Broncio d’ordinanza
Evitare il contatto visivo ad ogni costo
Cuffiette inforcate nelle orecchie. Sempre.
Meglio un luogo affollato la notte che uno vuoto di giorno
Niente treno dopo le 22, meglio il taxi della metro dopo le 23
Non dare troppo nell’occhio con il rumore dei tacchi che sbattono a terra camminando
Queste sono solo alcune delle precauzioni che prendo per evitare situazioni spiacevoli o attenzioni non gradite da parte di estranei quando mi muovo sola. Le intrusioni possono andare dal fischio al commento sibilato; dallo sguardo insistente fino ad insulti a sfondo sessuale. Interruzioni o commenti poco lusinghieri che una donna deve gestire ogni giorno e che Fiona Vera Gray ha studiato.
La ricercatrice, specializzata nell’impatto delle molestie per strada su come le donne vivono i loro corpi, per il suo ultimo libro ha analizzato i comportamenti femminili messi in atto per evitare intrusioni da parte di estranei in luoghi pubblici: vere e proprie strategie.
L’elemento più sorprendente, per la stessa ricercatrice, è stato scoprire come tutte le 50 donne intervistate sottovalutavano significativamente le energie investite per evitare contatti indesiderati e l’impatto che questo aveva sulle loro vite. Seguivano, in modo più o meno consapevole, delle regole di comportamento auto-imposte: Occhiali da sole o cuffie per creare uno scudo; sciarpe comode per coprire il petto; per alcune il colore rosso era visto come poco sicuro perché molto evidente; altre scelte riguardavano invece le strade da prendere per tornare a casa o il posto dove accomodarsi sui mezzi pubblici.
Il problema, fa notare la studiosa, è che le donne sono sempre e solo in grado di contare le volte in cui tali strategie non funzionano: ovvero quando malauguratamente vengono aggredite. Il gran numero di azioni difensive volte ad impedire queste intrusioni passa invece inosservato. Tutto ciò a sua volta tende a farci sottovalutare la portata dei problemi che una donna deve affrontare nella vita di tutti i giorni.
D’altra parte le aggressioni alle donne non sono certo un fenomeno di poco conto: in Italia, secondo i dati Istat 2004-2014, 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono, poi, 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri. E otto su dieci non denunciano.
Riconoscere l’ampiezza degli sforzi messi in campo dalle donne abitualmente per evitare le molestie in pubblico potrebbe contribuire a cambiare la cultura (maschilista) che vede la vittima di molestia colpevole. Colpevole di non avere impedito l’aggressione. Colpevole di essersela andata a cercare. Per usare le parole della Gray: <<Prevenire una violenza è qualcosa che le donne fanno ogni giorno, spesso senza rendersene nemmeno conto>>.