Sulla scrivania non arrivano più nuovi inviti da collezione, sfide all’ultimo pantone, carta e formato tra agguerritissimi graphic designer. Significa che l’edizione 2016 del Salone del Mobile, e dell’altrettanto attesa kermesse del Fuorisalone, è ufficialmente iniziata . A Milano si aspettano più di 300mila operatori da 160 Paesi, oltre a 30mila visitatori non professionali in arrivo nel weekend, che verranno a conoscere le novità di circa 2.400 aziende espositrici, di cui il 30% estere. Tra queste, ce ne sono alcune fondate e guidate da imprenditrici.
Come Keshi Mar, di Giulia Bedini, classe 1985, di Carrara, che debutta al Fuorisalone di zona Tortona con le sue collezioni di oggetti di design realizzate in marmo pregiato al Bistrot Belle Donne. Un’idea imprenditoriale che porta in sé tre sfide: diversificare l’attività dell’azienda di famiglia, rinnovare la percezione di un materiale (il marmo) generalmente associato alle opere edili, risollevare le sorti di un distretto, quello industriale Lapideo di Carrara, oggi in declino.
“Dopo una laurea in Economia alla Luiss di Roma, diverse esperienze all’estero e molti anni di collaborazione nel settore vendite della ditta di famiglia, ho deciso che era arrivato il momento di creare una iniziativa che fosse di rottura, ma nel segno della continuità”. La Bedini marmi di Carrara, è specializzata nel commercio all’ingrosso e grandi lavorazioni in marmo, l’impresa di Giulia è quella di contribuire a traghettarla nel futuro anche attraverso una piccola rivoluzione che passa attraverso la scoperta del marmo come materiale per piccoli oggetti d’arte di uso quotidiano: vassoi, porta champagne, tavolini, ma anche alzate, porta iPad, mortai o lampade.
“Il mio obbiettivo – racconta Giulia – è stupire e dare nuove idee a ideatori di eventi, wedding planner, allestitori del lusso o comunque amanti del bello e dell’eleganza. Per esempio nella nostra collezione ci sono vassoietti in marmo disegnati per sostituire i vassoi in plastica da finger food“. I pezzi sono lavorati a mano, artigianalmente, e sono personalizzabili. “Vorrei dare il mio contributo per creare una catena del valore tra designer, laboratori locali del distretto di Carrara, azienda produttrici. E vorrei coinvolgere anche più professioniste donne in questo settore tradizionalmente maschile”.