Un secondo, un’ora, una vita per scegliere “quello giusto”

un secondoEccolo. L’ho trovato! Ora deve essere mio! Posso passare sopra a tutto e a tutti per averlo!

Anche perché ce n’è voluto di tempo…. Ormai pensavo di non trovarlo, perché, diciamo la verità, gira, gira, gira, gira… A furia di girare a vuoto, ci si scoraggia. E quante domande nella testa: esisterà “quello giusto”? Dove sarà? Spesso si nascondono, cosa credete? Mica si trovano subito, tipo: tu sei lì, e qualcuno te lo porta, che so… un’amica, un amico… Tutte balle. Devi andartelo a cercare, e non è una ricerca semplice. Anche perché quando ne trovi uno che potrebbe andare bene, ovviamente lo vogliono tutti.

Poi, parliamoci chiaro, l’estetica conta, soprattutto nel primo approccio. E contano le dimensioni, altroché. Ci sono volte in cui piccolo è bello, piccolo e veloce per di più, e altre in cui vorresti stare a letto con qualcosa di grande, e pesante. A letto o sul divano. A letto, sul divano o in bagno. E in cucina no? E in giardino, in aereo, in metropolitana, in treno, in taxi, su una panchina in un parco affollato in pieno giorno. Perché limitare la fantasia? Quando scoppia la voglia, scoppia. Sempre meglio portarsi dietro tutto l’occorrente.

Certo, il massimo sarebbe davanti al caminetto acceso, mentre fuori nevica, gustando un buon vino comprato e messo via da chissà quando proprio per un’occasione come quella. Ma chi è che ha il tempo per concedersi un lusso così? Meglio non aspettare il momento perfetto, ma far diventare speciale ogni momento disponibile.

Ma  estetica e dimensioni non bastano. E’ qualcosa di più intimo che fa scoccare la scintilla, che fa risuonare qualche misteriosa corda nel nostro io. Perché ci si innamora? E chi lo sa.

Lo vedo. E’ lui, nessun dubbio. Ora mi basterà allungare una mano, ma voglio godermi ancora un attimo l’attesa… un secondo, solo un altro secondo. Mi sembra di sentirne il profumo, fragrante, etereo… Un profumo unico, bisognerebbe distillarlo, è il profumo che accompagnerà le mie prossime nottate, poche o tante, chi può dirlo, ma di sicuro per qualche sera chiuderò gli occhi con questo profumo nelle narici.

Ora, però, basta esitare. Un secondo e lo stringo a me, ne gusto peso e consistenza. E mi trattengo a fatica dall’annusarlo, lì, davanti a tutti.

Eh sì, ho scelto il nuovo libro da leggere. E ci ho messo più di un’ora, le libraie mi guardano strano e, se non mi muovo, mi cacciano fuori a calci.

***

Un secondo. Quanto dura un secondo? Così poco che per scrivere queste poche parole ne ho impiegati una decina. Però non tutti i secondi sono uguali. Alcuni hanno il potere di dilatarsi sino a segnare l’avvenire. Il secondo in cui abbiamo chiuso gli occhi per il nostro primo bacio, quello in cui sono venuti al mondo i nostri figli, quello in cui abbiamo salutato per sempre una persona cara. Questi ce li ricordiamo tutti. Ma il secondo precedente cos’è successo? Quale tumulto agitava le nostre menti e i nostri cuori? Ecco, le storie della domenica racconteranno questi “secondi prima” dei secondi eterni, quelli in cui gli occhi stavamo per chiuderli, le mani per lasciarle o prenderle. Momenti veri o immaginari, vissuti da personaggi più o meno pubblici o ignoti o anche solo da me (ogni autore è narcisista).  Perché forse ce li siamo scordati, eppure non sono mai andati via. Quali sono i “secondi prima” dei secondi che hanno cambiato la vostra vita? Raccontateli a giulianopasini@gmail.com e se vorrete, diventeranno storie.