapà,un sondaggio che indagherà l’identità, la gestione vita-lavoro, i modelli, i desideri dei papà italiani: chi sono i papà italiani?
“Diamo voce ai papà” è anche una campagna fotografica sui social, #Cosavoglionoipapà,
realizzata in partnership con Doremi, Multiverso, Netural Family, Papà al Centro e Smallfamilies: in un racconto che terminerà il giorno della festa del papà verranno collezionate foto e testimonianze che andranno a comporre l’album di famiglia dei padri italiani di oggi. Una carrellata di immagini e parole per raccontare il vissuto dei padri italiani, in un Paese che fa ancora fatica a riconoscere loro un ruolo al passo con i tempi.
“Le donne per prime patiscono in Italia il cortocircuito che si crea tra vita e lavoro. Ma siamo sicuri che la necessità di conciliare vita e lavoro sia una questione solo femminile?”, si interroga Sofia Borri, direttrice generale di Piano C, che aggiunge: “Chiediamolo ai padri, e immaginiamo insieme soluzioni innovative ed efficaci che coinvolgano l’intera famiglia e che investano anche l’organizzazione del lavoro, le istituzioni, i modelli culturali.” Anche per Riccarda Zezza, cofondatrice di maam – maternity as a master, è giunto il tempo di
chiamare in causa i padri italiani e dare loro voce: “I padri subiscono lo stereotipo di una paternità di vecchia definizione, e ne sono chiaramente stufi. Insieme alle madri, possono formare un’allenza che presenterà al mondo un nuovo modo di essere: genitori, ma non solo”.