Scuola, la prima regola della creatività è lasciar sbagliare i bambini

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Sbagliando s’impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire che sbagliando s’inventa (Gianni Rodari).

Quanto è importante il piacere della scoperta creativa per affrontare le sfide – anche lavorative – di domani? E cos’è la creatività se non esplorare soluzioni diverse che vanno oltre i soliti schemi e le “risposte giuste”? Nell’errore creativo c’è una grande opportunità: esplorare nuove realtà e creare l’inedito a partire da quanto si conosce.

Ma i bambini sono ancora grandi creativi o hanno bisogno di allenare l’immaginazione? A ben guardare i nativi digitali qualche domanda dobbiamo porcela. Sono veloci, immediati, tutto per loro è fast&smart. Non sanno saltare la corda, ma accendono l’hoverboard, lo connettono al bluetooth del tuo telefonino e partono prima ancora che tu abbia capito come dire in italiano hoverboard. Sicuramente hanno acquisito capacità diverse dalle nostre. Diverse, ma forse non sempre “migliori” perché, nel loro velocissimo cammino di crescita, hanno perso creatività e immaginazione. Nulla, o molto poco, viene lasciato al pensiero lento, al soffermarsi a cercare soluzioni diverse da quelle fast&smart. Ne ha ben trattato sulle pagine di AlleyOop Antonella Bonavoglia che spesso ha ribadito come ormai sia sempre più necessario, soprattutto a scuola, integrare le materie e le competenze con “nuovi modi di apprendimento”, che poi tanto nuovi non sono. Tecnologia e filosofia. Informatica e educazione affettiva. Possono forse sembrare mondi contrapposti ma sono realtà che si completano.

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Educare al ragionamento e al pensiero creativo significa ampliare le competenze e rendere più efficace il processo di apprendimento. Educare i bambini dai 5 ai 10 anni a pensare in modo creativo, attraverso l’allenamento della creatività nella doppia dimensione verbale e visuo-spaziale è l’obiettivo della start up Altisensi – Filosofia per la creatività nata dalla passione di Paola Maria Sala e Marianna Brescacin, neolaureate in filosofia e attente osservatrici del pensiero del bambino e da una tesi di ricerca sperimentale sullo sviluppo della creatività in età evolutiva, che ha coinvolto più di 200 bambini di scuole primarie di Milano. Ogni giorno sul loro profilo Instagram @altisensi, raccontano la loro attività, facendo parlare i disegni e le idee dei bambini.

“Se da un lato si acclama da diversi fronti che una didattica di tipo frontale che si limiti a travasare contenuti nelle menti dei bambini debba essere superata, dall’altro bisogna evitare di cadere nel tranello di considerare come panacea il mero allenamento di soft skills. Crediamo che i contenuti scolastici non vadano tralasciati ma che acquisiscano un valore maggiore se al bambino viene concessa la possibilità, una volta acquisiti, di manipolarli creativamente. Ecco allora che le molteplici conoscenze ed esperienze costituiscono un serbatoio dal quale attingere per mettere in moto la propria creatività, sempre che a questa venga dato spazio. Come diceva Munari «l’individuo creativo è in continua evoluzione e le sue possibilità creative nascono dal continuo aggiornamento e dall’allargamento della conoscenza in ogni campo»” – spiega Paola Maria Sala.

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I percorsi che vengono proposti ai bambini durante i laboratori organizzati da Altisensi non sono indipendenti dal lavoro scolastico, ma si sviluppano in un dialogo sinergico con insegnanti e genitori. “Siamo convinte che promuovere la creatività nella scuola sia possibile e straordinariamente fruttuoso se si predispongono in classe occasioni in cui l’obiettivo principale non sia l’assimilazione, l’esecuzione, l’applicazione, ma nelle quali il bambino possa immaginare possibilità, prefigurare percorsi alternativi, arricchire i temi proposti con elementi personali. Durante le nostre attività laboratoriali, favoriamo la creazione in classe di un clima empatico e non giudicante, privo di vincoli espressivi, nel quale i bambini si sentono liberi di spaziare con l’immaginazione senza paura di sbagliare” – prosegue Marianna Brescacin.

Eliminando la paura di sbagliare, si aumentano le possibilità di creare e immaginare. Da sempre siamo stati abituati a cercare di “non sbagliare e non commettere errori”. Errore è invece sinonimo di un pensiero creativo, un pensiero che non si cristallizza, ma che prosegue in un percorso ci ricerca. Un pensiero che non si accontenta di quello che già conosce ma che cerca soluzioni ai problemi e alle sfide. Sviluppare la creatività nei bambini li aiuterà, un domani, a far fronte a problemi astratti e concreti, a scomporre concetti complessi e a creare connessioni e sinergie anche dove, apparentemente, non ci sono. Commettere errori in maniera creativa e costruttiva significa andare oltre le convenzioni e i limiti inventando nuovi percorsi.

I bambini hanno questo potenziale innato, noi adulti lo abbiamo perso con il tempo, omologandoci alle “soluzioni giuste”, quelle che ci danno sicurezza, nella vita, nella famiglia e nel lavoro.

È proprio con un occhio al futuro lavorativo dei bambini di oggi che è necessario sviluppare la creatività. “Se nelle società antiche la formazione professionale e dell’identità si articolavano unitariamente – assumere una identità spesso coincideva con prendere il proprio posto in un ordine già stabilito, cioè imparare il lavoro che si sarebbe svolto – oggi nella post-modernità la ricerca della nostra identità personale è più sfidante ma anche appassionante. Per abitare in questa società liquida occorre vivere mantenendo aperta la ricerca di senso: non basta un sapere fisso e fissato, ma serve essere capaci di osservare, conoscere, riscoprire e rielaborare e la propria esperienza, con inventiva e creatività” conclude Paola Maria Sala.

  • Paola Sala |

    Grazie, Francesca! Crediamo anche noi che l’attitudine artistica abbia un ruolo fondamentale in età evolutiva. La invitiamo a rinanere in contatto sui canali Instagram e Facebook di Altisensi per approfondire. A presto!

  • Francesca |

    Sono pienamente d’accordo e credo che a tutto ciò possa contribuire ovviamente anche lo sviluppo e la pratica dei talenti artistici dei bambini e dei ragazzi per inventare e riconoscere percorsi alternativi.

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