Quattro universitarie – Chiara, Claudia, Marina e Serena – alle prese con la laurea specialistica al Politecnico di Milano e un’idea, pensata per superare l’esame che richiedeva di progettare una startup. Poi la laurea, e una settimana dopo ognuna per la sua strada: chi ha trovato uno stage, chi un contratto di lavoro vero e proprio, chi ha preso la strada dell’estero. E ogni tanto un pensiero: peccato per quell’idea di impresa, destinata a rimanere in un cassetto.
Accadeva tre anni fa. Ventiquattro mesi dopo, c’è stato chi ha detto: ora o mai più. E ha portato quell’idea nell’edizione primavera di H-Camp, il programma di selezione e accelerazione di startup di H-Farm. Delle quattro amiche, in due hanno deciso di iniziare una nuova avventura: Serena Leonardi, 26 anni, vicentina di Thiene, e Chiara Leonardi – lo stesso cognome è una coincidenza – 28enne di Brescia.
Armi e bagagli si sono trasferite nell’incubatore di Roncade, per lavorare sul loro progetto. Flyghter è una startup di servizio: premia chi viaggia leggero in aereo. Ogni chilo in meno in valigia significa carburante risparmiato, e dunque minori emissioni e costi per le compagnie. Per il viaggiatore quei chili si trasformano in punti, che possono essere poi convertiti in premi. Ora manca solo l’ultimo step: la chiusura degli accordi con le prime compagnie aeree che si sono dette interessate alla web app, che può essere declinata da ogni vettore a modo suo: c’è chi può offrire delle riduzioni sui viaggi successivi e chi, invece, può pensare a sconti da utilizzare nei negozi o nei musei della destinazione prescelta.
“Ci abbiamo creduto tanto da mollare tutto il resto: nel mio caso un lavoro in Germania, dal quale mi sono licenziata. Ma non volevo restare con il rimpianto di non avere nemmeno provato”, spiega Serena. Flyghter (qui sui social Facebook e Twitter), la cui idea iniziale è nata dall’unico oggetto impossibile da rendere digitale in questo settore – ovvero la valigia – rende il viaggio più etico e leggero, con un vantaggio per tutti. Ora a bordo della startup sono saliti anche Simone e Diego, per occuparsi degli aspetti economico-finanziari e dello sviluppo della web app necessari a trasformare un’idea in un progetto di business vero e proprio. “Una vita entusiasmante, ma faticosissima, in cui si perde il conto delle ore”, racconta Serena. “Una avventura caratterizzata dal lavoro in team e dall’energia che si crea quando si crede tutti ad una stessa idea”.
Nel segno del viaggio che diventa smart, sono molte le nuove imprese innovative come Travel Appeal, anch’essa nata nell’ecosistema trevigiano dell’innovazione. Il denominatore comune delle startup di H-Farm, come i ragazzi di Flyghter hanno capito, è che l’unione fa la forza e c’è sempre un traguardo successivo da raggiungere.