Odio le fotografie. Pare che io sorrida troppo. E ho un problema anche con le bio. Ma credo nello zodiaco, nei libri comprati in maniera compulsiva e nelle suole delle mie scarpe, che non mi fanno mai sbagliare strada. Oggi vivo a Londra. Negli ultimi 9 anni ho cambiato 15 case attraversando tre continenti. Mi rilasso scrivendo, soprattutto da quando ho capito che potevo non ossessionarmi a cercare di farlo come lavoro. Dopo tanti anni di parole e comunicazione, gli ultimi quattro anni li ho trascorsi in due tech companies (evviva la laurea in lettere), dove ho imparato a risolvere i problemi tecnici, a fare le demo dei software e a parlare con i clienti. Mi sono fatta le ossa e ho fondato la mia startup.
Caro Antonio,
Non ti conosco. Non ti conoscevo. Colpevolmente non conoscevo nemmeno Europhonica. Io, appassionata come te di Europa, di giornalismo, sempre alla ricerca di fonti di informazioni alternative e progetti innovativi di comunicazione, non avevo mai sentito parlare di questa radio che racconta con linguaggio semplice la politica europea. Che lo fa in diverse lingue.
Conosco qualcuno che ti conosceva. Ma anche queste persone le ho incontrate solo di sfuggita nel mio percorso politico, o in un breve scambio di opinioni su Facebook.
Eppure, caro Antonio, mi sembra di conoscerti da sempre. Quel tuo sorriso nelle...
La mattina del 20 ottobre ho fatto quello che faccio tutte le mattine. Apro Facebook, guardo brevemente le storie e le notizie condivise dalla bolla dei miei contatti che curo da anni con molto amore. E poi clicco l’opzione “Memories”. Mi piace sempre ricordare cosa scrivevo e condividevo in passato. Otto anni fa appuntavo una citazione di Alekos Panagulis, rivoluzionario e compagno di Oriana Fallaci, protagonista del romanzo Un Uomo. Panagulis nel 1972 recluso nel carcere di Boiati in Grecia scriveva:
Le lacrime che dai nostri occhi vedrete sgorgare non crediatele mai segni di disperazione promessa sono solamente
...
Era una notte buia e tempestosa. O forse non tempestosa. Ma sicuramente faceva parecchio freddo a Londra a dicembre del 2016.
“O mi sposi o ci lasciamo”
“Va bene, sposiamoci”
Non era la prima volta che parlavamo di matrimonio. Ma è la prima volta che mi strappa un sì convinto. Ci aveva già provato almeno tre volte. A Vancouver proponendomi un matrimonio sulla spiaggia in scarpe da ginnastica e giacca di pelle con due sconosciuti raccattati dalla strada a farci da testimoni. A Milano mentre facevamo colazione e leggevamo il giornale sedute sugli scomodi sgabelli della nostra minuscola cucina. A Palermo dove i nostri amici...