Le donne guadagnano (in media) più degli uomini. Se arrivano ai vertici

ceo-barbie-c0C’è un professione in cui le donne guadagnano più degli uomini: è il ruolo di amministratore delegato. Ma a questa affermazione si devono aggiungere una serie di però. Però si tratta di un dato relativo solo agli Stati Uniti. Però si tratta di una media, mentre se si confrontano le singole remunerazione i top 10 dei Ceo sopravanzano di molto i guadagni delle colleghe. Però le donne ai vertici restano una rarità. Insomma a conti fatti sembrerebbe proprio una vittoria di Pirro.

I risultati di una ricerca condotta da Equilar e Associated Press sul campione delle società dell’indice Standard & Poor’s 500 hanno evidenziato come la remunerazione media delle amministratrici delegate del panel sia pari a 13,1 milioni di dollari, in crescita del 9% rispetto all’anno precedente, contro una media maschile di 11,4 milioni di euro, che ha sempre visto un incremento del 9 per cento. La ricerca si limita alle società americane dell’S&P’s 500, che vedono le donne ricoprire solo il 6% dei ruoli di Ceo (era il 5% l’anno precedente). Il criterio adottato è quello di prendere in considerazione i manager che siedono ai vertici di un’azienda da almeno due anni, per evitare che la remunerazione includa bonus di entrata. Nel complesso, quindi, si tratta di 346 Ceo, di cui solo 21 sono donne. Per altro il numero rischia di assottigliarsi quest’anno. Basti pensare a Marissa Mayer, numero uno di Yahoo e numero due nella classifica delle remunerazione delle Ceo, che può contare su guadagni 2016 di 27,4 milioni di dollari. Mayer (classe 1975), infatti, non resterà Ceo di Yahoo (che prenderà il nome di Altaba), dopo la cessione delle attività internet a Verizon per 4,48 miliardi in contanti. Il gruppo, comunque, ha già comunicato che all’ad, che ha guidato la società dal luglio 2012, andrà un trattamento di fine rapporto di 23 milioni di dollari. Considerata la difficoltà per le donne ad arrivare in posizioni apicali non è, però, affatto scontata l’ipotesi di ritrovare Mayer alla guida di un altro dei grandi gruppi statunitensi. Già in Yahoo, ad esempio, sarà sostituita da un uomo, Thomas McInerney.

Tornando alla classifica, al primo posto svetta lo scorso anno Virginia Rometty, Ceo di Ibm, che ha avuto una remunerazione pari a 32,3 milioni di dollari, ben il 63% di quanto guadagnato l’anno precedente grazie soprattutto a 12,1 milioni di stock option. Rometty (1957) è da 35 anni nel gruppo e dal gennaio 2012 guida l’azienda, che nel quarto trimestre del 2016 ha registrato il 19esimo calo consecutivo dei profitti nonostante abbia battuto le attese degli analisti.

Se al secondo posto è scesa Mayer, al terzo gradino del podio c’è Indra Nooyi (1955) di PepsiCo, che ha chiuso il 2016 con 25,2 milioni (+13% sul 2015). A seguire Mary Barra, Ceo di General Motors, che può contare su una busta paga di 22,4 milioni contro i 10,6 milioni dieuro di Sergio Marchionne, numero uno di Fca, per avere un ordine di misura del settore.

Per terminare la carrellata Phebe Novakovic di General Dynamics con 21,2 milioni, Marillyn Hewson di Lockheed Martin con 19,4 milioni, Irene Rosenfeld di Mondelez International con 15,8 milioni, Lynn Good di Duke Energy con 13,5 milioni, Heather Bresch di Mylan con 13,3 milioni e Susan Cameron di Reynolds American con 13,1 milioni.
Cifre importanti, ma nonostante tutto bisogna ammettere che la top ten al maschile resta inarrivabile: il Ceo che ha guadagnato di più è stato Thomas Rutledge di Charter Communications con 98 milioni di dollari. Siamo proprio sicure di volerci accontentare della media?