I più istruiti d’America? Indovina un po’, caro Trump!

scritto da il 06 Giugno 2016

imageLa televisione americana ha appena trasmesso un rifacimento del dramma Radici, con la sua saga di afroamericani e guerrieri – ricordate Kunta Kinte? – per la dignita’ e la liberta’ contro le catene della barbarie schiavista. E se il messaggio trova eco nel Paese che alla schiavitu’ delle piantagioni ha fatto seguire la segregazione di Jim Crow fino agli anni Sessanta e oggi, da quelle paludi morali e politiche mai bonificate, fa emergere Donald Trump, ci pensano i fatti – quelle piccole-grandi verita’ alle quali i Trump di tutto il mondo sono allergici – a smentire le retoriche razziste: nonostante continue discriminazioni e ingiustizie, dal lavoro alla casa, e’ dalla comunita’ afroamericana che arrivano gli americani piu’ istruiti. Anzi, le americane piu’ istruite: perche’, senza offesa per Kunta Kinte, sono le donne ora le guerriere della dignita’ e liberta’ afroamericana contro la schiavitu’ contemporanea dell’ignoranza.

Dati alla mano – del National Center for Education Statistics — le donne afroamericane vantano la maggior percentuale di iscrizione all’universita’, il 9,7%, battendo le asiatiche (8,7%) e le bianche (7,1%). Oltre che, buoni ultimi, i maschi bianchi (6,1%), le schiere tra le quali oggi si agita lo spettro del nuovo razzismo.

Le donne, nell’universo degli studenti afroamericani, hanno ottenuto il 66% delle lauree, il 71% dei master e il 65% dei dottorati nel biennio 2009-2010. Percentuali a loro volta migliori rispetto alle colleghe bianche, oltre che ispaniche e asiatiche.

La persistenza del problema razziale rimane pero’ evidente nelle cifre assolute: gli afroamericani restano in possesso di percentuali tra il 7% e il 12% di lauree, master e dottorati pur rappresentando circa il 14% della popolazione statunitense e il 15% dei residenti tra i 20 e i 24 anni di eta’. Gli afroamericani – uomini e donne – sono inoltre il 14% dell’intera popolazione universitaria rispetto all’11% del 1994, ma nelle istituzioni considerate d’elite rimangono soltanto il 6% degli iscritti, una percentuale invariata da vent’anni.