Scollature vertiginose, trasparenze estreme, iper-decori, volumi da principessa delle fiabe… quando si tratta di red carpet siamo davvero abituati a vedere di tutto, anche se purtroppo si tratta sempre più spesso di azzardi che di vera eleganza.
La sfilata sul tappeto rosso delle varie celebs di cinema e TV in occasione di questi grandi eventi (Oscar, Golden Globes, Emmy e Met Gala) è il momento in cui si concentrano i riflettori di tutto il mondo. E nel tentativo di rubare la scena e l’attenzione di fotografi, televisioni e social, moltissime attrici che sfilano si cimentano in autentiche ‘prove di forza’ (a chi ha l’abito più provocante, o più elaborato, o più sorprendente), con la complicità dei loro personal stylist o di chi ha disegnato l’abito stesso.
E pazienza se le suddette – parliamo delle tante attrici che non hanno un potere contrattuale così forte con le case di moda da avere dei veri ‘su misura’, o poter adattare l’abito alla propria corporatura perché ‘prestato’ per l’occasione – spesso non ne escono tanto bene: scollature che piallano, ampiezze che infagottano, costruzioni che confondono, materiali che insaccano, dettagli che deprimono… Ma intanto se ne parla, e per qualcuna va bene lo stesso.
E poi arriva il giorno dei Golden Globes 2017, ovvero dieci giorni fa, in cui l’attrice trentenne Evan Rachel Wood compare con uno smoking nero, camicia bianca con jabot, neppure un centimetro di pelle esposta, e capelli in perfetto stile anni ’30, facendo letteralmente impazzire i fotografi (e offuscando i pur interessanti abiti da gran sera sfoggiati da alcune colleghe).
Come ha dichiarato l’attrice, era un omaggio a Marlene Dietrich, che proprio negli anni ‘30 scandalizzò il mondo vestendosi in giacca e pantaloni, e a David Bowie, icona trans-gender venuto a mancare giusto un anno fa.
Tuttavia, il suo intento dichiarato era anche quello di incitare le giovani a non farsi condizionare dagli stereotipi, ma vestirsi assecondando la propria natura. Lei, bisessuale dichiarata, conferma con questo l’importanza di poter attraversare i generi pur mantenendo la propria identità, poiché abito da sera o smoking hanno (o dovrebbero avere) lo stesso peso.
E in ultima analisi posso immaginare che dietro questa scelta ci fosse comunque anche la ricerca del famoso effetto sorpresa. Che è arrivato come un uovo di Colombo, nella sua disarmante semplicità.
Infatti, mentre sulle passerelle di moda la contaminazione tra i generi è già una realtà, per i red carpet più importanti è ancora tabù, in quanto la regola non scritta prevede l’abito da sera per le signore e lo smoking per gli uomini (mentre Lady Gaga aveva indossato un ‘ibrido’ agli Oscar 2016, ovvero un elegantissimo abito-pantalone color panna).
Per amor del vero, ai recenti Golden Globes, Eva Rachel Wood non è stata la sola a presentarsi in completo maschile. Lo hanno fatto, ma con risultati stilistici più modesti, anche Octavia Spencer e Kathryn Han. Ma nel loro caso, pur apprezzando lo sforzo di aver scelto in controtendenza, non posso non aggiungere una riflessione come consulente d’immagine.
Premetto che stiamo parlando di occasioni di grande formalità, pertanto, a prescindere dalle scelte conformi o di rottura, la resa finale del look dovrebbe valorizzare, e non penalizzare. Octavia Spencer, con la sua corporatura importante, non viene di certo premiata dal completo pantalone striminzito con giacchina corta. Sicuramente c’erano alternative più interessanti, peccato non ne abbia approfittato.
Mentre Kathryn Han risulta più sciatta che sensuale (maniche e pantaloni troppo lunghi, capelli disordinati), e perde il confronto con Evan Rachel Wood che coniuga personalità, proporzioni e stile transgender con grande classe.
Il sasso è stato lanciato, e quindi non ci resta che attendere gli Oscar a Febbraio per assistere (speriamo) a nuove e riuscite ibridazioni sul Red Carpet, all’insegna del cambiamento, ma anche dello stile.