Nell’ultimo decennio la Francia è stato il modello, a noi più vicino, maggiormente citato in fatto di conciliazione lavoro famiglia, natalità, politiche per la famiglia e cosi via. Ora artiva un dato: il part time é notevolmente cresciuto dall’8% del 1975 al 19,4% del 2014. L’80% dei contratti part time, però, è delle donne. Una donna su tre lavora part time (31% contro la media europe del 32,2%), mentre solo il 7% degli uomini occupati non è full time. I dati sono stati commissionati dal ministero del Lavoro francese all’ente di statistica Dares.
Fra le evidenze della ricerca anche il fatto che meno si è qualificati e più probabile è avere un lavoro part time. Il che si traduce nel fatto che mediamente le donne francesi sono meno qualificate dei loro connazionali. Non solo: se le donne sono in coppia è più facile che non abbiamo un lavoro a tempo pieno, indipenentemente dalla generazione a cui apprtengono. E più dura la relazione più è improbabile che la donna possa passare full time.
Poi c’è tutto il capitolo maternità, naturalmente. Il 68% delle donne in part time, non potrebbe fare altrimenti a causa della necessità di occuparsi di figli e casa. Gli uomini, invece, spiegano che hanno scelto il part time, perchè hanno una seconda attività, perché stanno studiando o per ragioni di salute. In soldoni: gli uomini non lavorano full time per dedicasi a se stessi, le donne per dedicarsi ai figli, alla famiglia o ai genitori anziani.
Senza contare poi il risvolto che questo ha sia sull’indipendenza economica delle donne sia sulle pensioni che percepiranno. Dati questi che non erno presi in considerazione dalla ricerca. siamo sicuri che questa sia davvero la giusta via per far crescere le famiglie e la natalità? Forse il modello francese è da studiare più a fondo.