Ha poco più di trent’anni, è siciliana, ha una laurea e la notizia è che non fa parte dei 45mila under 40 che nel 2014 hanno deciso di trasferirsi all’estero. Anzi, il successo di Arianna Occhipinti è rigorosamente legato a Vittoria, provincia di Ragusa, dove vive. Qui a 21 anni ha fondato l’azienda vitivinicola che porta il suo nome e che in poco tempo ha conquistato i mercati esteri. Con una partenza tutta in salita.
C’era l’idea forte, ma mancava il capitale da cui partire. Con ventimila euro di agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura e un finanziamento in banca, Arianna ha acquistato un vecchio casolare diroccato e un ettaro di terreno per la prima vigna. Oggi ha un’azienda di 35 ettari (22 di vigneti), produce, con processi di agricoltura biodinamica, 130mila bottiglie di vino all’anno tra Frappato e Nero d’Avola che vende in enoteche e ristoranti, dà lavoro stabile a una decina di persone, esporta in 35 paesi nel mondo. Nel 2012 il New York Times ha indicato il suo vino come uno dei migliori al mondo tra quelli naturali. “Seguo la produzione, imbottiglio, etichetto: la mia giornata inizia alle sei anche il sabato e la domenica, ma è la mia passione, di più, una vocazione”.
Una vocazione nata accompagnando a Vinitaly lo zio, tra i fondatori dell’azienda agricola Cos di Vittoria, maturata con gli studi di Viticoltura ed Enologia a Milano, messa al servizio di una idea di impresa che non si poteva separare da un grande amore per il suo territorio. Giovane donna imprenditrice del Sud in un settore ancora prevalentemente maschile (tre imprese vitivinicole rosa su dieci), Arianna ha dovuto imparare il dialetto per farsi accettare innanzitutto dai contadini. “Non misuro i risultati solo in bottiglie vendute, la mia soddisfazione più grande è la credibilità che ho acquistato in questi anni di lavoro”. Il futuro? “Voglio consolidare i risultati ma voglio anche portare avanti il mio nuovo progetto agricolo. Come dice mia nonna, anche di notte con un occhio dormo e uno penso”.