Parma Calcio Women: Ambrosi racconta la promozione in Serie A

Un’inizio di campionato a due velocità per il Parma Calcio Women, che ha perso 4-0 al debutto contro la Roma (per altro prima in classifica attualmente) e ha vinto 2-1 contro il Sassuolo. Domenica 19 ottobre alle 18.00 la aspetta all’Arena Civica di Milano l’Inter, che dopo le prime due giornate è quarta in classifica.

La scorsa stagione la squadra gialloblu ha conquistato la promozione dalla Serie B, collezionando ben 77 punti in 21 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta. Con 73 gol all’attivo ha vantato il terzo miglior attacco e la miglior difesa del campionato. Un anno che ha ribadito l’incredibile ascesa di popolarità del calcio femminile e che, dati alla mano, non accenna a tramontare. A farne il punto è Caterina Ambrosi, difensore centrale e capitana del Parma Calcio Women, che proprio in questi giorni è stata convocata per la prima volta in Nazionale Maggiore dal Commissario Tecnico Andrea Soncin in vista delle prestigiose amichevoli contro Giappone e Brasile, in programma rispettivamente venerdì 24 ottobre a Como e martedì 28 ottobre allo stadio “Ennio Tardini” di Parma, entrambe con calcio d’inizio alle ore 18:15.

Da Verona a Parma

Nata in provincia di Verona nel 1999, Ambrosi gioca a calcio fin da quando era piccola. Ha mosso i suoi primi passi nella Gsd Ambrosiana, per poi entrare nel 2015 nella Primavera dell’Agsm Verona.

Il debutto in Serie A arriva poco dopo, nella stagione 2015-2016: «Fu un’esperienza significativa entrare così giovane in uno spogliatoio di prima squadra, con giocatrici come Melania Gabbiadini, Marta Carissimi e Cecilia Salvai. Avevo tra i 16 e i 17 anni, ma porto ancora con me quei momenti». Sempre nel 2016, viene convocata per la prima volta nella Nazionale femminile U17 in occasione del Campionato europeo femminile, ma solo per alcuni incontri amichevoli.

Nel 2018, Ambrosi passa alla prima squadra dell’Hellas Verona. Questo cambiamento ha segnato un momento di grande crescita personale: «Capii che per giocare dovevo fare di più, crescendo sia come atleta sia come persona». Nel campionato 2019-2020, va in prestito per sei mesi al Cittadella, società in cui starà per un anno una volta lasciato il Verona nel 2022. Solo nel 2023 è scesa in campo con la maglietta del Parma Calcio: «Mai avrei pensato di potermi legare così tanto ad una squadra che non è della mia città – ha confessato. – Qui ho trovato un ambiente attento alla professionalità, dalla diligenza allo staff tecnico, fino al magazziniere e al fotografo. Quando scendo in campo con la maglia del Parma, è come se indossassi la maglia di casa».

Fuori dal campo, Ambrosi ha conseguito lo scorso anno la laurea magistrale in Comunicazione digitale presso l’Università telematica Niccolò Cusano, che mette a frutto dividendo le sue giornate tra sport e collaborazioni con il team digitale e l’Ufficio Stampa del Parma Calcio.

Serie A e #PlayerOfTheSeason

La scorsa stagione la vittoria decisiva verso la promozione in Serie A è arrivata con quattro giornate d’anticipo, nella partita contro il Genoa il 19 aprile: un traguardo molto atteso dalle gialloblu, che sono tornate nel campionato maggiore dopo due stagioni in serie B: «È stato un duro colpo passare con il Verona in Serie B – ricorda Ambrosi, ex giocatrice della squadra scaligera–: mi ero ripromessa di tornare in Serie A, ma conquistarsela sul campo, con la propria squadra, è tutt’altra soddisfazione».

Forte di 8 gol in campionato e oltre 2.600 minuti di partita, gli sforzi di Ambrosi sono stati coronati anche con il riconoscimento come #PlayerOfTheSeason, avvenuto a maggio: «Non posso far altro che ringraziare chi mi ha votato: sicuramente amici, familiari e le persone che al di là del campo hanno premiato l’impegno e il sacrificio che metto a livello quotidiano». Ai loro si sono uniti i tifosi del Parma, «che hanno creato un ambiente molto bello attorno a noi: ne sono veramente grata, mi hanno fatto sentire parte della comunità fin dal mio primo giorno a Parma».

La crescita del calcio femminile

Agli occhi di Ambrosi, l’aumento di popolarità del calcio femminile è stato graduale e inaspettato. «Il Mondiale del 2019 ha dato un boost significativo ma anche il professionismo, la copertura mediatica e la possibilità di seguire le partite in chiaro hanno cambiato la percezione del calcio femminile. Oggi è possibile guardare una partita di Serie A femminile su DAZN o Sky, ma un tempo era impensabile».

È la stessa Figc a confermarlo: dal Campionato mondiale del 2019, il calcio femminile ha visto una crescita esponenziale in popolarità. Sono oltre 24 milioni gli spettatori che hanno seguito le 5 partite delle Azzurre nel 2019, per una media di quasi 5 milioni a partita e uno share medio del 31,48%. I Mondiali sono stati inoltre occasione per la Fgic di aprire i profili social ufficiali dedicati alla Nazionale femminile, lanciando la campagna di comunicazione #RagazzeMondiali. In termini di interazioni social, hanno rappresentato il secondo evento sportivo in Italia durante la diretta televisiva. Ad avvalorare la presenza mediatica, il profilo social della Nazionale femminile si è posizionato nello stesso anno al terzo posto tra gli sport di squadra italiani in termini di engagement complessivo.

Il riscontro è plateale: secondo il report presentato quest’anno da Figc, 17 milioni di italiani si sono detti quantomeno interessati al calcio femminile nel corso della stagione sportiva 2023-2024. Valore fortemente in crescita rispetto a 5 anni prima, segnando un tasso medio di crescita annuale di quasi il 50% su ciascuna stagione sportiva dalla 2019-2020 ad oggi. L’aumento riguarda anche i fan: nello stesso anno sono stati contati 7 milioni di persone dichiaratamente appassionate, un aumento rispetto al milione dichiarato nella stagione sportiva 2019-2020.

Quest’estate, poi, una nuova fiammata di popolarità grazie ai risultati record ottenuti dalle azzurre agli Europei in Svizzera. Il sogno dell’Italia femminile si è interrotto nella semifinale, con la sconfitta maturata ai supplementari contro l’Inghilterra. Per un soffio Cristiana Girelli e compagne non sono approdate in finale, ma le singole partite e il traguardo record finale ha avvicinato di molto il pubblico e i fan alla squadra. «Seguire la Nazionale agli Europei è stata una grande gioia. Sono contenta perché credo che questo importante risultato abbia giovato a cascata su tutte. Sono anche felice di poter incontrare la maggior parte di loro in campionato, per poterci mettere alla prova con loro» commenta la capitana del Parma Calcio Women.

Contro gli stereotipi

Nonostante l’innegabile impennata di popolarità, gli stereotipi sulle donne nel calcio restano ancora ben radicati. Secondo una ricerca commissionata da Ebay all’istituto di ricerca Human Highway nel 2023, questo sport viene ancora ritenuto decisamente più “maschile” da quasi il 40% degli italiani.

L’esperienza personale della capitana, tuttavia, si discosta dal trend in negativo: «I miei amici non mi hanno mai fatto pesare questa passione: ho giocato finché ho potuto con i ragazzi con cui andavo a scuola o catechismo».

Ma, rettifica, lo stigma attorno al calcio femminile è lontano dall’essere superato: «Credo che la stessa ricerca fatta prima del 2019 avrebbe dato risultati peggiori».  E così confermano, in parte, pure i dati: il 68% dei fan è molto favorevole a vedere le proprie figlie praticare questo sport, dimostrando un incremento di 16 punti rispetto al loro grado di apertura di cinque anni prima.

Nonostante ciò, le ragazze appassionate di calcio si imbattono ancora in barriere all’accesso, che ostacolano la possibilità di approcciarsi a questo sport: il 70% degli intervistati ritiene che tale limite sia dovuto alla mancanza di offerta di scuole calcio femminili; il 40% sostiene che le difficoltà sono legate ad infrastrutture inadeguate; mentre il 33% sostiene che le infrastrutture per la pratica sportiva siano difficilmente accessibili, perché troppo distanti da casa o dalle scuole; mentre solo l’1% segnala potenziali limitazioni di natura sociale.

Secondo Ambrosi, un «tema sensibile» rimane il post carriera: «In questo momento, un’atleta che gioca in Serie A femminile ha bisogno di pensare anche al dopo: dal mio punto di vista, è una tematica della quale si parla relativamente poco».

La capitana vede ancora tanto margine di crescita per questo sport, «sia per le atlete sia per i club, – riporta – ma il movimento può crescere in maniera organica se tutte le componenti, tra calciatrici, staff, società e media, collaborano tra loro».

Il ruolo sociale del club

Dalle parole di Ambrosi, emerge un club che ha «investito tanto in questi anni in infrastrutture, giocatrici, staff e comunicazione». “Off the Pitch” è uno tra i primi esempi: il progetto lanciato dal Parma Calcio è approdato sulle piattaforme social della squadra lo scorso marzo con l’obiettivo di valorizzare i percorsi personali e formativi delle calciatrici della prima squadra femminile, in una più ampia visione di empowerment e crescita individuale promossa dal Club.

L’iniziativa, pubblicata a episodi sui canali ufficiali TikTok e Instagram e poi in versione integrale su YouTube, ha raggiunto oltre 1.5 milioni di visualizzazioni e più di 30.000 interazioni social. Partendo da una panoramica sul mondo gialloblu, la narrazione si è poi focalizzata su Ambrosi, Federica Rizza e Anna Catelli: tre calciatrici che affiancano la carriera sportiva a percorsi di collaborazione all’interno del Club. Nel merito, Ambrosi si è detta «molto contenta di aver partecipato, e che nel progetto siano state coinvolte Rizza e Catelli: due esempi di ragazze che vanno oltre la definizione di calciatrice».

Nel 2024 ha preso invece il via “Classe Gialloblu”, progetto scolastico che mira a creare un legame duraturo tra le atlete e ventisei classi della provincia di Parma. Il percorso educativo si è sviluppato durante tutto l’anno scolastico, concretizzandosi in lezioni tematiche tenute dalle calciatrici e la partecipazione attiva dei ragazzi alle gare casalinghe del Parma Calcio Women.

A questi due progetti, si affiancano degli investimenti più lungimiranti. È il caso della collaborazione del club parmigiano con Oxfam: una partnership triennale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere l’equità di genere nel mondo dello sport, attraverso la sensibilizzazione del pubblico e la raccolta fondi per le emergenze umanitarie globali. Ad agosto, il Club ha inoltre annunciato la nascita della Seconda Squadra Femminile: da questo mese, disputerà il campionato Promozione, torneo regionale composto da 12 squadre.

Il potere della (giusta) influenza

Da questi progetti emerge un chiaro comune denominatore, ossia «andare oltre la figura della calciatrice: non è solo la professione a definirci, c’è grande ricchezza dietro ogni persona». Off the Pitch e Classe Gialloblu, in particolare, «mirano a farci scoprire come persone, a raccontare delle storie e ispirare i più piccoli». È forte la voglia di dare la giusta sensibilità sull’importanza dello sport, dello studio, del post-carriera, e «il fatto che un club si assuma la responsabilità di comunicare questi temi è una testimonianza di quanto creda ed investa a livello sociale».

Ambrosi propone un’equazione semplice: più un fenomeno si vede, più se ne parla e più questo diventa “normale”. «Se una volta vedere una partita su Sky di una squadra femminile sembrava una cosa molto strana, oggi non lo è: secondo me, maggiore visibilità porta a una riduzione degli stereotipi». La possibilità di collaborare anche con l’area di comunicazione «mi ha fatto capire tante cose, dandomi una prospettiva diversa e più completa. Questo mi giova anche in campo, perché mi sono resa conto di quanti aspetti siano da curare durante un allenamento o partita».

Se atlete come Sara Gama e Cristiana Girelli fanno la differenza nel dibattito pubblico, Ambrosi sente di potersi spendere in egual misura per le giovani aspiranti calciatrici: «Attraverso la loro carriera e il modo in cui parlano di calcio femminile, contribuiscono a cambiare stereotipi e aprire possibilità per le nuove generazioni». Questi modelli sono gli stessi che oggi orientano la capitana: «Nel mio piccolo, cerco di comportarmi da professionista in ogni aspetto, in modo che chi mi guarda possa dire: ‘Cavolo, lei fa l’atleta di mestiere!’». Questo significa curare ogni dettaglio, «dal riposo all’alimentazione, adottando abitudini sane. Se vogliamo un vero cambiamento nel calcio femminile, deve partire prima da noi e poi espandersi a tutto ciò che ci circonda».

Prospettive future

Gli obiettivi per questa stagione in Serie A sono chiari: «Vogliamo far parlare di noi, distinguerci, e lo vogliamo fare in un determinato modo: siamo molto convinte del percorso che abbiamo intrapreso insieme al mister e speriamo di poter essere una bella sorpresa».

La capitana conclude con uno sguardo più ampio sul movimento: «Secondo me ci sono margini di miglioramento in tante direzioni. Sono pronta ad aiutare nel mio piccolo se avrò l’opportunità, cercando di fare il meglio per il mio club e migliorandomi come atleta. Guardo con estrema curiosità tutto quello che succede attorno, nella speranza che il calcio femminile possa solo migliorare».

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