“Act as a leader, think as a leader” non è solo il titolo del libro di Herminia Ibarra edito da Hoepli, ma è il frutto di 20 anni di ricerca, consulenza e pratica con i suoi studenti C-level alla rinomatissima business school INSEAD, che la Ibarra ha raccolto e condiviso in un testo che ribalta lo schema più classico del think before acting. Be a doer, è il messaggio, se vuoi incidere sugli altri.
Herminia Ibarra ha aperto la seconda giornata del WOBI 2016 di Milano con un intervento sulla leadership, condividendo la sua teoria che rappresenta un significativo cambio di paradigma. Chi ancora crede di essere un leader è bene che operi una rilettura di sé attraverso le dimensioni di cui parla Ibarra, perché forse oggi non è più percepito come tale dagli altri e, si sa, la vera leadership – in tutti i contesti e le declinazioni che questa possa avere – è quella che ti riconoscono gli altri.
Siamo tutti in beta permanete
Il World Business Forum attrae ogni anno qualche migliaia di manager e capitani d’impresa e il tema di quest’anno è stato BE BETA: siamo tutti in fase beta permanente, ci dobbiamo concepire come un essere in divenire, come un camaleonte in grado di evolvere e crescere in funzione dei propri obiettivi e dei cambiamenti che dal mondo si riflettono anche nelle aziende. Di beta permanente parla da qualche anno anche Reid Hoffman (The Start up of you, The Alliance) riguardo a innovazione professionale per sé e per l’azienda. Ma come si declina tutto questo al concetto di leadership?
Si parla di un processo di estrospezione: AGISCI, cambia il tuo comportamento, e quindi PENSA, cambia il tuo modo di pensare. No all’introspezione, quindi, ma imparare a FARE: tuffarsi in nuovi progetti, confrontarsi con una vasta gamma di persone e sperimentare nuovi modi di fare le cose. Per essere un leader oggi agisci su tre dimensioni: ridefinisci il tuo modo di lavorare, potenzia il tuo network, agisci con maggior autenticità.
Esci da quella stanza, perché il vero leader è un ponte, non un perno. Essere un ponte vuol dire essere in grado di creare delle connessioni fra persone e organizzazioni, riuscire a guardare oltre ciò che è noto, coinvolgere altri nel processo di cambiamento senza dimenticare di incarnarlo noi per primi.
Lascia la tua comfort zone e rinnova la tua leadership
Il segreto è quindi, ancora una volta, lasciare la propria comfort zone, soprattutto per chi tra i senior fatica a lasciare le certezze. Rinunciare per crescere, per rinnovarsi: ritagliarsi del tempo, nello svolgimento della propria attività, per arricchirsi con nuove sfide, che porteranno a una consapevolezza di se rinnovata, e al riconoscimento della propria leadership da parte degli altri. Come si comportano uomini e donne davanti a questa esigenza di cambiamento? Ibarra ha registrato un comportamento differente fra uomini e donne nell’uscire dalla loro comfort zone: gli uomini che non sanno fare qualcosa si affidano al modello di altri uomini e ricalcano i loro comportamenti, mentre le donne sono più inclini a studiare molto per migliorare i loro tratti carenti. La leadership femminile è meno forte solo perché ci sono meno donne in posizioni di potere.
La rivincita dei camaleonti
Barack Obama è stato definito così: un camaleonte è in grado di cambiare agilmente stile senza perdere la sua autenticità. Saper declinare se stessi in contesti diversi, su tematiche differenti, partecipando anche a confronti su tavoli cui in passato non ci si sia esercitati a lungo, può far emergere la nostra leadership. I camaleonti hanno un nucleo di valori e obiettivi ben saldo, e per realizzare i propri obiettivi non temono di dover mutare la propria forma. Non si nasce tutti camaleonti, come non si nasce leader, ma sapere di poter lavorare su alcune dimensioni strategiche per realizzare i propri obiettivi, è una grande opportunità.
Le foto scelte dal fotografo ufficiale della Casa Bianca per illustrare gli otto anni della presidenza di Obama esemplificano alla perfezione il concetto. Buona visione.