Sono nata a Monza, ho una laurea in Filosofia e un dottorato in Scienza della Politica. Eletta al Parlamento Europeo dal 2014, sono coordinatrice S&D nella commissione Commercio internazionale e membro della commissione Industria, Ricerca ed Energia. Prima di arrivare a Bruxelles sono stata deputata al Parlamento italiano, dove - insieme alla collega Lella Golfo - ho portato ad approvazione la legge n.120/2011, che introduce quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e partecipate. Sono stata nominata Young Global Leaders (World Economic Forum) nel 2009 e Rising Talent (Women’s Forum for the Economy and Society) nel 2010. Nel 2013 ho ricevuto il World of Difference Award (The International Alliance for Women) per l'attenzione e le attività sui temi della parità di genere. Nel luglio 2015 sono stata, inoltre, selezionata per prender parte all’International Visitor Leadership Program del Dipartimento di Stato americano.
Uno dei punti di forza della legge Golfo-Mosca è stato la previsione della propria “scadenza". Questo perché l’intento era quello di dare il via a un cambiamento culturale profondo con una forzatura del sistema, sfondare il famigerato soffitto di cristallo per far sì che le donne meritevoli e competenti potessero, presto, farcela da sole.
Oggi ci troviamo a pochi anni di distanza da quella scadenza e la situazione, apparentemente, sembra estremamente positiva: le donne nei cda sono passate da meno del 6% al 36% in sei anni, portando con loro un abbassamento dell’età media, un aumento dell’istruzione di tutti i...
Era il 2009 quando siamo partite con la predisposizione della proposta di legge sulle quote di genere nei consigli di amministrazione. Le donne, allora, erano circa il 6 per cento dei membri dei cda italiani; il tasso di occupazione femminile era del 46,4 per cento, il divario retributivo tra uomini e donne era del 5,5 per cento, solo per citare alcuni dei dati rilevanti in merito alla situazione femminile.
Oggi, le donne nei board sono quasi il 30 per cento, l’occupazione femminile rimane alla preoccupante percentuale del 48,2 per cento e il gender pay gap è persino aumentato, arrivando oltre il 6 per cento. Peraltro, ai vertici...