Nel mare delle possibilità universitarie, sempre più giovani stanno volgendo lo sguardo ad est. Secondo Student.com, piattaforma per studenti che permette di cercare alloggio in tutto il mondo, l’appeal delle università cinesi è in crescita. Dal 2005 il numero di studenti internazionali che sono approdati in Cina è raddoppiato. Nel 2015 quasi 400 mila studenti internazionali (397.635 per la precisione) si sono recati nel paese a studiare. Solo 10 anni fa erano 162.695. Questi studenti arrivano per buona parte dalla Corea del Sud (17%), ma seguno Stati Uniti (6%) e Tailandia (5%).
Con un tasso di crescita degli arrivi del 10% di anno in anno, la Cina è oggi la terza più grande meta di studio dietro Stati Uniti e Regno Unito. Questo fa della Cina la prima destinazione non-anglofona più popolare del mondo. Fuori dal podio: Canada, Germania e Francia. Facendo una previsione per il futuro, se i tassi di crescita restassero tali, entro il 2020 la Cina scalzerà il Regno Unito dalla sua seconda posizione.
Student.com ha analizzato i dati raccolti da enti ufficiali e istituti di formazione e ha evidenziato non solo l’ascesa della Cina ma anche le tendenze dietro questo fenomeno. Un fattore chiave è la reputazione a livello internazionale delle università. Negli ultimi cinque anni il numero di facoltà cinesi incluse nelle classifiche internazionali è aumentato significativamente:
La percezione della Cina tra gli studenti internazionali ha subìto un notevole cambiamento e diventa sempre più una valida possibilità per chi sceglie la carriera accademica: La crescita delle iscrizioni più forte infatti è nei corsi post laurea, suggerendo che la Cina sta diventando un ambiente di ricerca più attraente. Mentre cresceva la popolarità della Cina come nuova destinazione accademica.
E poi ci sono gli aiuti dall’alto. Il governo ha favorito l’ascesa del mondo universitario cinese: non solo ha migliorato la qualità dell’istruzione superiore ma ha anche aumentato il numero di borse di studio per gli studenti provenienti da fuori: nel 2015, il 40% di chi è arrivato ha ricevuto una sovvenzione dalla Cina. In Italia per esempio, oltre agli accordi tra università, lo scorso anno sono state distribuite 14 borse di studio.
Un grande aiuto in questo senso lo danno gli Istituti Confucio. Si tratta di organizzazioni internazionali finanziate dall’ufficio Hanban, un’istituzione no-profit affiliata al ministero dell’Educazione della RPC. Rappresentano l’equivalente dell’Istituto Cervantes per la Spagna o il Goethe Institut per la Germania: Il loro obiettivo è diffondere e promuovere lo studio della lingua e cultura cinese supportando l’insegnamento all’estero e facilitando gli scambi culturali. Le attività di questi istituti vanno dai cineforum al supporto per la preparazione dell’esame HSK (acronimo di hanyu shuiping kaoshi) che attesta le proprie competenze di cinese. Da quando il primo venne aperto a Seoul nel 2004 la loro diffusione è stata capillare: attualmente ce ne sono 500 in 134 paesi diversi (in Italia sono circa una decina) e nei prossimi 5 anni il governo punta a raddoppiare il loro numero.
Anche la burocrazia si è fatta più snella per aiutare gli studenti. Zhou Dong, amministratore delegato della China’s University and College Admission System (CUCAS), il portale ufficiale di iscrizione all’università per gli studenti internazionali, conferma l’impegno dello Stato in questo senso: “Negli ultimi due anni, il governo cinese ha attivamente aumentato la disponibilità di borse di studio, reso possibile per gli studenti stranieri fare un lavoro part-time, semplificato i processi per il visto e standardizzato le valutazioni delle università. Sono tutte misure importanti per promuovere l’istruzione degli studenti internazionali in Cina”. Il riconoscimento del proprio titolo di studio è importante. Per questo motivo la Cina ha ratificato accordi MRA (mutual agreements of degree recognition) con 59 paesi. Vale a dire: io mi laureo o passo un anno di studio in Cina e questo “traguardo” viene riconosciuto anche in altri paesi, per via di questi accordi di mutuo riconoscimento.
Il rapporto conclude ipotizzando che negli anni a venire gli studenti stranieri saranno anche di più: Attualmente costituiscono solo l’1,1% del totale della popolazione universitaria cinese, una percentuale nettamente minore rispetto alle altre destinazioni incluse nello studio. Basti pensare che in Gran Bretagna gli studenti internazionali sono quasi il 20% del totale.
Se vi è venuta voglia di partire, qui c’è qualche consiglio per voi.