Le donne e la moda, esiste un legame più antico e naturale? A maggior ragione in questa settimana della moda milanese – per essere cool, mi raccomando, citarla solo in inglese: Milan Fashion Week 2016 – quando la città sembra trasformarsi in una passerella, o almeno così dicono…
Ma è sempre stato così, anche ai tempi delle nostre mamme? Un’occasione preziosa per uno sguardo su come eravamo a cavallo degli anni ’50, quando dalle energie e l’entusiasmo della ricostruzione stava per sorgere il boom economico, è la gustosa mostra La donna allo specchio, allestita presso lo showroom di Alidem, nuovo spazio dedicato alla fotografia d’arte, che mira a raggiungere un pubblico più ampio rispetto alle gallerie, proponendo opere acquistabili anche con un budget limitato.
Realizzata in collaborazione con Mondadori Portfolio, l’agenzia fotografica custode del grande archivio storico del Gruppo Mondadori, ci vengono presentati una cinquantina di scatti, stampati in grande formato, provenienti in particolare dagli archivi di “Grazia” ed “Epoca”, popolarissime riviste che riflettono davvero come in uno specchio la società e il costume dell’Italia di quegli anni. Una scelta felice ha portato non tanto a puntare sui grandi nomi, ma su immagini affascinanti, rappresentative di un’epoca e di un’idea di femminilità lontane e mitiche, che non possiamo non osservare incerti tra affettuosa nostalgia e ironico distacco.
Vediamo alcuni scatti del grande (e non sufficientemente celebrato) Mario De Biasi – uno riprende una modella in spiaggia, con costume da bagno e… ciabatte: il piede nudo pare fosse allora considerato troppo provocante –, di Giorgio Lotti, di Angelo Cozzi, ma ad affascinarci sono situazioni per i tempi inconsuete, quando scopriamo una donna a entrambe le estremità della macchina fotografica.
La fotografa tedesca Elsa Haertter riprende le modelle, vestite Pierre Cardin o Dior, con un’eleganza e una capacità di costruire l’immagine che teme pochi paragoni: il suo occhio, grazie a una messa a fuoco magistrale, ci fa percepire le stoffe, la consistenza della lana o le vibrazioni dell’organza, come un Rubens o un Tiziano i velluti e i merletti nei loro ritratti.
Mentre la romana Marisa Rastellini, nella sezione “Stile Cleopatra”, ci fa respirare invece l’atmosfera della dolce vita e del divismo attorno al kolossal Antonio e Cleopatra, girato a Roma nel 1963, in occasione del quale scoppiò la tempestosa relazione fra Liz Taylor e Richard Burton. Queste donne, dai capelli cotonati e il taglio orizzontale degli occhi sottolineato dal trucco, mostrano i loro abiti muovendosi tra scenografie egiziane, in inquadrature equilibrate e vigorose, tra le quali la fotografa sa talvolta catturare con finezza un attimo irripetibile, come quando ferma sulla pellicola il volteggiare dei lembi di un lungo abito nero, come fosse il battito d’ali di una farfalla.