Oggi non è solo il giorno in cui la Gran Bretagna ha votato per lasciare l’Unione europea. Oggi è il giorno in cui il destino di una generazione di giovani britannici è stato determinato da quella più anziana. Il giorno in cui nonni e genitori hanno deciso che i loro figli e nipoti avranno un futuro meno prosperoso.
Il paradosso del referendum britannico è che coloro che ne subiranno le severe conseguenze sono quelli che hanno votato “Remain”. Quasi 7 cittadini su 10 tra i 18 e i 24 anni si sentono tanto britannici quanto europei. Loro hanno votato per rimanere parte dell’Unione che è la seconda economia globale e la più grande zona commerciale nel mondo. Ma la loro intera vita sarà segnata dal volere degli ultracinquantenni che di vita ne hanno vissuta più della metà. Come commenta un lettore del Financial Times:
“noi [, la nuova generazione,] non conosceremo mai il vero peso delle opportunità, amicizie, unioni ed esperienze che ci saranno negate. La libertà di movimento ci è stata tolta dai nostri genitori, zii, e nonni con un colpo basso inflitto ad una generazione che già annegava nei debiti dei suoi predecessori.”
Noi giovani, tuttavia, non siamo semplici vittime. Siamo responsabili. La partecipazione degli under 35 europei alle elezioni è in costante declino, e 7 su 10 non si impegnano in attività civiche o di volontariato. Forse, se più under 35 si fossero mobilitati prima, oggi il referendum britannico avrebbe avuto un esito differente. Per me – e forse per tutta la mia generazione – oggi è una dolorosa lezione che l’indolenza può costare cara, e che mobilitarsi all’ultimo può essere troppo tardi. Il cambiamento richiede costante impegno civile e non solo sui social media.
Come scriveva l’inglese D. H. Lawrence “Non c’è nessuna strada spianata verso il futuro: ma aggiriamo e ci arrampichiamo sugli ostacoli per scavalcarli. Dobbiamo continuare a vivere, a prescindere da quanti cieli ci sono caduti addosso.” Soprattutto noi: quella generazione di giovani europei che vuole e sa di avere un futuro più prospero all’interno dell’Unione europea. Oggi è il giorno in cui scopriamo di dover riprendere il controllo del nostro futuro. Oggi è una chiamata all’imprenditorialità politica.