Articolo I
La Donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’Uomo.
Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’interesse comune.
Si apre così la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”, testo che ha contribuito a scrivere nella storia il nome di Olympe de Gouges, “ribelle colta”, drammaturga e scrittrice.
Per i più la sua figura è al massimo una riga in un libro universitario. Oggi grazie al romanzo di Sara I. Belmonte, invece si prende un posto da protagonista. Tratteggiata ne “La musa scarlatta” è da subito evidente quanto sia stata una donna controcorrente e moderna per l’epoca – in certo modo, per noi anche – sicuramente scomoda per molti suoi contemporanei.
I tormenti della scrittura
Nel volume edito da Rizzoli siamo introdotti a una Olympe adulta, romanziera conosciuta nella Parigi degli intellettuali, spesso vessata perché donna. “La scrittura le dava giorni agitati seppur la costringeva a indossare gomiti di ferro per difendersi dalle maldicenze e dagli uomini di lettere”. La incontriamo scrittrice affermata e, già dai primi capitoli, “in lotta”: con sé stessa, con il valore della sua arte letteraria, contro le barriere imposte a una donna e gli appellativi meschini verso il suo essere “libera”, senza marito. “Solo per amore del suo mestiere aveva ignorato le mal celate umiliazioni e le pugnalate rivolte al suo esser donna e scrittrice”.
Colta e istruita, anche se figlia illegittima, inoltre, veste in parte le conformità del suo status sociale sapendo bene che “a Parigi la libertà di una donna si poteva misurare anche in base alla capacità di potersi mantenere da sola, senza alcun uomo tra i piedi a comandare, senza essere la schiava di nessuno”. Nonostante o forse proprio per questo, si fa un nome da scrittrice e conserva l’ardire di pubblicare anche se donna. Al punto che, in veste di drammaturga, cerca di far mettere in scena una sua opera teatrale troppo innovativa per gli spettatori del tempo (“Zamore e Mirza”, pièce sulle conseguenze della schiavitù, raccontata da due schiavi).
Passioni e ideali nella Francia della Rivoluzione
Alla base di tutto, sempre più evidente scorrendo le pagine del libro, resta il desiderio e l’ideale della libertà. Per il suo Paese e per le donne. Nel suo romanzo, Sarah Belmonte fa apparire chiaro il legame viscerale con la Francia, con Parigi e con la storia che si sta scrivendo in quegli anni agitati e violenti.
“Innamorata della libertà”, crede sia necessario un cambiamento. “Non era più disposta a sottostare alle architetture di una società vedova di ogni base morale”, trovandosi a vivere in pieno movimenti tanto cruciali quanto drammatici che hanno cambiato il volto della Francia del 18esimo secolo, Olympe non può che mettersi in movimento – un po’ necessità esterna e un po’ spinta interiore. “Ho cercato in ogni modo di riconsiderare la mia posizione, … ma ciò che l’impulsività del mio carattere mi mostra è una posizione di svantaggio. Non posso abbandonare me stessa, non posso essere quel tipo di donna addomesticabile. Non rinuncerò a me stessa finché non realizzerò me stessa”.
Ardore e patriottismo
Raccontando un contesto di grande fermento, il romanzo non si sottrae nel disegnare passione personale e passioni collettive, amore e tormento: contrapposti che si bilanciano su tutti nella figura della protagonista, al punto da renderla ad un tempo affascinante e respingente. Non è fatto per Olympe l’equilibrio, “La sua normalità era fatta di lotte”; per lei ogni punto di arrivo è una tappa verso un nuovo passaggio, un nuova azione. Forze esterne o le emozioni travolgenti la mobilitano, la consumano e ricaricano insieme.
Il suo faro? La Francia, il desiderio di libertà e uguaglianza. “Non era una donna accontentabile con un gioiello, non si sarebbe mai fermata per i suoi davanti al un lustrino, ma avrebbe seguito sempre i suoi ideali. Olympe era una città come Parigi, con tutte le sue contraddizioni, i vicoli bui, i boulevard, le promenade, le distese incontaminate e leggiadre, affollate da briganti e re. E una città non doveva essere costretta tra le mura. […] Ciò che sentiva in fondo al petto, ardore e patriottismo, erano le uniche fazioni a cui avrebbe voluto votarsi”.
Un mondo dominato da uomini
“La musa scarlatta” è un volume denso. Vitale. Materico. Dove la protagonista vive un mondo dominato da uomini eppure, proprio in questa condizione, si costruisce la sua posizione – in rapporto e relazione con gli altri personaggi. Alcuni di quelli che la accompagnano sono suoi pari per intelligenza e acume, alcuni grandi sostenitori, amanti ed estimatori. Qualcuno è integerrimo e appassionato, altri ancora subdoli e conformi al ruolo ricoperto e alla posizione che occupano. Una lettura appassionante che disegna l’odore della povertà, l’afa dell’estate e il fango delle campagne. I tanti luoghi della Parigi dell’epoca.
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Titolo: “La musa scarlatta”
Autrice: Sarah I. Belmonte
Editore: Rizzoli
Prezzo: 18,50 €
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