Mia figlia maggiore fissa il muro di fronte da circa mezzora. Sta facendo i compiti. Mi sono estraniata per un attimo, immaginando di essere uno sconosciuto e di entrare proprio in questo momento nella stanza. Cosa penserei di questa ragazzina che ha un quaderno aperto davanti e sta fissando il muro? Probabilmente che sta pensando ad altro, che non ha voglia, che non è capace, che sta perdendo tempo… Niente di lusinghiero, insomma.
È il primo giorno di scuola media e la prof di italiano le ha dato un compito apparentemente banale: deve preparare la copertina del quaderno nuovo.
“Mamma, ho solo un compito, ma ci metto un attimo, devo disegnare il mio albero delle virtù e dei pregi.” Così mi ha detto allegra all’uscita di scuola solo qualche ora prima.
“Cioè?”
“Devo fare un albero e scrivere dentro le mele i miei pregi”.
Che bella idea, ho pensato. Un bel modo per iniziare il nuovo anno e presentarsi.
Ma dopo mezzora di orologio mia figlia non ha scritto una parola, le mele spuntano inesorabilmente vuote tra le foglie perfettamente colorate. La guardo e, lo ammetto, inizio a stare male per lei. Avverto fisicamente la sua difficoltà.
Pregi? Ne avrebbe una lista lunghissima, tale da riempire un intero frutteto di mele, ma non riesce a trovarne neanche uno, o meglio, non se ne riconosce nessuno.
“Ma tesoro, lo avete fatto anche alle elementari un esercizio simile. Non ti ricordi?”
“Sì, ma non mi viene niente.”
Ho fatto qualche esempio, per aiutarla, per ricordarle i molti pregi che in tanti le riconoscono.
“Ma tu dici così perché sei mia madre…”, mi ha risposto lapidaria.
C’è poco da girarci attorno: questo è solo un esempio del basso livello di autostima della maggior parte dei nostri figli arrivati tramite l’adozione. Per quanti passi avanti facciano, sforzi, miglioramenti, inesorabilmente, ciclicamente, la mancanza di autostima torna prepotentemente, subdolamente a fare capolino. Bisogna avere gli strumenti per leggerla, per capirla, per riconoscerla.
Cosa penserebbe la nuova professoressa se vedesse mia figlia in questo momento? Se dovesse giudicare esclusivamente dal risultato? Sicuramente niente di diverso da quanto scritto all’inizio.
Per favorire l’inserimento scolastico degli alunni adottati, che presentano proprie peculiarità, sono state create da qualche anno, grazie al lavoro delle associazioni familiari, le Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, reperibili sul sito del Ministero dell’Istruzione. In questo inizio di anno scolastico il mio augurio per il nuovo anno è che la scuola diventi davvero un luogo dove questo genere di difficoltà vengano comprese e accolte e non siano interpretate frettolosamente come svogliatezza o pigrizia. A noi genitori, l’augurio di riuscire sempre a sostenere al meglio i nostri figli collaborando con gli insegnanti.